Il cantiere a Cavaria procede spedito, la provinciale potrebbe riaprire giovedì
Sistemato il punto più problematico, mercoledì è prevista la chiusura del cantiere nel secondo punto dove la strada ha ceduto. Anche qui si contano i danni legati a piogge eccezionali difficili da gestire
A due giorni dal nubifragio che ha devastato la strada provinciale 341, a Cavaria con Premezzo procedono spediti i lavori di ripristino della fogna e della superficie stradale.
«L’intervento nel punto più danneggiato sono già stati completati» annuncia con soddisfazione l’assessore Diego Bonutto, che sta coordinando i lavori insieme ad Anas e ad Alfa, il gestore provinciale della rete idrica (e quindi anche delle fognature).
Nella mattina di oggi, martedì 21 settembre, i lavori di ricostruzione della condotta fognaria (“esplosa” per la pressione dell’acqua) all’altezza dei giardinetti erano già stati completati: nel pomeriggio si è provveduto alla asfaltatura.
A questo punto si prosegue con i lavori nell’altro punto lesionato, pochi metri oltre, vicino al semaforo “centrale” dei tre nel centro di Cavaria: «Nella giornata di domani si ripristinerà anche qui l’asfalto», continua Bonutti.
La previsione è che si possa riaprire già nella giornata di giovedì, anche se Bonutto preferisce tenere un po’ di cautela parla di una riapertura «entro il fine settimana». In ogni caso, rispetto al disastro di domenica, i tempi sembrano essere piuttosto limitati: il cedimento della strada a Cavaria è probabilmente l’evento più problematico emerso domenica, dal punto di vista della viabilità, visto che interessa la strada principale Gallarate-Varese (grave anche il crollo registrato nella vicina Jerago con Orago, dove più agevole e rapido è stato il ripristino della strada).
Anche a Cavaria si è assistito a danni legati alla pressione sulla rete fognaria in condizioni eccezionali, che però diventano sempre più frequenti a causa dei cambiamenti del clima, con piogge “tropicali” concentrate in poche ore, magari dopo lunghi periodi di siccità.
Uno scenario di fronte a cui sindaci e gestori della rete stanno ancora pensando a contromisure efficaci, in un territorio – in particolare quello del Basso Varesotto – ad alta urbanizzazione e permeabilizzazione del suolo (con il picco di Gallarate, 71% del suolo edificato).
Perché il sistema fognario non può reggere alle “bombe d’acqua” e alcune soluzioni sostenibili
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