Ravasi, ritorno al Giro: “La squadra mi ha dato tranquillità”
Lo scalatore di Besnate sarà l'uomo di classifica della Eolo-Kometa. In questi giorni sento il buon lavoro fatto al Tour of the Alps: abbiamo direttori molto esperti, sanno come aiutarci"
«Per la classifica generale mi aspetto una sorpresa dal nostro conterraneo, Edward Ravasi: ritengo che sia un atleta che non ha ancora espresso il suo potenziale in questa categoria e mi auguro che riesca a farlo quest’anno». Ivan Basso è uno che di giri d’Italia se ne intende, avendone vinti due, e di solito non spreca parole a caso: se questo è il suo giudizio, Eddy Ravasi – 27 anni ancora da compiere – ha davvero le qualità per farsi notare nella corsa rosa 2021.
Certo, sarebbe folle pensarlo tra i campionissimi che si spartiranno le posizioni di vertice, però è plausibile che il corridore originario di Besnate – e ora trapiantato a Comerio – possa trovarsi un posto tra i migliori quindici o per lo meno possa provare a restare agganciato il più a lungo possibile al ristretto treno dei più forti.
Prima di partire per Torino, sede del via del Giro, Ravasi si è concesso un ultimo allenamento “lungo” sulle strade di casa: Campo dei Fiori, Alpe di Neggia, Grantola, Cuvignone, le salite che non possono tradire, quelle che danno dati certi a chi deve valutare la propria condizione. «L’ultimo allenamento a casa era sulla distanza senza grandi fatiche. Volevo stare in bici a lungo e fare un po’ di “dietro moto”. I tempi sul Cuvignone sono stati poco sotto i 30′ e le sensazioni sono buone ed è questo che conta».
Ivan Basso ha apertamente detto che lei è l’uomo di classifica in casa Eolo-Kometa. Sente questa responsabilità?
«Diciamo che già da quando abbiamo saputo che la Eolo-Kometa sarebbe stata invitata al Giro, nella mia mente ho pensato a prepararmi per essere al 100% per questo evento importantissimo. Sono davvero felice di tornare dopo alcuni anni (nel 2018 lo disputò da gregario con la UAE Emirates, arrivando 80° ndr): ora sento che il Giro sta arrivando davvero e lo aspetto come se fosse il primo giorno di scuola. Cercherò di fare il meglio e di curare la classifica; la concorrenza quest’anno è davvero forte ma proverò a stare davanti».
In ammiraglia avrete due direttori sportivi come Stefano Zanatta e Sean Yates che vantano grande esperienza. E poi nel caso ci sono due personaggi come Basso e Contador alle spalle… cosa ha ricevuto da loro, in questo avvicinamento?
«Soprattutto mi hanno dato la tranquillità necessaria. Mi hanno fatto capire che sarei dovuto arrivare tranquillo a questi giorni tranquillo e mi hanno insegnato a non avere fretta. Queste cose sono emerse al Tour of the Alps che ho corso di recente: ci sono arrivato dopo un lungo periodo di allenamento (sulla Sierra Nevada ndr) e dall’ammiraglia mi hanno spiegato di non guardare tanto al risultato ma piuttosto di cercare di fare fatica e di lottare».
Una “tattica” che ha pagato?
«Che sta pagando. Devo dire infatti che nei giorni che ho trascorso a casa prima del Giro ho sentito venir fuori il lavoro fatto all’Alps. Avere persone come loro in ammiraglia è un supporto in più: hanno davvero tanta esperienza e sapranno guidarmi al meglio».
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