Torna la guerra in Europa: la Russia entra in Ucraina, bombardamenti su Kiev
Il presidente Putin ha parlato alla tv russa nel cuore della notte annunciando l'operazione militare in Ucraina. Nel suo discorso ha invitato i soldati ucraini a deporre le armi, minacciando ritorsioni in caso di intromissioni esterne
Poco prima delle sei del mattino a Mosca (prima delle 5 ora italiana) del 24 febbraio il presidente russo Vladimir Putin è intervenuto alla tv pubblica annunciando l’operazione militare in Ucraina. La giustificazione ufficiale è quella di difendere i separatisti del Donbass.
I bombardamenti sono avvenuti in più città e si combatte su tutta la fascia di confine: a Nord intorno alla capitale Kiev, a Kharkiv, nel Donbass. Attacchi anche a Odessa.
Allo stato attuale non ci sono dati indipendenti sulle vittime.
Nel suo discorso Putin ha invitato i soldati ucraini a deporre le armi, minacciando ritorsioni in caso di intromissioni esterne. «Un ulteriore allargamento della Nato ad est è inaccettabile» ha aggiunto, definendo quelli dell’Alleanza atlantica come «comportamenti immorali»
Europa e Usa stanno attivando le sanzioni e la Nato sta rafforzando il suo dispositivo nei Paese dell’Est che fanno parte dell’Alleanza, oltre che forze navali nel Mar Baltico.
Cosa sta succedendo in Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato lo stato di emergenza, chiedendo ai civili di rimanere nelle loro case. In diverse località si sono sentite le sirene: anche nella capitale Kiev e a Leopoli, città al confine opposto della nazione, vicino alla Polonia. La Russia ha annunciato di aver messo fuori gioco la capacità bellica aerea ucraina.
“I cittadini siano pronti a difendere sovranità con le armi”
L’attacco russo è stato portato da tre direttrici: da Nord, dalla Bielorussia, verso la capitale Kiev (dove sono sbarcate anche truppe elitrasportate; da Est verso il Donbass e Kharkiv, seconda città dell’Ucraina; dalla Crimea verso Odessa, principale porto insieme a Mariupol.
La guerra è arrivata fino alla capitale, anche se al momento sono stati colpiti solo obiettivi militari. Sotto shock i residenti della capitale Kiev che non si attendeva un attacco diretto nonostante gli avvertimenti del sindaco che ha allestito da giorni la metropolitana come rifugio.
Il traffico nella capitale è impazzito fin dal mattino, con colonne di veicoli in fuga (LA FOTO).
Elicotteri russi hanno bombardato Hostomel, sede dell’aeroporto Antonov a 30 km da Kiev; qui un elicottero d’attacco russo Ka-52 è stato abbattuto e sui cieli della capitale è in corso una vera battaglia aerea. L’aeroporto è stato poi occupato da truppe aerotrasportate russe.
Un aereo da trasporto militare ucraino è caduto a Sud di Kiev, ci sono almeno cinque morti.
Altri bombardamenti hanno colpito Odessa, nel Sud.
Il “buco” sui cieli dell’Europa dell’Est
Lo spazio aereo dell’Ucraina è stato dichiarato non sicuro e anche la Russia ha limitato i movimenti aerei in un’ampia fascia a ridosso del confine, dal Caucaso fino alla Bielorussia. L’immagine del sistema di tracciamento dei voli Flightradar è eloquente: sul cielo dell’Europa dell’Est c’è il vuoto. Qui l’articolo di Malpensanews
Le reazioni in Europa all’invasione russa in Ucraina
«Il Governo condanna l’attacco della Russia all’Ucraina, ingiustificato e ingiustificabile – ha commentato il presidente del consiglio Mario Draghi dal profilo twitter di Palazzo Chigi – L’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico. Al lavoro con alleati europei e Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione».
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio supremo di difesa per il pomeriggio di giovedì.
La presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha affermato che «Putin riporta la guerra in Europa. Ci saranno sanzioni contro settori strategici dell’economia russa».
Draghi ha poi parlato in conferenza stampa poco dopo le 13: «L’Ucraina è un paese europeo, una Nazione amica, una democrazia colpita nella propria sovranità. Voglio esprimere la solidarietà piena e incondizionata del popolo e del governo italiano. Quanto succede in Ucraina riguarda tutti noi, il nostro vivere da liberi e le nostre democrazie». Draghi ha anche detto esplicitamente che è il momento di attuare provvedimenti (sanzioni) che abbiano «conseguenze severe». Qui l’articolo completo.
Ci sono state manifestazioni contro l’invasione anche in Russia: in totale secondo un sito d’opposizione sarebbero state arrestate 735 persone in quaranta diverse città (dato delle ore 18 italiane), da San Pietroburgo alla Siberia, da Vladivostok a Est a Samara a Sud, all’enclave di Kaliningrad al confine con la Polonia.
❗️St. #Petersburg now pic.twitter.com/ppYjyPWVhe
— NEXTA (@nexta_tv) February 24, 2022
La Nato e l’invasione russa in Ucraina
La NATO – l’alleanza militare che riunisce Usa e Paesi europei – ha condannato «l’invasione deliberata e perpetrata a sangue freddo» dell’Ucraina. Vengono rafforzate ulteriormente le proprie difese nell’Europa orientale: i Paesi Baltici e la Romania hanno chiesto il ricorso all’articolo 4 della Nato, che prevede che “le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”.
Le reazioni di politica e società civile nel Varesotto e in Lombardia
Condanna per l’aggressione russa anche da parte dell’onorevole varesino Matteo Bianchi. «La comunità internazionale deve reagire unita» dice Maria Chiara Gadda di Italia Viva, plaudendo alla fermezza di Draghi.
Esplicita condanna sono state espresse anche dalla Cgil Varese e dall’Anpi di Busto Arsizio, che chiede un intervento diplomatico per evitare l’ampliarsi del conflitto.
Il Pd terrà questa sera un incontro online con Alessandro Alfieri, senatore Pd e capogruppo nella Commissione Esteri.
La comunità cristiana di Varese ha convocato una preghiera unitaria per venerdì 25 febbraio al Sacro Monte.
Per sabato è stato convocato un presidio per la pace a Varese (vedi qui), analogamente a quanto si sta programmando in varie città italiane. Previsti presidi anche nell’Alto Milanese.
Nel Saronnese diversi Comuni hanno unito la loro voce nella condanna dell’aggressione (qui l’articolo di SaronnoNews). Nel tardo pomeriggio nella città si è tenuto un doppio presidio, con toni diversi nel dire no alla guerra (qui l’articolo).
Condanna esplicita dell’aggressione è stata espressa anche da sindacati e associazioni di Lombardia, che chiedono un percorso di pace, il ripristino degli accordi di Minsk e un’iniziativa attiva dell’Unione Europea.
Anche la Caritas Ambrosiana si sta attivando sul fronte della solidarietà internazionale per il popolo ucraino: gli organismi pastorali e umanitari delle Chiese ucraine (Caritas-Spes per la Chiesa latina, Caritas Ukraina per la Chiesa greco-cattolica) si stanno coordinando con la rete internazionale Caritas.
C’è anche però qualche mobilitazione individuale a favore della Russia, come quella di Francesco Tomasella, che è stato candidato sindaco a Varese.
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