“Un treno che non possiamo perdere”: il sistema economico varesino a favore della Malpensa-Gallarate
Nota congiunta di Camera di Commercio e associazioni di categoria: "Il no alla ferrovia è il manifestarsi della sindrome Nimby. Non possiamo rinunciare all'effetto-cantiere”
In vista del Recovery Fund, in un momento in cui il Paese è chiamato a ridisegnare il proprio futuro, Camera di Commercio di Varese, Confartigianato Imprese Varese, Confcommercio Uniascom provincia di Varese e Unione degli Industriali della provincia di Varese indicano la priorità per il territorio: Malpensa. Da qui la forte presa di posizione a favore della realizzazione del collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto e Gallarate. È un richiamo all’interesse generale del Varesotto, della sua economia, della sua competitività e della sua capacità di sviluppo quello che esprimono i vertici di enti e associazioni di categoria.
«Oggi più che mai – sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Varese, Fabio Lunghi – il nostro sistema economico non può sottostare alla volontà di chi, da solo, blocca un percorso già avviato per realizzare un’infrastruttura in grado di portare benefici a vantaggio dell’intero territorio. Il no appena giunto è il manifestarsi di quella “sindrome Nimby” che è invece quel virus da cui avevamo la speranza di essere stati resi immuni dalla lotta al Covid-19. Come pensare di salvaguardare quella che è la principale industria della nostra provincia per numero di dipendenti, l’aeroporto di Malpensa già colpito duramente dall’allerta sanitaria, stoppando un’opera in grado di rafforzare nei collegamenti il suo ruolo di facilitatore dello sviluppo? Insieme, vinceremo la battaglia contro il coronavirus, Malpensa ripartirà ma, per quel momento, dovremo essere pronti a cogliere al meglio le opportunità legate al riavvio dell’attività. Non possiamo permetterci di perdere tempo prezioso. Non possiamo, in un momento economico come quello attuale, permetterci di rinunciare all’“effetto cantiere”, stimabile in almeno un miliardo, generato dall’indotto di un investimento superiore ai 250 milioni. E non possiamo permetterci che, ancora una volta, tutte le risorse pubbliche destinate all’ennesimo rilancio di Alitalia siano disperse in politiche che non prendono in considerazione quello che è il territorio più ricco del nostro Paese. Si parla di una nuova Alitalia che considererebbe Malpensa solo per la propria attività cargo. Certo importante, ma non esaustiva del ruolo del nostro aeroporto. Soprattutto, però, l’operazione non può basarsi sul presupposto che, sul mercato passeggeri, sia permesso ancora una volta un dumping di Linate ai danni di Malpensa. Ci auguriamo che, chi di dovere, questa volta faccia scelte ponderate e non prenda decisioni scellerate, come troppe volte è capitato a danno delle imprese e dei cittadini tutti».
Questo il commento del Presidente dell’Unione Industriali, Roberto Grassi: «Siamo un Paese che non finisce mai di stupire per il suo autolesionismo. Il collegamento tra il Terminal 2 di Malpensa e Gallarate è un’opera che aveva già avuto il parere favorevole dell’Enac, di Regione Lombardia, del Ministero dell’Ambiente e, salvo alcuni rilievi di attenzione, anche della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio. Non solo, il cantiere aveva già trovato la copertura dei costi con fondi europei che il Ministero dei Trasporti ha fatto confluire nell’ambito delle Olimpiadi invernali 2026. È paradossale che un interesse allargato di territorio, del tutto conciliabile con la difesa ambientale, certificato da questa lunga sequela di sì e da un finanziamento già deciso venga messo da parte da un unico interesse particolare. È così, è con questo sistema che si vuole creare sviluppo e occupazione? È con questo modus operandi che vogliamo attrarre investimenti sul territorio a favore di un asset strategico per tutto il Nord Italia come Malpensa? Ecco perché chiediamo una riforma urgente della Pubblica Amministrazione e una sburocratizzazione del Paese. La domanda, volutamente provocatoria è: cosa succederà quando in Italia avremo le risorse del Recovery Plan? Un singolo ricorso, un singolo comitato del no potranno bloccare tutto? Non si può costruire il futuro di un Paese e di un territorio sul diritto di veto. Bisogna tornare ad affermare il diritto delle nostre comunità all’interesse generale. Malpensa è una priorità. Il suo sviluppo deve coinvolgere tutti. Nei prossimi mesi rischia di scoppiare una bomba occupazionale se non ci stringiamo intorno a quello che non è solo un aeroporto, ma la nostra porta sul mondo, oltre che la prima impresa lombarda per valore generato, posti di lavoro e indotto».
