Cosa rimane dei “boschetti” lungo l’autostrada tra Varese e Gallarate
L'immagine aerea a Solbiate-Albizzate mostra l'impatto dei consistenti tagli disposti da Autostrade. Un intervento spiegato con ragioni di sicurezza ma che ha suscitato molte proteste
Un “deserto”, là dove c’era un boschetto. O forse un vero bosco, visto che tra le corsie dello svincolo autostradale di Solbiate Arno era compresa un’area piuttosto ampia, dove le piante sono state tagliate completamente.
Il doppio scatto – ieri e oggi – mostra chiaramente l’impatto del taglio disposto da Autostrade su diversi svincoli dell’A8 tra Varese e Gallarate, per ragioni di sicurezza segnalate anche dalla Prefettura: gli alberi rischiavano di essere pericolosi in caso di caduta o anche perché riducevano la visibilità.
Saranno ripiantate essenze autoctone, ha assicurato la società che ha in concessione l’Autostrada A8 Milano-Varese.
Certo l’impatto complessivo ha fatto molto discutere. In alcuni casi, ad esempio a Cavaria (in realtà territorio di Jerago con Orago), sono rimaste alcune piante nell’area più centrale, più distante dalle corsie dello svincolo (che Autostrade chiama “rami”, per ironia della sorte). In altri casi il taglio è stato molto radicale, in particolare a Solbiate-Albizzate, dove la particolare conformazione delle rampe dello svincolo creava un bosco più esteso di quelli presenti in altre uscite.
Di certo alcune ragioni di sicurezza esistono, come dimostrato anche dal caso di veicoli che sono stati colpiti da rami caduti in occasioni di forti piogge o vento intenso.
C’è però anche un tema di modalità con cui si è fatto l’intervento. «Lì hanno fatto uno scempio solo per motivi di economicità: meglio tagliare tutto e rimettere piante nuove che fare un lavoro di precisione» ha attaccato ad esempio l’agronomo Daniele Zanzi di Varese, professionista esperto e apprezzato.
“Un ecosistema distrutto”
Non è solo questione di alberi, ha sottolineato Zanzi: «Quello era un bosco naturalizzato: ci aveva messo decenni a crearsi, per non distruggerlo bastava togliere le piante compromesse. La verità è che facendo una pulizia selettiva non avrebbero potuto entrare con le macchine grandi e ci avrebbero impiegato di più. Con il risultato che lì hanno distrutto un ecosistema di pregio per fare posto al nulla».
Fauna scomparsa
Come segnalato anche da alcuni lettori, in queste settimane sono aumentati anche gli animali di piccole dimensioni travolti o schiacciati in autostrada: i boschetti dell’A8 infatti rappresentavano vere e proprie “isole” di verde in un territorio – quello della valle tra Varese e Gallarate – profondamente urbanizzato. Ed è forse questo elemento che avrebbe consigliato anche di trattare questi “boschetti” in maniera diversa rispetto a un qualsiasi svincolo in zone meno cementificate (per quanto le autostrade di solito siano spessissimo circondate da capannoni e strutture, anche in territori meno edificati rispetto al Basso e Medio Varesotto).
Certamente l’impatto è stato consistente. C’è da attendere che si riformi quell’habitat naturale, che richiederà inevitabilmente tempi lunghi. E c’è da augurarsi che questo precedente possa spingere a modalità più rispettose e ad “alzare le antenne” per tempo al prossimo annuncio di “potature” su altri svincoli.
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