A gennaio 2021 il cargo di Malpensa è cresciuto del 24,9%
Il dato è influenzato dall'attivazione dell'hub di Dhl e anche altri vettori si stanno muovendo in modo dinamico. Ma ci sono ancora margini di crescita
È un tendenza ormai da settembre, ma che si va consolidando: mentre il traffico passeggeri rimane drmmatico, a Malpensa il cargo rappresenta l’unica luce positiva. I volumi non solo confermano il risultato del periodo pre-Covid ma li supera, in una crescita che l’ad di Sea Armando Brunini ha definito «vorticosa».
A gennaio Malpensa ha movimentato complessivamente merce per 49.785,4 tonnellate, ovvero il 24,9% in più rispetto allo stesso mese del 2020 (che era stato di lieve calo rispetto al 2019 con 39.851 tonnellate complessive). Il dato sul primo bimestre – ancora non certificato – parla di un incremento del 34%.
Il dato di Malpensa in crescita del 24,9% s’inserisce in un quadro di contrazione su altri scali, che movimentano comunque volumi molto inferiori: a Roma Fiumicino il calo 2021 su 2020 è stato del 50,1% (in numeri assoluti il secondo scalo cargo in Italia ha mosso a gennio 6.257,3 tonnellate), a Ciampino dell’11,2. Cresce Pisa (+1,5%), mentre al Nord cresce Brescia (+6%), “regge” Bologna (in flessione solo dello 0,4%) e crolla Venezia, con -37,3. È invece da leggere in connessione con Malpensa il dato di Orio al Serio, rimasta orfana appunto di Dhl, che qui aveva la sua base principale: il calo sul 2020 sullo scalo bergamasco è del 73,8%, l’altra faccia dell’aumento di Malpensa.
«In questo difficile momento causato dalla pandemia mondiale, le merci sono fattore fondamentale di resilienza del sistema economico e produttivo nazionale», ha detto l’ad di Sea Brunini, sottolineando come Malpensa «può giocare un ruolo a livello europeo» (foto: auto da corsa elettriche sbarcate settimana scorsa da un Boeing 747 Saudia Cargo da Riyad, hanno proseguito su camion verso Roma – foto Vola Malpensa).
L’esempio migliore viene proprio dal nuovo hub di Dhl, che è riferimento non solo per l’Italia, ma per l’intero comparto mediterraneo, nella logica di de-centralizzazione dello spedizioniere, che sta rafforzando tre hub “periferici” in aggiunta a quello di Lipsia (che comunque manterrà il ruolo predominante): il nuovo snodo di Malpensa è così ad esempio collegato direttamente all’hub statunitense di Cincinnati.
Ma Brunini, nelle ultime settimane, ha più volte ribadito che non è solo Dhl a sostenere la crescita del settore merci: un ruolo ha per esempio Amazon, che ha aperto nuovi voli su Cagliari e Catania. È atteso poi l’annuncio ufficiale di un altro operatore del settore corrieri, l’americana Ups. C’è poi il nodo del ruolo di Ita-Alitalia: il piano industriale prevede un generico sviluppo del cargo della “nuova Alitalia” incentrato su Malpensa, un nuovo ruolo che viene sollecitato anche Anama/Fedespedi.
Proprio il presidente di Anama (e vicepresidente di Fedespedi) Alessandro Albertini ha richiamato anche i limiti del sistema cargo italiano, la parziale dipendenza dai network esteri ma – per contro – anche i margini di crescita possibile. «Oltre 300 mila tonnellate di merci aeree con destinazione o origine Italia, ovvero il 30 per cento delle merci aeree esportate e importate dalle nostre aziende, utilizzano tratte aeree in arrivo o in partenza da e per aeroporti europei nostri competitor». Merci che poi devono proseguire su gomma, «con un forte impatto negativo su tempistiche e ambiente».
Rettifica: l’articolo indicava erroneamente il volo Dhl per Philadelphia in luogo di Cincinnati
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