Equazioni differenziali, filosofia e pandemia: il fascino dei numeri in due grandi eventi all’Insubria
Record di partecipazione per la scuola di dottorato della Rism dell'Università dell'Insubria dedicata al principio di massimo, in corso fino al 20 novembre; il 23 e 24 novembre un convegno a distanza con Henri Berestycki e Carlo Sini, moderatore Alessandro Cecchi Paone
I numeri regolano la vita di tutti i giorni, in modo ordinario e straordinario, esplicito e occulto, anche in questo periodo di emergenza sanitaria. Ai numeri l’Università dell’Insubria dedica due grandi eventi: il primo è «Maximum principle and detours», scuola di dottorato per specialisti della materia, il secondo è «Matematica, filosofia e pandemia: dall’incertezza al pensiero critico», workshop con ospiti di riguardo come Henri Berestycki e Carlo Sini.
Anima delle due iniziative è Daniele Cassani, ordinario di matematica e direttore della Rism, la Riemann international school of mathematics, che spiega: «Le equazioni differenziali governano la realtà che ci circonda: dalla dinamica di popolazione, ad esempio di un virus, ai cambiamenti climatici. Nella maggior parte dei casi è impossibile determinare le soluzioni esplicitamente ma vi sono strumenti, come il Principio di Massimo, per dedurne importanti proprietà qualitative e quantitative».
E il Principio di Massimo è l’argomento principale di questa quarta edizione del Rism Course, che ha registrato circa 50 iscritti delle scuole di dottorato dell’Insubria e delle università di Bologna, Firenze, Milano, Perugia, Pisa, Roma, Torino, un record di partecipazione per il tipo di proposta altamente scientifica.
Le lezioni, dal 16 al 20 novembre, sono naturalmente tutte a distanza, coordinate dalla cabina di regia di Villa Toeplitz, sede della Rism: docente principale è Italo Capuzzo Dolcetta dell’Università La Sapienza di Roma, con Cassani nel ruolo di moderatore dei vari collegamenti da remoto. Alcuni partecipanti hanno ricevuto per questo corso la borsa di studio prevista nell’ambito del progetto Riemann Prize, capofila l’Insubria insieme all’Università di Milano e di Milano-Bicocca, con il sostegno di Regione Lombardia e Comune di Varese.
È invece destinato a un pubblico più ampio il seminario intitolato «Matematica, filosofia e pandemia: dall’incertezza al pensiero critico», diretto e coordinato dai professori Daniele Cassani e Fabio Minazzi, a un anno dal successo del convegno «Intreccio tra matematica e filosofia: occasioni o tentazioni?». L’organizzazione è sempre della Rism, che gestisce i collegamenti a distanza dalla “base” di Villa Toeplitz, l’iscrizione è gratuita ma è necessario registrarsi per partecipare.
Il primo giorno, lunedì 23 novembre, si apre con gli interventi più attesi: quelli di Henri Berestycki, matematico dell’Ecoles des haute etudes di Parigi, e di Carlo Sini, filosofo dell’Accademia nazionale dei Lincei e dell’Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere. Nel pomeriggio c’è una tavola rotonda, moderata da Alessandro Cecchi Paone, nella quale i relatori della mattina si confrontano con: Marino Gatto del Politecnico di Milano, i professori dell’Insubria Paolo Grossi, Antonietta Mira, Antonio Maria Orecchia e Alberto Vianelli, il giornalista Armando Massarenti di Sole 24 Ore e Cnr.
Martedì 24 novembre, invece, Massarenti e Mira propongono un ciclo di quattro seminari di approfondimento sul tema delle aperture. «Nel panorama sanitario in cui ci troviamo risulta sempre di maggior importanza definire ontologicamente la pandemia – commenta Fabio Minazzi – per delineare un’analisi precisa della situazione. Il ruolo della filosofia è fondamentale tanto quello della matematica per meglio comprendere e rispondere alla crisi che ci troviamo a combattere».
La Rism, Riemann international school of mathematics, è stata fondata nel 2009 e deve il suo nome a Georg Frederich Bernhard Riemann, matematico tedesco del XIX secolo che nel 1859 ha formulato una famosa ipotesi sulla distribuzione dei numeri primi nella grande famiglia dei numeri naturali.
In pochi sanno che Riemann è sepolto in territorio insubrico, dove ha vissuto l’ultima parte della sua vita.
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