Scontro sull’ospedale unico, ma alla fine il consiglio di Gallarate vota il no al dibattito pubblico
Favorevole il centrodestra, unite nella contrarietà le diverse opposizioni. E in parallello l'assemblea comunale ha costituito anche la commissione Sanità, su cui invece sono (quasi) tutti d'accordo.
Sulla deroga al dibattito pubblico sull’ospedale unico si spacca il consiglio comunale di Gallarate: da un lato la maggioranza compattamente favorevole ad evitare la fase di discussione su un tavolo istituzionale, dall’altra le (diverse) opposizioni che invece sostenevano tutte l’opportunità di questa fase di confronto. Ma in consiglio comunale il voto sulla deroga è stata accompagnata anche da un altro voto – quello sulla commissione sanità – in cui sono emerse anche differenze di approccio tra le forze di minoranza.
La commissione sanità di Gallarate
Ma andiamo per ordine.
Il primo passaggio – nell’ordine del giorno del consiglio predisposto dal presidente Giuseppe De Bernardi Martignoni per giovedì 3 febbraio – è stata la costituzione della “Commissione Sanità”. Che è stata effettivamenete costituita con voto favorevole di tutti, ad eccezione di Massimo Gnocchi, di Obiettivo Comune Gallarate. Della commissione faranno parte Andrea Zibetti, Marco Colombo, Michele Aspesi, Calogero Ceraldi, Luigi Galuppi, Giovanni Pignataro, Cesare Coppe, Massimo Gnocchi, Sonia Serati, Michele Bisaccia.
La commissione prevede (al pari della commissione Malpensa, vedi qui) la partecipazione di un consigliere per gruppo politico. L’aspetto particolare è che la maggioranza conta cinque gruppi e l’opposizione altrettanti, per cui la commissione sarà paritetica.
Sulla commissione c’è stato un certo dibattito nei giorni scorsi, in particolare per la strenua opposizione di Massimo Gnocchi che ha suscitato anche qualche polemica dentro le fila delle opposizioni. Gnocchi ha mantenuto la sua posizione, definendo il nuovo organismo «commissione delle chiacchiere», perché considerata senza peso politico, a fronte della deroga votata al dibattito pubblico.
Il consiglio comunale era riunito a porte chiuse per ragioni Covid, con i consiglieri distanziati tra i banchi e la parte solitamente riservata al pubblico. La cittadinanza poteva seguire in streaming. Al centro della sala le tre “pietre d’inciampo” che ricordano tre cittadini gallaratesi deportati e uccisi nei campi di sterminio, iniziativa di Anpi e Associazione Mazziniana presentata a inizio sedutaTra le opposizioni emergono posizioni diverse
Qualche schermaglia tra centrodestra e opposizioni si è vista quando il centrodestra al governo della città ha bocciato l’emendamento proposto da Michele Bisaccia (Silvestrini Sindaco) che chiedeva di ampliare le materie oggetto di commissione e di definire un obbligo di convocazione regolare, che la maggioranza ha considerato ridondante e «troppo vincolante», come hanno detto Evelin Calderara (Lega), Michele Aspesi (lista Cassani) e Marco Colombo (FdI). Il grosso dello scontro tra il fronte del sindaco Cassani e l’opposizione è stato però rinviato al momento del voto sulla deroga.
Interessante invece che nel dibattito sulla Commissione siano emerse anche differenze marcate tra le diverse forze di minoranza. Se Gnocchi ha appunto bocciato senza appello la commissione Sanità («sarebbe un ottimo strumento prima del dibattito pubblico a cui si chiede stasera si vuole derogare»), il Pd ha invece rivendicato l’utilità dello strumento. «Io non mi chiedo se è nel programma del sindaco o meno, mi chiedo se è condivisibile» ha detto il dem Giovanni Pignataro. «Perché dovrei dire No ad uno spazio di democrazia e partecipazione? Sarò contrario alla deroga al dibattito pubblico, ma sono favorevole a uno spazio di confronto» ha concluso, dicendosi comunque «rammaricato» per la indisponibilità del centrodestra ad approvare le modifiche al regolamento proposte da Michele Bisaccia.
Sonia Serati, di PiùGallarate, ha approvato la costituzione della commissione, ma nel suo intervento ha sferzato indirettamente il Pd e Città è Vita, che avevano aperto il dibattito sull’ipotesi di insediamento dell’ospedale unico al Casermone: «Lo spettacolo che con la politica locale abbiamo dato negli ultimi giorni non è affatto rassicurante né lungimirante. Abbiamo speso un’intera campagna elettorale a fornire prospettive e soluzioni ai cittadini e a pochi giorni dalla costituzione della commissione straordinaria sul tema siamo improvvisamente ricaduti nel periodo dell’astrattismo e delle suggestioni» ha detto Serati, che ha evocato il «campanilismo» rispetto alla proposta del Casermone. «L’area sappiamo quale sarà, Beata Giuliana».
A Serati ha risposto con una certa fermezza proprio Pignataro: «Gli accordi di programma sono scaduti, lo sa consigliera Serati? Se ci sono condizioni che sono cambiate, ci si fa domande: non è demagogia, è serietà nel fare le scelte». Anche in altro passaggio Pignataro ha ribadito la necessità di ridiscutere sulla base della «assoluta novità degli ultimi 15 giorni, cioè della disponibilità dell’aeronautica ad uso sanitario».
Scontro sulla deroga al dibattito pubblico
Fin qui il dibattito sulla Commissione Sanità. Subito dopo però il dibattito si è acceso sulla deroga al Dibattito Pubblico, strumento introdotto nel 2016-2018 e che prevede un commissario che segua le opere pubbliche di particolare rilevanza («un funzionario di Roma che non sa neppure dove sia Gallarate», è stato definito dalla maggioranza), ma a cui si può derogare se la maggior parte degli enti coinvolti è favorevole. Il Comune di Busto Arsizio e la Provincia si erano già espressi in questo senso.