Le valutazioni di Giorgio Angelucci, presidente di Confcommercio Uniascom provincia di Varese: «Il collegamento Terminal 2-Gallarate è un treno che non possiamo e non dobbiamo perdere. Per l’intero territorio provinciale e, in particolare, per l’area di Gallarate e dei Comuni della zona aeroportuale, rappresenta una opportunità di rilancio unica, soprattutto in un momento di crisi economica senza precedenti. Malpensa è la più grande azienda Lombarda e per i Comuni dell’area Cuv è un bacino lavorativo senza eguali: degli oltre 15mila lavoratori in aeroporto (il dato riguarda soltanto l’impatto diretto) quasi la metà vive in provincia di Varese e il 17 per cento risiede nelle immediate vicinanze delle piste. A questi numeri vanno poi aggiunti quelli occupazionali creati dall’indotto dell’aeroporto. Stiamo parlando di migliaia e migliaia di lavoratori e delle loro famiglie che stanno guardando al futuro immediato con terrore e nell’incertezza assoluta ed è perciò a maggior ragione inaccettabile mettere in discussione un’opera che può rilanciare Malpensa al termine della pandemia. Un’opera in grado non solo di salvaguardare l’attuale livello occupazionale, ma anche di creare nuove opportunità lavorative: pensiamo ad esempio all’impatto positivo che avrebbe su Gallarate e sull’intera provincia con l’arrivo dei passeggeri in transito da e per il Terminal 2 e la conseguente necessità di fornire loro nuovi servizi, soprattutto di carattere commerciale. Nuove occasioni di crescita e di espansione anche per il comparto turistico, asset sul quale il Varesotto sta puntando da anni e settore che più di qualsiasi altro sta pagando le conseguenze dell’emergenza Covid-19.Possiamo davvero permetterci di rinunciare a questa opportunità in questo drammatico momento economico? La risposta è no».
Dal Ministero dei Trasporti uno stop (tecnico) alla ferrovia Gallarate-Malpensa
«Lo stop “tecnico” alla ferrovia Gallarate-Malpensa rappresenta un segnale negativo e inaccettabile per l’area di Busto e Gallarate, per il nostro sistema infrastrutturale – che da anni chiediamo di potenziare – e per la brusca frenata impressa al rafforzamento dello scalo e alla sua accessibilità» è il commento del presidente di Confartigianato Imprese Varese, Davide Galli, che aggiunge: «Non possiamo che recepire negativamente questo segnale anche alla luce delle importanti prospettive di sviluppo dirette, e per indotto, che intravvediamo nel comparto». Non si dimentichino, infatti, i benefici che potremmo trarre da questo intervento (correlato al potenziamento, da non dimenticare, della Rho-Gallarate). Tanto per cominciare anche Fs potrà garantire il collegamento Milano-Malpensa e, a seguire, Gallarate e Varese, così come la Svizzera, potrebbero avvicinarsi in termini di velocità allo scalo, rafforzandone il peso e sostenendone gli sforzi di ripresa al termine della pandemia, quando il mondo business ricomincerà a muoversi e quando avere un collegamento veloce, e ravvicinato nei tempi, consentirà alla brughiera di tornare ad essere il punto di riferimento della logistica, del cargo e dell’economia del nostro territorio.
«Il reticolato di rapporti da e per la provincia di Varese deve essere un valore da coltivare: ogni transito che intercetti il nostro territorio nelle sue zone strategiche costituisce una opportunità di rafforzamento per le imprese e una chance per la costruzione di nuove relazioni di affari. Non si dimentichi questo valore delle interconnessioni quando ci si dovrà rimettere al tavolo, e noi siamo disponibili a farlo, per discutere delle infrastrutture strategiche. Come, nei fatti, lo è la T2-Gallarate» conclude Galli.
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