Si presenta Centro Popolare Gallarate, i “centristi moderati” per Cassani
È il nuovo progetto del gruppo che comprende Donato Lozito e anche molte persone con storia in CL. "Chiediamo al sindaco un tavolo programmatico"
Si è presentato, in vista delle elezioni amministrative 2021 a Gallarate, Centro Popolare Gallarate: «nuovo soggetto politico», non solo lista, con l’obbiettivo di essere presente stabilmente. Centristi collocati solidamente «all’interno del centrodestra».
«Vogliamo essere nel centrodestra come soggetto protagonista» dice Francesco Rubino. «Vogliamo essere elementi di congiunzione, comun denominatore delle diverse voci». La lista esprime un «centro moderato», trae forza da una parte del mondo cattolico, con biografie diverse, tra cui diverse che passano dal movimento di Comunione e Liberazione: i riferimento valoriali sono dunque quelli della sussidiarietà, della collaborazione pubblico-privato, di. un certo comunitarismo di «fraternità» opposto all’individualismo.
La lista ha una sua collocazione già oggi nel centrodestra al governo della città. Per la presenza di Donato Lozito, presidente del consiglio comunale in questi cinque anni di amministrazione Cassani (e prima nell’era Mucci), ma anche per un riconoscimento dell’operato della giunta Cassani. Alberto Colombo ha citato come elementi apprezzati – a solo titolo di esempio – il sostegno «alle iniziative culturali», «la scelta di destinare al Banco per la famiglia una parte dei fondi d’emergenza» per le persone in difficoltà per crisi Covid (nel segno appunto della sussidiarietà). E ancora il percorso che ha portato a «ridare vita a un edificio scolastico abbandonato», quella scuola di via Bottini che è stata affidata dal Comune – per il recupero e la gestione – a una paritaria.
I primi promotori del progetto sono Carlo Bonicalzi, Giancarlo Cecchin, Lorenzo Ciampoli, Luigi Galluppi, Donato Lozito, Giorgio Luini, Francesco Moglia, Angelo Molon, Francesco Rubino, ma alla presentazione online di sabato mattina hanno partecipato cinquanta persone circa. «Amici e cittadini gallaratesi che hanno iniziato a lavorare mesi fa», li ha chiamati Rubino.
Centro Popolare Gallarate si presenta ancora come «laboratorio» aperto. Del resto le elezioni appaiono ora di nuovo lontane (con il voto a fine estate-inizio autunno, forse addirittura a ottobre) e il quadro resta in parte fluido. Ma i centristi chiariscono subito la loro posizione: «Quando arriveremo a concordare su una figura di candidato sindaco, saremo i primi sostenitori, chiunque sia» dice Rubino. «Il candidato naturale del centrodestra è Andrea Cassani, è in corso un confronto che porterà alla scelta». Lo ribadisce Lozito: «Dovesse succedere che cambino le condizioni, noi non vogliamo una alternativa calata dall’alto, ma costruire insieme alternative, che però oggi non vediamo»
Con Cassani, dunque, ma già con una funzione di pungolo, per non impantanarsi nell’attesa di una definizione della coalizione che dipenda solo dai (complicati) equilibri provinciali tra le tre maggiori città. «Chiedo al sindaco e ai partiti di aprire un tavolo di confronto programmatico che ci porti in maniera coesa alle prossime elezioni» continua Lozito. Oggi c’è sì un confronto tra partiti e liste, ma «il tavolo programmatico non è ancora partito. C’è la possibilità che Cassani apra questo tavolo». Nel frattempo Centro Popolare Gallarate può diventare anche seme di un «rassemblement delle forze civiche e moderate», ripete due volte Lozito, soggetto civico e indipendente dai partiti (viene chiarito alla domanda sui rapporti con Forza Italia).
Quanto al programma, per ora il gruppo indica una serie di parole chiave e sottolineature: “Una citta Viva”, basata sul sostegno alle famiglie, ambiti integrazione e convivenza civile, sussidiarietà, nuove forme di residenzialità. “Una città Vivibile”, “una città Sostenibile” anche nella progettazione urbanistica e nella riduzione consumo di suolo. “Una città Interconnessa”, con Comuni vicini e con l’intera area di Malpensa.
E poi “una città attenta al bisogno sanitario”, con l’attenzione al mantenimento del presidio finché non verrà realizzato «l’ospedale unico d’eccellenza», su cui l’iniziativa soprattutto della Regione, al di là di «atti d’indirizzo» che possano venire dal Comune.
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