Giovanni Pignataro, dalle file del Pd, ha proposto una «sospensiva per un mese perché la commissione si possa riunire e possa esaminare tra non più di un mese per riprendere il dibattito sulla deroga». Il centrodestra ha voluto comunque proseguire.
Le opposizioni – centrosinistra e liste civiche – si sono espresse in questo caso compattamente contro la deroga, per varie ragioni. «La delibera in votazione annulla il ruolo del Comune di Gallarate sul tema ospedale» ha attaccato Giovanni Pignataro. E questo perché la delibera fa poi riferimento a «un verbale tra sindaci e Regione del 17.12 che prevede due separati accordi di programma per vecchia e nuova struttura, con rischio di degrado e abbandono della stessa sede attuale, e un documento preliminare che riduce da 26000 a 6000 mq l’uso sanitario di via Pastori, in modo incompatibile con l’insediamento di un ospedale di comunità, menzionato nello stesso verbale». Pignataro ha evocato il «rischio Legnano», la città dove il vecchio ospedale dismesso dopo la costruzione di un nuovo polo si è trasformato in un “buco nero” che a distanza di anni richiede ancora una rigenerazione ed è abbandonato (in larghissima parte) al degrado.
Anche Sonia Serati ha posto l’accento sul tema: «Riteniamo inaccettabile che l’accordo di programma su nuova struttura sia disgiunto da accordo su rigenerazione delle aree esistenti». «La mia totale sfiducia deriva dallo stato pietoso degli attuali ospedali» ha aggiunto Michele Bisaccia per Lista Silvestrini, facendo riferimento anche alla sua esperienza di medico. «Come posso fidarmi quando nessuno è intervenuto per fermare il decadimento degli ospedali e nessuno ha fatto nulla per la medicina territoriale che dovrebbe sostenerlo?».
Massimo Gnocchi già nei giorni scorsi aveva detto che «derogare oggi significa non avere titolo di parlare domani lasciando campo libero alla regione», definendo la deroga «una scelta di debolezza e di rassegnazione ingiustificabile». Anche in consiglio comunale ha ripreso il documento di analisi della questione già presentato lunedì.
“L’ospedale di un tempo non esiste più, andiamo avanti”
Dalle file del centrodestra invece si è difesa la deroga: «Sebbene ogni tanto qualche sussulto campanilistico riaffiori in ciascuno di noi, oggettivamente riteniamo indispensabile non perdere ulteriore tempo prezioso nell’attivare l’iter che possa darci una risposta sanitaria di ricovero per acuti che sia moderna ed efficiente e che identifichiamo fattivamente solo nel nuovo ospedale unico» ha sintetizzato Michele Aspesi, medico ospedaliero e capogruppo Lista Cassani. «In quest’ottica ribadiamo nuovamente di fondamentale importanza il contributo, in termini di proposte e vigilanza, che la Commissione Sanità, appena istituita, potrà apportare nonché il nostro lavoro sugli accordi di programma che andremo a sottoscrivere».
«Non succubi ma protagonisti degli eventi» ha detto Marco Colombo (FdI). «Per incidere di più questa è la strada da percorrere».
Dalle file della Lega Stefano Deligios ha invitato a guardare al futuro: «L’ospedale di un tempo non esiste più. Non è colpa di nessuno, c’è stata una razionalizzazione negli anni. Va fatto tutto quanto serve per velocizzare il processo».
Cesare Coppe (Città è Vita) dai banchi della minoranza ha chiamato in causa una parte del centrodestra: «Non più tardi di tre mesi fa i consiglieri provinciali Canziani, De Bernardi Martignoni e Simeoni si astenevano nell’analoga votazione perché non del tutto convinti della condotta di Regione Lombardia. “Ci asteniamo perché vogliamo dare un segnale forte all’assessore. Vogliamo che venga qui a vedere la situazione disastrosa del Sant’Antonio Abate” diceva Simeoni» ha ricordato. «Cos’è cambiato da tre mesi a questa parte?» (Martignoni, dismessi i panni di presidente dell’assemblea civica, ha replicato citando le rassicurazioni ricevute da Regione).
Calogero Ceraldi (Forza Italia) ha in parte ripreso i temi di critica: «Siamo d’accordo nel votare questa delibera poiché abbiamo la garanzia ,legata alla attuazione della delibera che insedierà una nuova commissione speciale sanità ,nella quale questa maggioranza ha garantito adeguati spazi di partecipazione e dibattito». Rassicurato dai «chiari paletti» emersi nel confronto con la Regione (gli elementi confluiti nel verbale di dicembre), Ceraldi ha ribadito anche alcune critiche già espresse in passato: «Non siamo sprovveduti, sappiamo che la strada sarà in salita ad iniziare dalla localizzazione del nuovo ospedale. Un’area palesemente inadeguata il cui unico dato positivo pare essere la proprietà pubblica. Troppo poco. L’insediamento di una simile opera deve scaturire da un preciso studio urbanistico, sociale , economico ed infrastrutturale».
«La maggioranza dei medici sono lì a pregare che ci sia un nuovo ospedale» ha concluso il sindaco Andrea Cassani, protagonista di un vivace scambio in particolare con Massimo Gnocchi, anche sul tema dei posti letto (al centro, la discrepanza tra “posti accreditati” e teorici e posti effettivamente esistenti). «Avete usato i numeri per fare terrorismo».
In ogni caso sull’ospedale unico, da domani, il luogo di discussione sarà la Commissione Sanità e non la procedura di Dibattito Pubblico.
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