Orgoglio, passione e tanti sacrifici: Gianni Stigliano è pronto per la sua seconda “Dakar”
Il 48enne di Gorla Maggiore sarà al via del 2 gennaio in sella a una nuova KTM 450. «L'obiettivo è arrivare alla fine: per me sarebbe come vincere una medaglia d'oro»
“Sand galore”, “sabbia a bizzeffe”. È questo lo scenario – racchiuso nel motto stesso della corsa – che si troveranno ad affrontare dal prossimo 2 gennaio i concorrenti del Rally Dakar, il raid motoristico più famoso, affascinante, discusso e amato del mondo. Nel 2022 si disputerà nuovamente nei deserti dell’Arabia Saudita, seconda volta dopo che gli organizzatori hanno lasciato il Sudamerica per trasferirsi in Oriente.
Sarà quindi la sabbia a farla da padrona e a creare le maggiori difficoltà ai concorrenti, in particolare ai motociclisti che rappresentano una categoria speciale: soli, poco protetti, talvolta senza assistenza. Tra di loro ci sarà anche un pilota del Varesotto, Giovanni “Gianni” Stigliano, 48enne di Gorla Maggiore, per la seconda volta al via. Lo scorso anno l’avventura del portacolori del team JBRally si fermò per un guasto irreparabile alla sua Yamaha, quest’anno Stigliano ci riprova con una novità: sarà in sella a una KTM 450 Rally Replica (numero 82), un investimento importante per centrare l’obiettivo di portare a termine la gara. (foto in alto: Stigliano e la sua KTM alla serata di presentazione al “Mokha” di Rescaldina)
Un anno dopo la “prima volta” Gianni Stigliano ci riprova. Come arriva all’appuntamento con la Dakar 2022?
«Arrivo in grande forma fisica: stavo già bene lo scorso anno, ma questa volta mi sono preparato in maniera ancora più impegnativa e profonda. Per passione sono un nuotatore in acque libere (è una presenza fissa nelle gare del circuito IOWT organizzato dall’associazione varesina “I Glaciali” ndr) ma poi faccio bici, corsa e palestra oltre naturalmente a uscire in moto ogni weekend. Il mio preparatore è Maurizio Milana con cui sto svolgendo davvero un grande lavoro: mi ha davvero “tirato il collo” permettendomi però di migliorare in maniera significativa la mia forma fisica. Insomma, mi sento pronto per affrontare una gara impegnativa come la Dakar».
Una gara in cui avrà a disposizione una moto nuova. Ce la racconti.
«Acquistare la nuova moto è una scelta in qualche modo obbligata: la Ktm 450 oltre a essere un grande mezzo è la più usata alla Dakar e questo permette di trovare con facilità pezzi di ricambio in caso di bisogno. Si tratta di una moto costruita apposta per correre, con equipaggiamento “super racing”; non la ho ancora utilizzata in gara ma ho potuto svolgere una settimana di test molto probanti in Tunisia, a ottobre. Su strade dove non piove da due anni, la sabbia era talmente secca e polverosa che facevo fatica ad avanzare. Molto duro, ma molto importante in vista della Dakar».
Stigliano in azione nella Dakar 2021Lo scorso anno lei gareggiò nella categoria “Original by Motul”, la vecchia “Malle Moto”, quella per i concorrenti privi di assistenza. Piloti che a fine tappa devono sistemare il mezzo e prepararlo per il giorno successivo. Quest’anno?
«Quest’anno no, ma non per mia scelta. La malle moto è la filosofia che più mi piace, e lo stesso vale anche per i miei amici del team JBRally ma purtroppo l’organizzazione non mi ha ammesso a quella classe. Un problema anche economico, perché ho dovuto trovare un team a cui legarmi, per avere almeno un minimo di assistenza e i costi sono aumentati. Sono stato accolto a braccia aperte dai ragazzi dell’FZ Factory e ciò mi fa molto piacere: dovrò comunque cavarmela da solo in molte occasioni, però almeno so di poter contare su un aiuto e sull’ospitalità a fine tappa».
Lei è un motociclista dilettante nel vero senso della parola. Cosa significa preparare un’avventura del genere “timbrando il cartellino” ogni giorno, sul posto di lavoro?
«È un grandissimo sacrificio sotto tutti i punti di vista: economico, familiare, personale. Le ferie dal lavoro servono per gareggiare e fare i test e di fatto sono due anni che non faccio vacanze con la famiglia. Anche per loro non è facile, ma sanno quanta passione io ci metta. Un altro aspetto complicato è la parte burocratica e organizzativa: lo dico come battuta, è più semplice gareggiare in una Dakar che risolvere tutti gli intoppi e le incombenze dei mesi precedenti. Almeno, una volta che sei in sella e ti danno lo start, sai a cosa vai incontro, e cioè a 15 giorni pazzeschi. Sono orgoglioso di poterci essere anche questa volta».
A circa venti giorni dalla partenza, qual è l’obiettivo che si è dato per l’edizione 2022?
«Senza dubbio quello di portare a termine la gara. Lo scorso anno fui costretto al ritiro da un guasto e mi dispiacque molto: per chi gareggia per passione, vale per me come per tanti altri piloti, arrivare alla fine della Dakar vale come una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Poi è ovvio che, una volta in gara, si dia un’occhiata anche ai risultati, però l’obiettivo unico è quello di arrivare sino a Gedda, sotto lo striscione finale. Per me, per la mia famiglia, per gli sponsor e per gli amici del mio team che mi supportano e fanno il tifo a distanza».
CHI È GIANNI STIGLIANO
Classe 1973, bustocco di origine e gorlese di adozione, Giovanni “Gianni” Stigliano ha esordito alla Dakar nel 2020 su una Yamaha WR450F, ritirandosi nella settima tappa per un guasto meccanico. Portacolori del team JBRally di Jerago con Orago, Stigliano ha all’attivo numerose partecipazioni nei raid motoristici soprattutto nel nordafrica (Libia, Tunisia, Marocco, Algeria) e in Europa. Nel 2021 ha ottenuto l’ottavo posto finale nel campionato italiano Raid TT ed è entrato nella top ten del Rally Albania.
RAID DAKAR 2022
La 44a edizione del Rally Dakar si disputerà interamente in Arabia Saudita tra il 2 e il 14 gennaio 2022: i concorrenti partiranno da Ha’il per arrivare a Gedda dopo 12 tappe inframezzate da un solo giorno di riposo, domenica 8 a Riad. Oltre alle tre categorie tradizionali (moto, auto e camion) ci saranno classifiche a se stanti per quad, superleggeri, mezzi d’epoca e side by side (SSV): in quest’ultima categoria gareggerà un altro varesino, Eugenio Amos, con un Can-Am XRS del team tedesco South Racing.
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