L’Asst Valle Olona festeggia i suoi fisioterapisti: da inizio pandemia assistite oltre 2000 persone
In occasione della giornata che, a livello mondiale, celebra questa figura professionale, l''azienda ha fatto il punto dell'attività svolta durante i mesi di pandemia
137 persone assistite nel quadrimestre marzo- giugno 2020, salite a 275 nel periodo ottobre dicembre e a 583 nei primi 7 mesi del 2021. È il carico di lavoro affrontato dai fisioterapisti dell’ospedale di Busto Arsizio che hanno, al loro attivo, 14.234 sedute di fisioterapia in 15 mesi. È la quota preponderante di un’attività che, a livello aziendale di Asst Valle Olona, tiene anche conto delle 364 persone seguite all’ospedale di Gallarate ( per un totale di 4718 sedute di fisioterapia), dei 685 pazienti dell’ospedale di Saronno nel periodo luglio dicembre 2020 ( con 8755 sedute) e delle 28 dell’ospedale a Somma Lombardo con 971 sedute. Per un totale di 2072 persone assistite nel corso di 28678 sedute.
Gli specialisti hanno lavorato quasi totalmente con pazienti Covid che avevano bisogno di recuperare tonicità muscolare, dopo giorni di degenza, ma anche capacità respiratoria, con la branca della fisioterapia che si occupa proprio del respiro.
L’occasione del bilancio è stata la Giornata Mondiale del fisioterapista che si celebra nel mondo l’8 settembre con lo scopo di promuovere il ruolo del fisioterapista a supporto della salute e del benessere della popolazione. Un modo per sensibilizzare le istituzioni verso la professione e verso i pazienti. Nel 2021 la Giornata Mondiale della fisioterapia è stata dedicata al ruolo del fisioterapista nella riabilitazione dopo Covid-19. Lo slogan della Giornata è: “Con la fisioterapia la vita si rimette in movimento”.
Un ruolo che è stato di primaria importanza nella gestione dei malati di covid.
Già quando il paziente viene ricoverato in terapia intensiva il fisioterapista assiste i pazienti intubati aiutandoli con esercizi di ginnastica passiva e/o attiva assistita muovendo gli arti del paziente, impossibilitato a farlo da solo o aiutandolo a colmare il deficit di forza al fine di prevenire ulteriori danni secondari. Il lavoro attivo assistito e se possibile attivo a blandi carichi previene anche il decondizionamento motorio conseguente all’allettamento e favorisce l’iniziale ricondizionamento motorio.
Successivamente all’uscita dalla terapia intensiva, il fisioterapista aiuta il paziente nel recuperare più in fretta la mobilità articolare e, soprattutto inizia o prosegue nel percorso di ricondizonamento motorio. Un processo che nelle forme più severe della malattia può durare anche molte settimane o mesi.
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