Gli ucraini a Busto Arsizio sono più di 150, l’assessore Reguzzoni: “Scuola e corsi di italiano per l’integrazione”
L'amministrazione comunale ha coordinato, insieme alle associazioni impegnate nell'emergenza profughi, due percorsi: quello scolastico per chi conosce già l'italiano e i corsi. Si pensa anche ad un centro culturale

Sono ormai 150 gli ucraini (70 mamme e 90 bambini) che sono giunti a Busto Arsizio, ospitati dalle famiglie della città e a casa don Lolo. Per l’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni è tempo di pensare all’integrazione di queste persone nella comunità cittadina: «Il numero inizia ad essere consistente e nemmeno del tutto rappresentativo degli ucraini che sono a Busto Arsizio perchè non tutti si sono ancora registrati in Comune. Per tutti coloro di cui abbiamo i dati abbiamo iniziato ad organizzare dei percorsi di integrazione partendo dalla scuola, per quei minori che conoscono un po’ di italiano, e dai corsi di italiano per coloro che non parlano né inglese né italiano». I moduli per iscriversi saranno disponibili già da domani (mercoledì) sulla pagina del sito internet comunale dedicata all’emergenza profughi.
L’inserimento a scuola
Il percorso più facile è quello previsto per quelli che negli anni scorsi sono stati ospiti di famiglie italiane attraverso i progetti di Aubam e di Noi con Voi, le principali associazioni della zona che organizzano i soggiorni dei minori provenienti dalle aree contaminate di Chernobyl. Per loro l’inserimento nelle scuole (elementari e medie soprattutto) è già partito.
I corsi per bambini e adulti
Per quanto riguarda minori e adulti completamente a digiuno di italiano, invece, si è stabilita una collaborazione con le associazioni Passaparola (che si occuperà dei bambini) e San Vincenzo (che organizza i corsi per gli adulti) che hanno già trovato insegnanti che conoscono il russo o l’ucraino e i luoghi in cui svolgere i corsi di italiano: «Questo permetterà loro di avere le basi per potersi integrare nella comunità e, nel caso in cui i tempi di permanenza si allungheranno, cercarsi un impiego o iniziare una scuola superiore» – ha spiegato l’assessore mentre Paola Suriano di Passaparola e Silvana Marangoni di San Vincenzo sono scese nel dettaglio delle iniziative organizzate.

Servono biciclette (da bambino e da adulto)
La gara di solidarietà intorno a queste mamme spaesate e bambini vocianti sembra non perdere la propria spinta iniziale, grazie anche all’attivismo di don Giuseppe Tedesco, parroco di San Giuseppe, che ha contagiato volontari e amministrazione comunale. Il nuovo obiettivo da raggiungere, infatti, è quello di trovare delle biciclette da bambino e da adulto, le prime per dare una possibilità di gioco a questi bambini che hanno lasciato tutto nelle loro case in Ucraina mentre quelle da adulto forniranno alle loro madri la possibilità di muoversi autonomamente per la città.
Un centro culturale per gli ucraini
L’assessore Reguzzoni si è spinta anche più in là, annunciando la possibilità di creare un luogo di ritrovo per mamme e bambini attualmente sparsi in vari appartamenti della città con il rischio di sentirsi un po’ isolati dal resto dei loro connazionali: «Abbiamo individuato un paio di strutture che potrebbero fare al caso nostro ma siamo ancora in una fase di studio. L’obiettivo è quello di dare loro un luogo di ritrovo per stare insieme».
Infine la lunga lista di ringraziamenti a tutte le associazioni che si stanno impegnando, ognuna per un pezzo, nell’accoglienza e nell’organizzazione. Oltre a Passaparola, Dame di San Vincenzo e oratorio San Giuseppe sono impegnate anche i volontari di Masd, due gruppi di Protezione Civile di Busto (Augustus e Garibaldi), la Caritas del decanato di Busto Arsizio che ha messo a disposizione numerosi posti letto e appartamenti ma anche pasti caldi, le Acli e l’oratorio San Luigi che metteranno a disposizione degli spazi per i corsi di Italiano.
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