“Caianiello chiedeva posti anche a Casorate”
In un post Facebook il sindaco Dimitri Cassani ha citato sinteticamente due episodi in cui si era affacciato il leader di Forza Italia ed era stato respinto. Ma che tipo di contatti erano?
Due tentativi, uno di Nino Caianiello, l’altro di Danilo Rivolta, allora suo fedelissimo. Dimitri Cassani, sindaco di Casorate Sempione, , ha fatto riferimento ai due episodi in un post facebook dopo la prima puntata della inchiesta di Report di Rai3: parole che non chiarivano molto il contesto e che hanno spinto anche l’opposizione a chiedere «chiarimenti» con una interrogazione protocollata ieri.
A cosa si riferiva, in quel post? Partiamo da Nino Caianiello: che approccio ha avuto?
«Caianiello si era presentato nel corso della campagna elettorale del 2015: si facevano le varie trattative politiche, gli è stato detto “gentilmente” che non interessava un suo intervento a Casorate. Il modo di porsi di Forza Italia non ci piaceva, anche se in quel periodo aveva un peso elettorale notevole e serviva».
In effetti nel 2015 il centrodestra casoratese era orfano di una presenza di Forza Italia. C’erano stati però già screzi con gli esponenti locali, perché si è affacciato Caianiello?
«Teoricamente a Casorate per Forza Italia c’era Alberto Malvestito, che per noi non era un soggetto proponibile, c’era un pregresso. Caianiello è venuto a parlare dopo, quando già c’erano accordi nel resto centrodestra: di fronte alle richieste di posti, di tot assessori, non c’è stato spazio. E infatti Forza Italia non c’era, nel 2015, e anche Malvestito si è mosso con un’altra lista».
(Nella foto: Dimitri Cassani nel 2015)
Si parla in questo caso di trattative della politica: parlare di assessori prima delle elezioni può sembrare strano a chi non la segue, ma è legittimo e normale che i partiti cerchino di pesare di più.
Cassani fa però anche un altro riferimento, questo sì più strano: un colloquio con Danilo Rivolta, sindaco di Lonate ed esponente della corrente di Caianiello, quando Cassani era già sindaco.
Quando è successo? Cosa chiedeva Rivolta?
«A elezioni avvenute c’è stato questa telefonata che mi è sembrata strana. Avevamo fatto un incontro tra sindaci a Varese, non ricordo la circostanza precisa, noi ci conoscevamo come sindaci del Cuv (il consorzio dei Comuni intorno a Malpensa, ndr). Rivolta mi ha telefonato mentre ero in auto tornando indietro: mi ha chiesto se conoscevo Agorà, se interessava incontrarci. Ho detto che avevo già un rapporto politico con Raffaele Cattaneo e che non m’interessava. Se c’erano questioni, ho rimandato ad eventuale discussioni a livello provinciale».
Ma che periodo era? Voi siete stati eletti nel 2015…
«Direi a fine 2016-inizio 2017. A quel tempo io e il mio gruppetto casoratese eravamo in Ncd. L’ultima volta in cui ho parlato con Nino Caianiello era in occasione del convegno sull’autonomia a Malpensafiere (settembre 2017, ndr). Io parlavo con Raffaele Cattaneo, lui ci ha avvicinato chiedendomi ancora di passare con loro. Anche in quell’occasione gli ho detto: “Io sto bene dove sto”, un po’ scherzosamente, ma per chiarire».
Questi i due episodi richiamati da Cassani, che riguardano l’attività politica di Caianiello.
Nel suo post Dimitri Cassani ha anche criticato Report e le due voci raccolte con lunghe interviste da Giorgio Mottola: Caianiello che rivendica chiaramente un potere in modo spregiudicato e Rivolta che ammette le sue responsabilità, spiega alcuni meccanismi, ma parla anche di un contesto di corruzione generalizzata.
Ma Dimitri Cassani come vede «Di Caianiello mi ha dato fastidio il fatto che dica di aver manovrato altri, anche Raffaele Cattaneo, quando invece nelle intercettazioni emerge che lui era contrario alla nomina di Cattaneo ad assessore».
E di Danilo Rivolta, invece? «M’infastidisce il fatto che abbia detto che ovunque funziona così. Non è vero: nessuno è mai entrato a Casorate a fare una profferta, forse perché sapeva che non c’era spazio. C’è chi ancora crede ai valori al bene comune: io sono convinto che tra i sindaci chi si presta alle macchinazioni è una minoranza, almeno al nostro livello. Ne conosco tanti di sindaci al mio livello, tutti lo fanno con spirito di servizio e non per guadagnare profitto illecito. Questo è quel che più ha dato fastidio».
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