Inchiesta sulla corruzione a Cassano Magnago, chiesta l’archiviazione per alcune vicende
Il sostituto procuratore Calcaterra ha chiesto l'archiviazione per la vicenda Lidl, per quella che riguarda la società del vicesindaco Coghi e per l'appropriazione indebita del sindaco Poliseno
La Procura di Busto Arsizio ha chiuso nelle scorse settimane le indagini su diversi episodi di corruzione che avrebbero riguardato esponenti dell’amministrazione comunale di Cassano Magnago (vedi l’articolo in fondo) e l’ex-dirigenza della società in house Sieco.
Per alcuni di questi fatti ha chiesto l’archiviazione, «nonostante numerosi indizi che hanno rivelato gravi anomalie e dinamiche opache di commissione tra pubblico e privato». Lo specifica lo stesso sostituto procuratore, titolare delle indagini, Nadia Alessandra Calcaterra nella richiesta di archiviazione presentata al giudice per le indagini preliminari con la quale spiega i motivi che hanno portato alla decisione.
In particolare è stata chiesta l’archiviazione per la vicenda che riuguardava la realizzazione del supermercato Lidl che coinvolgeva l’ex-sindaco di Gallarate Nicola Mucci, in qualità di intermediario immobiliare, l’ex-amministratore di Sieco Antonio Frascella, l’ingegnere Gianluca Quartesan, Giuseppe Bianchi e Massimiliano Baggi, il sindaco Nicola Poliseno. Secondo il magistrato, dunque, non sono emersi sufficienti elementi per provare il passaggio di una tangente ipotizzata di 150 mila euro.
Chiesta l’archiviazione anche per l’esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona nei confronti di Gianpiero Bianchi, relativamente alle tavole del progetto per la realizzazione del supermercato.
Archiviazione per mancanza di querela di parte anche per la tranche d’indagine che ha fatto emergere un’appropriazione indebita da parte del sindaco Nicola Poliseno dal conto del gruppo consiliare, gestito dall’amico e compagno di partito Angelo Palumbo, in qualità di tesoriere del gruppo. Palumbo, infatti, davanti all’evidenza delle distrazioni di fondi da parte di Poliseno per pagare spese che nulla avevano a che fare con l’attività della lista, ha deciso di non querelare.
Altra vicenda che non avrà un seguito processuale riguarda il contratto d’affitto stipulato, senza gara, da Sieco in favore della società “La casa del Gas” del vicesindaco Osvaldo Coghi. Seppure emerga una condotta particolarmente censurabile e sussista l’ipotesi del danno erariale, secondo la pm non ci sono sufficienti prove per contestare la corruzione e la turbata libertà degli incanti. Da escludere anche l’ipotesi di abuso d’ufficio, reato recentemente depenalizzato.
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