Alzheimer e Coronavirus: Myosotis sposta le attività su Skype
Il racconto di una realtà associativa, Myosotis - Progetto Alzheimer, che durante i mesi del lockdown e ancora adesso ha dovuto spostare tutte le attività con i malati su Skype
Vicinanza e supporto ai malati di Alzheimer e alle loro famiglie: questo l’obiettivo di Myosotis – Progetto Alzheimer APS, un’associazione di promozione sociale che opera al Circolo della memoria di Sesto Calende e nel territorio limitrofo, nata ufficialmente nel 2018 ma già attiva dal 2016 come gruppo caritativo parrocchiale. Le loro attività sono volte a impedire il declino cognitivo dei pazienti che hanno in cura.
Da un’indagine nel territorio di competenza – che ha al suo interno 13 comuni – realizzata insieme a 32 medici di base su 14.436 over 60, si sono riscontrati 569 casi di demenza senile (di cui 131 Alzheimer).
I soci e i volontari (in totale circa una quarantina), grazie al supporto di professionisti esterni, svolgono diverse attività con i malati: dall’arteterapia, alla musicoterapia, alla pet terapy e alla psicomotricità. Tutte volte a stimolare le residue capacità cognitive, in un contesto ambientale e interpersonale gratificante e risocializzante.
IL LOCKDOWN
Con il lockdown, però, «tutto è rallentato», racconta la psicologa Cristina Morelli, spostandosi via Skype. «Questa situazione, rendendo impossibile l’attività in presenza al Circolo della Memoria, ha reso indispensabile spostarci su via telematica, scontando le difficoltà oggettive (tecnologiche, organizzative e relazionali): abbiamo quindi tentato di mantenere i contatti con alcuni pazienti in via telematica, ma non è stato possibile farlo con tutti. Alcune famiglie monna riuscivano a seguire le attività o alcuni malati non riuscivano proprio a collegarsi in autonomia».
Rispetto alle 18 – 20 famiglie e relativi malati che venivano seguiti nel 2019, quest’anno sono scese a 3, «a causa di decessi naturali dei pazienti». Come spiega Pierangelo Bianchi, dunque, ora le attività dei volontari e dei soci di Myosotis sono «ben sotto le nostre potenzialità, vorremmo ampliare il nostro raggio d’azione, dato che siamo in grado di seguire 20 famiglie e pazienti». «Il problema – continua – è superare la paura delle famiglie di far frequentare ai loro cari le nostre attività», perché secondo Bianchi la modalità telematica sarebbe funzionale «pur restando tra le pareti delle proprie case». Inoltre, ciò consente di diminuire notevolmente il rischio di contagio e di poter fruire delle attività del centro in piena sicurezza.
«Dopo un paio di mesi di rodaggio da sei mesi si opera regolarmente con questa metodologia, con buona partecipazione dei nostri assistiti e con soddisfazione dei loro famigliari», conclude.
Recentemente Rotary Club di Angera è corsa in aiuto a Myosotis, che si sostenta in maniera autonoma grazie al contributo dei benefattori, in modo da fornire alle famiglie seguite tutti i mezzi telematici necessari a collegarsi e a continuare le terapie. «Vorremmo aiutare più malati e famiglie possibile, anche a distanza, e abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti».
Per ulteriori informazioni e donazioni
myosotisprogettoalzheimer.flazio.com
http://www.myosotisprogettoalzheimer.flazio.com/loading2
Contatti
Telefono: 3479448547
Mail: myosotisprogettoalzheimer@gmail.com
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