“Il futuro è la medicina territoriale, con le Case della salute”
Michele Bisaccia è medico di base e direttore sanitario di una Rsa, candidato consigliere con Margherita Silvestrini. "L'ospedale unico? Prima serve il potenziamento della medicina territoriale"
«Anche a Gallarate occorre cambiare modello sanitario: da una medicina di attesa ad una medicina di iniziativa». Michele Bisaccia, medico di famiglia a Gallarate e direttore sanitario di una casa di riposo cittadina, è oggi candidato nelle file del centrosinistra per Margherita Silvestrini.
Insieme al sociale, il tema della salute è uno dei punti più sviluppati nel programma di Silvestrini (che è stata assessore al sociale dal 2011 al 2016). «Nell’organizzazione sanitaria si deve dare maggiore rilevanza all’assistenza territoriale» spiega Bisaccia, collegandosi anche al tema delle “Case della salute” che dovrebbero nascere con il coinvolgimento delle comunità locali (e quindi dei Comuni).
«L’Amministrazione comunale è il soggetto privilegiato per trovare luoghi e percorsi organizzativi capaci di fornire quelle risposte oggi assenti. Nella struttura sanitaria di Regione Lombardia il medico di medicina generale o il pediatra non sono più le figure centrali nella gestione della salute dei propri pazienti, dovrebbero invece rappresentare il “focal point” del coordinamento degli interventi sanitari sui propri assistiti».
«Il vecchio modello sanitario è quello che poggia sulla medicina di attesa che si attiva solo nel momento in cui il paziente è malato – mentre la medicina di iniziativa è una medicina preventiva che punta ad intervenire sui bisogni dei nostri pazienti – intervenendo prima, in modo da evitare che questi si ammalino» dice Bisaccia, che oltre che medico di famiglia è anche Direttore sanitario del Melo di Gallarate.
«Proprio perché si tratta di medicina preventiva è chiaro che il fulcro di questa medicina è la medicina territoriale e non può essere l’Ospedale: ad esso sarà sempre affidato il compito della medicina di attesa perché l’Ospedale non potrà mai fare un’azione preventiva nei confronti dei cittadini ma farà sempre un’azione di cura verso i malati.
Ma, se l’azione che noi vogliamo intraprendere è quella di ridurre e prevenire il numero dei malati cronici che in questo momento rappresentano il vero problema e costo della nostra sanità, l’unica possibilità di intervento è un potenziamento della medicina territoriale: il protagonista di questo cambiamento deve essere proprio il medico di famiglia.
Il medico di famiglia sia il protagonista del cambiamento
«In questo processo di cambiamento, il medico di famiglia diventa il vero protagonista, essendo una sorta di consulente per le famiglie sulla salute: è chiaro che nell’ottica di uno sviluppo di medicina territoriale si possa pensare allo sviluppo di strutture sanitarie come le Case della salute. Sono state già ideate e realizzate in altre Regioni, dove la presenza del Medico di famiglia è di primaria importanza e potrà operare all’interno o all’esterno delle stesse, coordinando – allo stesso modo – tutte le figure professionali che gravitano attorno alla medicina territoriale: l’infermiere di comunità, il fisioterapista, gli assistenti sociali. La maggiore aggregazione e il coordinamento tra le diverse figure professionali risulta indispensabile per offrire il migliore servizio al cittadino».
Nel programma di Margherita Silvestrini sulla salute c’è anche il tema della “Medicina di comunità per servizi di prossimità ai cittadini,” dove l’impegno è rivolto al permettere di prendersi cura di sé e degli altri, sostenendo una medicina di prossimità ai cittadini, nelle case e nei quartieri, con servizi di prevenzione e tutela della salute nei luoghi di vita e favorendo la sperimentazione regolata dell’Infermiere di Quartiere, di strutturati interventi a domicilio, di ambulatori disponibili H24 e 7 giorni su 7, di service di comunità, segreterie e help desk a distanza per l’orientamento nella gestione di problemi di salute, anche importanti, ma non urgenti.
Ospedale unico Busto-Gallarate: prima di una struttura d’eccellenza occorre creare un tessuto di contorno affinché possa funzionare in maniera adeguata
Sullo sfondo c’è comunque la grande prospettiva dell’ospedale unico Gallarate-Busto, tra promesse, lunghi periodi di stasi, improvvise accelerazioni come quella vista tra primavera e inizio estate, “cavalcata” soprattutto dal centrodestra di Busto.
«E’ chiaro che potrebbe essere auspicabile in un futuro una struttura sanitaria d’eccellenza e che questa struttura possa rispondere allo stesso tempo, ai bisogni di due comuni: il problema è che questo passo andrebbe fatto solo dopo aver potenziato la medicina territoriale perché se noi ci concentriamo esclusivamente su una struttura ospedaliera andremo sempre verso una medicina di attesa, una tipologia di medicina ormai vecchia e che non può rispondere in alcun modo al momento preventivo» dice Bisaccia, sollecitato da Margherita Silvestrini sul tema.
«La sinergia tra le figure professionali è di fondamentale importanza: purtroppo il sentore che ho in questo momento è che oggi si dia più importanza agli edifici rispetto alle persone che occupano quegli stessi edifici. Per cui credo che il problema non sia quello di trovare una nuova struttura dove posizionare l’ospedale, ma sia quello di organizzare chi lavora all’interno dell’ospedale stesso. E ancora, penso che un analogo ragionamento valga anche per le Case di salute: il fattore determinante prima di pensare alla struttura è quello di organizzare chi andrà a lavorarci dentro come medici di famiglia, infermieri di comunità e altri. Senza andare a stravolgere il ruolo – che rimane centrale e di grande aiuto – del medico di famiglia è indispensabile interpretarlo sempre di più come consulente familiare per la tutela della salute. Io e i miei colleghi lo abbiamo vissuto e sperimentato – soprattutto in questo periodo di pandemia – dove le notizie provengono da qualsiasi ambito e generano spesso molta confusione. Credo infatti che il nostro ruolo sia sempre stato quello di portare chiarezza e dare dei suggerimenti. Più che offrire informazioni, di cui oggi siamo sommersi, dobbiamo offrire soluzioni».
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