Mascherine, e-commerce ed export: il cargo di Malpensa torna al segno +
Il settore delle merci aeree è meno in sofferenza rispetto al trasporto passeggeri, "tirano" le spedizioni postali ma non solo. A Malpensa ottobre ha chiuso con +1,7%. "Anche a novembre ci aspettiamo un altro segno positivo"
I dati dei passeggeri sono drammatici, ma c’è un dato che fa sperare l’aeroporto di Milano Malpensa (e anche un po’ l’Italia): a ottobre le merci movimentate dall’aeroporto sono cresciute dell’1,7%.
«Nonostante la nuova ondata di Covid, il cargo di Malpensa ha chiuso ottobre con un +1.7% rispetto ai volumi di merci dello stesso mese dell’anno precedente» ha detto l’ad di Sea (aeroporti di Milano) Armando Brunini, commentando il lancio del nuovo volo Dhl Malpensa-Cincinnati. Anche a novembre ci aspettiamo un altro segno positivo»
Lo raccontavamo già un mese fa: per fortuna a Malpensa c’è il cargo. Che non si è fermato, contrariamente a quanto avvenuto per il trasporto passeggeri. Certo: anche qui la pandemia e la brusca frenata mondiale alla crescita ha colpito duro (nella foto di apertura: un aereo di Cargolux “indossa” la mascherina).
Cargo a Malpensa: i dati di un difficile 2020
Se si guarda ai dati dei dieci mesi dell’anno tra gennaio e fine ottobre i volumi di merci di Malpensa hanno segnato complessivamente un -10,9% rispetto al 2019. Flessione pesante sì, ma ben distante dal -72,5% registrato nello stesso periodo dal settore passeggeri, precipitato ora in una nuova fase che è molto simile a quella del primo lockdown (la percezione in aeroporto è ben diversa rispetto al lockdown “fuori”)
Il cargo ha mostrato tutta la sua utilità sia nelle fasi più profonde della crisi (aprile-maggio) che nelle fasi della ripartenza. Nella fase dell’emergenza più acuta di fine inverno-inizio primavera con i voli per il materiale, numerosissimi, a cui si sono aggiunti i ventisei voli umanitari, di cui dodici dalla Cina e otto militari italiani, che hanno trasportato circa 202.000 tonnellate di merce.
A Malpensa sono transitati complessivamente circa un miliardo di mascherine (70% delle importazioni in Italia) oltre 100 milioni di guanti, 1.500.000 litri di disinfettante, oltre 6,5 milioni di visiere, occhiali anti Covid.
Dall’emergenza alla ripartenza: i numeri del cargo 2020 a Malpensa
Il segmento dei voli cargo è rimasto pressochè uguale all’anno scorso (+0,3%) non riuscendo a compensare il crollo dell’offerta di traffico cosiddetta “belly“, cioè nella “pancia” degli aerei passeggeri: con la drastica riduzione dei movimenti la capacità di trasporto in stiva ha segnato un -65%.
La difficile situazione legata alla crisi sanitaria ha determinato il calo della capacità aerea, la riduzione della domanda nel momento in cui molte attività economiche erano sospese, poi per reazione l’aumento vertiginoso dei noli (cioè costi di spedizione) e l’aumento dei voli charter caratterizzati anche da grandi spedizionieri per compensare la carenza di offerta dei voli di linea, su alcune tratte (per esempio verso la Corea del Sud) i vettori hanno incrementato il numero delle frequenze settimanali per far fronte alla domanda in /out.
Merci sui sedili: anche a Malpensa i voli “preighters”
Per far fronte alla minore capacità di trasporto causata dalla cancellazione dei voli passeggeri, molti grandi vettori aerei hanno cominciato ad utilizzare i loro aeromobili passeggeri per il solo trasporto merci, riempendo anche le stive normalmente occupate dai bagagli e caricando, a volte, le merci anche in cabina.
Anche a Malpensa si è assistito così all’affacciarsi sul mercato dei cosiddetti preighters, vale a dire appunto gli aerei passeggeri convertiti temporaneamente in aerei cargo (freighters): un Boeing B777 porta ad esempio 30 tonnellate di merci.
Fenomeno piuttosto consistente nel periodo aprile-ottobre, questo tipo di voli ha effettuato a Malpensa 1400 movimenti (12% del totale) e nel solo mese di ottobre i voi preighters sono stati 456 pari al 22% del totale.
E-commerce e corrieri, “balzo” in avanti di Milano Malpensa
Malpensa resta lo scalo di riferimento italiano per il cargo a livello italiano: nel 2019 ha movimentato 558mila tonnellate nel 2019, quasi il triplo di Fiumicino che ha mosso 195mila tonnellate (a seguire Bergamo Orio al Serio con 119mila, poi a distanza Venezia, Bologna e Brescia Montichiari).
Se nei primi nove mesi dell’anno 2020 si è vista comunque una riduzione generale del traffico cargo, c’è un segmento che regge meglio di tutti: è quello del traffico postale, sostenuto dai corrieri espresso e dai voli dedicati all’e-commerce, che (sempre dati gennaio-ottobre 2020) ha avuto un’ottima performance, +35%, specchio della tendenza delle persone ad acquistare di più online.
L’hub di DhlQuesta modifica del carattere delle spedizioni si riflette nell’aumento dei movimenti all cargo: l’e-commerce (per sue caratteristiche di velocità di spedizione) tende a usare aerei di piccole-medie dimensioni, quindi con più decolli e atterraggi rispetto ai trasporti “ordinari”. Che invece hanno un ridotto numero di movimenti, perché tendono a riempire maggiormente le stive e hanno un diverso rapporto peso/volume della merce trasportata (per dirla volgarmente: un pacco di Amazon occupa più spazio, a parità di peso, di una macchina industriale da spedire in Cina).
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