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Possibile Varese prende posizione “contro l’inutile ferrovia Gallarate-Malpensa”

Possibile ribadisce la necessità di immaginare una nuova normalità che sappia coniugare davvero lo sviluppo economico con il rispetto dell’ambiente e della biodiversità

La ferrovia T1-T2 Malpensa

Varese Possibile prende posizione sul progetto della ferrovia Gallarate-Malpensa (qui tutti gli articoli)

Quando si parla di programmazione territoriale, si dovrebbero conoscere le caratteristiche sociali, economiche ed ambientali dello stesso. Se questo poi è un territorio fortemente urbanizzato (la provincia di Varese è una delle province lombarde con le maggiori percentuali di suolo consumato), ecco che la programmazione territoriale e la programmazione della rete infrastrutturale devono fare un salto di qualità rispetto al passato.

Le conseguenze dei cambiamenti climatici e della recente pandemia ci impongono di immaginare e pensare uno sviluppo territoriale che sia più armonico e rispettoso delle presenze ambientali rimaste, che sono da salvaguardare, conservare e potenziare. La presenza dell’aeroporto di Milano Malpensa impone, oltretutto, una gestione più coordinata e rispettosa dei comuni e delle popolazioni che dal 1998 sono costrette a “subire” le conseguenze negative della presenza dell’aeroporto mentre i vantaggi economici volano verso altri territori. Anche gli indicatori relativi ai lavoratori impiegati presso l’aerostazione dimostrano quanto sia lontana quella sostenibilità sociale tante volte promessa.

Ultimamente, il dibattito, locale e non, si concentra sui quattro chilometri di ferrovia più inutili sulla faccia della terra: il tracciato che collegherà il Terminal 2 dell’Aeroporto di Malpensa con Gallarate e la linea del Sempione, per permettere a chi arriva da nord e dalla Svizzera di raggiungere Malpensa. Chi invoca la realizzazione del nuovo tracciato non sa che questo passaggio esiste già? I treni Tilo collegano ogni giorno la Svizzera e l’Aeroporto di Malpensa.

Esistono strumenti, come l’analisi costi-benefici redatta dall’Università Statale di Milano, che dimostrano quanto sia inutile una nuova ferrovia. Ci sono le osservazioni del Parco del Ticino, dei Comuni, di associazioni ambientaliste e di semplici cittadini che mettono in evidenza le criticità ambientali. Regione Lombardia non vuole assolutamente prendere in considerazione pareri diversi da quelli dei dirigenti, in una procedura amministrativa che di “partecipazione” ha solo il nome.
Il dibattito si è spostato: non è più sul piano tecnico, bensì su quello politico. Abbiamo dovuto leggere cose che mai avremmo voluto leggere. I comuni, Casorate Sempione in modo particolare, sono stati lasciati soli, e il Consorzio Urbanistico Volontario (CUV) non riesce a parlare con una voce unica.

Gli esponenti della Lega dimostrano di non conoscere assolutamente la parte tecnica del progetto, spingendo affinché qualsiasi opera legata direttamente o indirettamente all’aeroporto di Malpensa venga realizzata indipendentemente dal suo impatto ambientale. Ci penseranno le compensazioni ambientali, ripetono come un mantra, ma hanno la memoria corta: a oggi stiamo ancora aspettando le compensazioni ambientali relative al progetto di Malpensa 2000. I terreni interessati da queste compensazioni sono proprio quelli dove si vorrebbe far passare il tracciato ferroviario e realizzare l’espansione dell’Aeroporto di Milano Malpensa.
In queste settimane, anche le associazioni di categoria hanno dimostrato di non essersi accorti della crisi sociale e ambientale che stiamo vivendo, sostenendo lo stesso percorso che ci ha portati alla crisi climatica attuale. Uno sviluppo economico incontrollato e squilibrato, soprattutto a scapito dell’ambiente e delle risorse ambientali, come avveniva prima della pandemia. Se la normalità di prima era il problema, perché ci si continua a muovere lungo lo stesso solco del quale ben conosciamo le conseguenze?
Sia a livello nazionale che a livello locale, Possibile ribadisce convintamente la necessità di immaginare una nuova normalità che sappia coniugare davvero lo sviluppo economico con il rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Questo non comporta un blocco totale della realizzazione delle opere infrastrutturali, ma ci invita a studiare con attenzione quali opere siano veramente necessarie per lo sviluppo di un territorio, e mostra come uno strumento quale la Valutazione di Impatto Ambientale Strategica (VAS) sia l’unico strumento in grado di darci queste risposte. L’applicazione di questi strumenti, largamente impiegati a supporto di uno sviluppo economico sostenibile in tutta Europa, nel nostro paese e in Lombardia in particolare sia ostacolata con ogni mezzo e scappatoia burocratica. Ribadiamo, inoltre, che non è più accettabile che lo sviluppo di un territorio non passi attraverso la partecipazione e il coinvolgimento degli enti locali e delle popolazioni residenti.
La nuova normalità ha bisogno di percorsi nuovi, di strumenti adeguati, di partecipazione e di un maggiore rispetto per gli ambienti naturali e la biodiversità. Da questi punti si deve ripartire senza esitazione. Riproporre vecchi schemi può solo portarci ad ampliare il baratro della crisi che stiamo vivendo.

Walter Girardi Cattaneo, membro del Comitato Scientifico nazionale di Possibile
Marco Berteotti e Irene Scavello, portavoce di Varese Possibile

Pubblicato il 02 Febbraio 2021
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