Campi, boschi e fontanili: un parco da 8300 ettari per il Sud Milano
Il Parco Agricolo Sud Milano crea un "secondo livello": zone che saranno riconosciute parco naturale, dove non si potrà cacciare o aprire nuove cave
Il Parco Agricolo Sud Milano diventerà – in parte – un parco naturale. Un percorso iniziato ormai quattro anni fa e che punta a creare un “secondo livello” per tutelare le aree naturali. Boschetti, sponde di corsi d’acqua, fontanili, aree aperte che convivono tra gli abitati, i campi, le marcite (photo credit: Parco Agricolo Sud Milano).
Un percorso iniziato nel 2016 con la prima delibera di direttivo del parco, seguita da un lungo e partecipato percorso che ha visto svolgersi numerosi incontri per raccogliere osservazioni e contributi.
Nella seduta dell’11 novembre il Direttivo ha approvato la proposta di perimetro per l’istituzione del Parco Naturale nel territorio del Parco Agricolo: sono state identificate otto aree per un totale di circa 8300 ettari distribuite all’interno del parco agricolo ed è stata costruita una proposta capace di valorizzare la naturalità delle aree ricomprese nei perimetri e allo stesso tempo dare valore all’agricoltura senza imposizione di ulteriori vincoli.
I boschi veri e propri costituiscono il 4,8 della superficie, cui si aggiungono aree naturali diverse (6,5%). Il grosso è invece costituito dalle aree agricole vicine.
Trentaquattro i Comuni coinvolti, tra cui Gaggiano, Albairate, Cusago, Trezzano sul Naviglio, Melegnano, San Donato e San Giuliano Milanese, Locate dei Triulzi, Assago, Basiglio. Ma nelle aree “di confine” ci si spinge fino a Settimo Milanese e Rho da un lato, Peschiera Borromeo dall’altro. Tutte zone che subiscono la pressione della città vicina, fatta di nuove aree residenziali suburbane ma anche di nuove infrastrutture (qui tutti i documenti, con le schede delle otto aree).
La proposta di perimetrazione delle aree di parco naturale (verde scuro)Alla conclusione di questo percorso ci saranno maggiori strumenti di tutela del territorio rispetto alle trasformazioni d’uso e al consumo di suolo agricolo, a tutela dell’agricoltura del parco regionale Agricolo Sud Milano, che potrà essere riconosciuto anche a livello nazionale.
Gli obiettivi Parco Naturale sono tutelare la biodiversità, salvaguardare le attività agricole e pastorali, promuovere la fruizione, promuovere la formazione di corridoi ecologici.
Dentro le aree a parco Naturale sarà vietata la caccia, aprire nuove cave e impianti di trattamento rifiuti. Le pratiche agricole oggi consentite potranno continuare senza alcuna modifica e non vi è alcun vincolo urbanistico o paesistico che si aggiunge all’esistente.
«Per la prima volta è stato strutturato un sistema funzionale capace di sostenere l’agricoltura associando al concetto produttivo, proprio del sistema agricolo, il concetto di naturalità, l’agricoltura come custode dei valori propri dell’ecosistema» dice la presidente del Parco Michela Palestra. «La proposta avanzata individua i confini, ci saranno altri passaggi istituzionali e sarà poi Regione Lombardia a dover procedere con l’istituzione e dare attuazione alle Aree a Parco Naturale».
L’istituzione del parco naturale consentirà – al Parco stesso, ai Comuni, alle aziende agricole – di costruire progetti partecipati per accedere a contributi e progetti che oggi non sono attivabili, a livello ministeriale ed europeo, e quindi di avere riconosciuto un maggior valore rispetto alle buone pratiche che si metteranno in atto rispetto ai temi della sostenibilità, della valorizzazione e anche nell’ambito del turismo rurale con nuove offerte per i fruitori di quest’area protetta.
Inoltre sarà possibile avviare piani di contenimento delle specie invasive, oggi non attuabili, proprio perché in parco naturale non è ancora istituito.
Per approfondire l’impatto sull’agricoltura è stato realizzato uno studio dell’Università che conferma che l’istituzione delle Aree a Parco Naturale si inquadra nel solco della strategia di lungo periodo del parco, indirizzata verso nuovi strumenti di sostegno dell’agricoltura e nuovi modelli produttivi in modo coerente con gli indirizzi di politica agricola (la nuova PAC) e il Green Deal che chiedono maggiore attenzione alla sostenibilità e alla protezione dell’ambiente.
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