Fnm: “Entro il 2026 una superciclabile da Cadorna a Malpensa, passando per Saronno e Busto”
Un’autostrada per biciclette lunga 72 km che collegherà Milano a Malpensa, passando per i poli ferroviari di Cadorna, Bovisa, Busto Arsizio e Saronno. Un ambizioso progetto architettonico di FNM per connettere i piccoli e i medi centri lombardi alle grandi realtà aggregative
Connettere i piccoli e medi centri urbani alle grandi realtà di aggregazione territoriale come Milano, rivoluzionando il concetto di mobilità. Un progetto che punta a realizzare una super pista ciclabile lunga 72 km che collegherà Milano a Malpensa, connettendo i quattro poli ferroviari di Cadorna, Bovisa, Busto Arsizio e Saronno.
È questa l’idea presentata dal presidente di FNM Andrea Gibelli durante l’incontro digitale “Il futuro della mobilità” organizzato dal Corriere della Sera. «In termini tecnici è come se fosse un’autostrada per biciclette, quindi senza interazione con veicoli o pedoni – ha spiegato il numero di FNM – Ogni cittadino che abbraccerà questa asta potrà passare da un paese all’altro senza avere l’ossessione del pericolo di incrociare veicoli».
Il piano prevede il coinvolgimento dei Comuni di Novate Milanese, Bollate, Garbagnate, Caronno Pertusella, Saronno, Rescaldina, Castellanza, Busto Arsizio, Ferno, Lonate Pozzolo e Malpensa, presenti lungo la linea Milano – Malpensa. Una nuova infrastruttura da realizzare entro il 2026, anno in cui Milano ospiterà i XXV Giochi olimpici invernali.
Un modello di mobilità che secondo Gibelli è uno dei passi fondamentali per poter connettere in modo innovativo il territorio, non classificandolo più con i vecchi paradigmi di provincia o di città metropolitana, ma reinterpretandolo inglobando grandi, medi e piccoli centri urbani in un’unica realtà, le mega city, le città del domani.
«Per la nostra realtà la mega city è la Lombardia – ha spiegato Gibelli -, intendendo Milano, Bergamo e Brescia come tre grandi centri di aggregazione, che attraverso investimenti infrastrutturali e tecnologici diventano una grande realtà unica, pur mantenendo un rapporto con le piccole realtà e i centri più grandi; un grande sistema come una mega city, che non è una megalopoli dove si perde il senso di appartenenza e di comunità, ma è un luogo dove la scala di competizione si riferisce con altri centri, se ne calcolano 50 nel mondo che saranno le grandi realtà del futuro, in cui Milano sarà una delle prime 20. Il nostro modello è quello di permettere di vivere nei piccoli e medi centri, ma grazie alla tecnologia e alla mobilità essere nelle condizioni di potersi muovere molto rapidamente e quindi la distanza tra casa e lavoro è sfumata da questa dimensione territoriale».
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