Compagni di viaggio
Entrati nella seconda ondata nel nostro Paese è stata scelta una via di compromesso tra una linea dura e una che garantisca una certa “normalità” L’informazione ha un compito importante perché contribuisce ad allargare la conoscenza
In questi giorni ci interroghiamo spesso su come saranno gli sviluppi della pandemia. Guardiamo ai dati con preoccupazione e con speranza a seconda di come si muove una curva. Leggiamo i giornali internazionali per capire cosa stia succedendo fuori casa nostra. Ascoltiamo esperti di cui ci si possa fidare. Tra questi vi segnaliamo due serie di podcast straordinari realizzati da Paolo Giordano e da Mario Calabresi, entrambi per Chora.
Cerchiamo di capire quale linea scegliere per continuare il nostro lavoro di informazione. Insieme a una certa routine è il dubbio ad alimentare i nostri sforzi. Non siamo nella prima linea del contrasto al virus, ma sappiamo bene come la nostra attività possa generare sentimenti diversi.
Comprendiamo la frustrazione di chi vorrebbe non trovare più quell’articolo dettagliato con numeri e grafici che descrivono l’andamento del virus. Sentiamo la fatica di quanti temono la crisi economica quanto quella sanitaria. Hanno tutta la nostra considerazione, ma è bene ricordarci tutti che l’emergenza non solo non è finita, ma richiede una nuova energia per poterla affrontare.
Entrati nella seconda ondata, nel nostro Paese, è stata scelta una via di compromesso tra una linea dura e una che garantisca una certa “normalità”. Ci rendiamo conto che prima o poi la gran parte delle nazioni devono ricorrere al lockdown o al “coprifuoco”. Sono parole che ci auguriamo di mettere presto in soffitta, ma adesso è presto. Quella via di compromesso ci permette di controllare l’andamento del virus in modo da non mandare in tilt gli ospedali e le strutture sanitarie. E intanto è partita una corsa contro il tempo con i vaccini.
Tutte cose che stiamo imparando a conoscere e che la stragrande maggioranza della popolazione ha fatto proprie. C’è ancora chi nega, o chi fa spallucce di fronte al bisogno di assumersi responsabilità, ma parliamo di minoranze.
In tutto questo l’informazione ha un compito importante perché contribuisce, insieme ad altri strumenti mediatici, ad allargare la conoscenza rispetto agli aspetti più semplici e quotidiani fino a quelli più di lungo periodo o strategici per la vita delle comunità.
In tutto questo con Varesenews siamo come dei compagni di viaggio con un percorso lungo e articolato. C’è tanto spazio e tempo da percorrere insieme e si possono affrontare tanti temi, non solo quelli del virus, ma argomenti dai più semplici ai più complessi, da quelli divertenti a quelli drammatici, sapendo però che quel cammino richiede attenzione e cura. Non ha alcun senso alimentare polemiche e discussioni sterili. Interessante il contraddittorio, ma sempre attenti a dare il giusto peso alle cose perché ci vuole poco a perdere di vista che abbiamo una meta comune. Nel breve periodo l’obiettivo per tutti è convivere con il virus e intanto scegliere mosse per farlo uscire dalle nostre comunità in modo più o meno definitivo.
Ce lo dobbiamo dire con onestà, sarà un viaggio lungo. Una cosa abbiamo chiara, insieme con tanti dubbi, vogliamo percorrerlo insieme, ascoltando, confrontandoci, migliorando il nostro lavoro. Lo facciamo studiando, selezionando le informazioni, ma soprattutto non stancandoci di domandare per poter informare sempre meglio.
In tutto questo, come saprete, abbiamo avviato un profondo cambiamento che prevede un patto sempre più stretto con i lettori.
Varesenews da 23 anni pubblica tanti materiali ogni giorno. Notizie, ma anche foto, pensieri, commenti, lettere, video che arrivano dai cittadini. Siamo cresciuti tantissimo e oggi siamo stabilmente intorno alle 200mila visite al giorno. Non abbiamo perso quell’attenzione verso ogni persona che ci contatta, chiede o sottolinea qualcosa che non va. Manteniamo un legame forte con i territori e lo vogliamo far crescere ancora di più.
Per questo abbiamo lanciato la membership. Sta andando bene e in un mese si sono abbonate 350 persone. È un numero ancora piccolo, ma significativo perché non abbiamo previsto “ricompense” di prodotto per chi sceglie di entrare in quella comunità. È una scelta di responsabilità perché il giornale possa restare gratuito come lo è stato finora. Lo terremo così perché siamo convinti che una buona informazione faccia vivere meglio perché fa crescere le persone e permette maggiore sviluppo alle comunità. Una parte del nostro impegno sarà incentrato su far crescere questo progetto perché questo renderà ancora migliore Varesenews e con questo il viaggio che stiamo facendo insieme.
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