«È con profondo rammarico che devo informarvi tempestivamente con questa lettera…». Si apriva così  la comunicazione con cui un anno fa Roberto Spada, presidente di Air Italy, annunciava la liquidazione in bonis di Air Italy, la compagnia di base a Malpensa e Olbia, erede di Meridiana.

Una crisi quasi dimenticata, complice il Covid che ha letteralmente travolto il mondo dell’aviazione civile, con migliaia di lavoratori in cassa integrazione e a rischio. Nella giornata dell’11 febbraio, a distanza di un anno, i lavoratori Air Italy si sono fatti sentire a Roma (al Mise, dove era programmato un incontro) e anche a Olbia, storica base di Meridiana, la compagnia che è stata “riversata” in Air Italy nel 2017.

La compagnia era nata infatti nel febbraio 2017 con l’ingresso nella vecchia Meridiana di Qatar Airways, che aveva presentato un piano ambizioso, facendo di Milano Malpensa la nuova base e puntando a creare un vero hub (con un sostegno anche esplicito da parte del gestore aeroportuale).

La crisi della compagnia era arrivata un anno fa: le prime difficoltà si erano avvertite già nell’estate 2019, poi gli scricchiolii si erano fatti più evidenti tra fine 2019 e gennaio 2020.

L’ultima agitazione dei dipendenti è stata sostenuta in particolare dal sindacato di base e dai sindacati autonomi di piloti e assistenti di volo, che hanno chiesto rinnovata attenzione in particolare ai presidenti di Regione (Solinas per la Sardegna e Fontana per a Lombardia). La compagnia ha oggi 1.465 lavoratori, un terzo circa a Olbia e due terzi a Milano Malpensa. La cassa integrazione era stata rinnovata a settembre.