Sci Club Cavaria: 50 anni di amore per la neve
L’asd sta pensando di chiudere: troppo alti i costi imposti dalla pandemia. Ma non è ancora detta l’ultima parola: lo spiega il fondatore e presidente Lino Reina
«Lo scorso settembre avremmo dovuto festeggiare i nostri cinquant’anni. Invece credo proprio che chiuderemo i battenti». Lino Reina, storico presidente dello Sci Club di Cavaria con Premezzo, lo dice con il sospiro di chi non è ancora del tutto rassegnato, ma sta facendo i conti con qualcosa di inevitabile: la storica asd Uisp, cinquant’anni di amore per la montagna e la neve, sta per prendere una decisione fatidica.
Una storia che parte da lontano, quella dello sci club di Cavaria: inizia con un ragazzino che si fabbrica gli sci da solo. «Avevo dodici o tredici anni – racconta Reina – mi sono fatto aiutare dal falegname del paese: allora gli sci erano solo di legno». Due sci bellissimi, usati per imparare scendendo dalla “rivetta di Cavaria”, una di quelle scarpate al limitare del paese che con la neve diventano piste improvvisate per i ragazzi.
Nasce lì la passione per lo sci che porta Reina e il suo gruppo di amici a fondare uno sci club, una realtà che mette in comunicazione il Varesotto con i grandi impianti in zona Sestriere, che trova accordi per avere costi più bassi, riuscendo ad organizzare anche quattro o cinque pullman per volta. In tutto le gite organizzate in un anno arrivano a otto, più una settimana bianca per un gruppo ristretto. «La gente arrivava da lontano per sciare con noi – racconta Reina – ricordo un socio di Luino: in gennaio partiva da casa in motocicletta, per arrivare a Cavaria alle 5 del mattino e partire insieme a noi. Veniva in auto solo se passava a prendere la fidanzata». Quando si dice l’amore.
Con il covid, però, a questa realtà così vitale è arrivata una mazzata da cui è davvero difficile riprendersi: «Abbiamo chiuso la sede a febbraio – racconta Reina – e non abbiamo più riaperto. Per i nostri anniversari abbiamo sempre organizzato grandi feste, anche trecento persone a mangiare tutti insieme, ma quest’anno, per il nostro cinquantesimo, non abbiamo organizzato nulla. Impossibile e imprudente farlo ora”. In più, il 2020 aggiunge al danno la beffa: «Da molti anni il nostro punto di riferimento è la scuola sci di Salice D’Ulzio, a San Sicario. Il responsabile mi ha detto che è arrivata molta più neve e molto prima degli altri anni: si arriva a tre metri». Un dolore vero non poterne approfittare.
La speranza dello sci club Cavaria arriva a gennaio: «Stiamo valutando se organizzare qualcosa dopo l’Epifania – conclude Reina – ma i costi sono davvero alti, e non possiamo farci molto. I dieci euro di sconto che riusciamo ad ottenere sullo skipass giornaliero vengono “mangiati” dal costo del pullman, che possiamo sfruttare solo al 50%, raddoppiando quindi il costo per i viaggiatori».
Il destino dello Sci Club, insomma, sembra essere quello degli sci di legno di quel ragazzino appassionato, che ora sono appesi al camino. Un bellissimo ricordo di tempi migliori.
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