Uomo e cane di corsa insieme: Raffaele e Rufio da Cassano al mondiale di Canicross in Bretagna
Il bikejoring è la curiosa disciplina in cui il conduttore corre in bici alle spalle del cane (senza farsi trainare). Ne parliamo con Raffaele Luongo, che con Rufio sarà tra gli 830 iscritti al mondiale in Francia
Cane e padrone insieme, in bici e di corsa: è il bikejoring, disciplina sportiva tutta particolare praticata da almeno mille persone in Italia.
Tra loro c’è anche Raffaele Luongo, da Cassano Magnago, che il prossimo 30 aprile-1° maggio sarà a Pledran, in Francia,per disputare i campionati Mondiali di “canicross “, altro nome con cui è conosciuta questa disciplina.
>«Si tratta di uno sport cinofilo che prende le basi dagli allenamenti estivi che in passato i mushers facevano fare ai cani da slitta in mancanza di neve» spiega Luongo. «Nasce nelle regioni del nord Europa e Nord America e col tempo si è affermato come sport autonomo. Ad oggi è la disciplina cinofila collegata a CSEN e CONI in maggior crescita in Italia con una partecipazione agonistica e amatoriale in aumento ogni anno». I tesserati sono 350, ma è il doppio il numero di amatori che si affacciano alle diverse gare.
Il bikejoring – con l’uomo che sta in sella alla bici – è uno sport cinofilo che si basa molto sulla predisposizione dell’animale e anche i percorsi sono adattati sulla base delle condizioni ambientali, per non affaticare l’animale. «Al cane viene presentata l’attività sempre come gioco e in modo positivo, non c’è mai coercizione» spiega Luongo. «È uno sport che non si può praticare se non c’è la voglia del cane di correre. Vince chi va più veloce, quindi funziona se il cane ha voglia di correre. E il cane non deve mai tirare la persona che lo accompagna, anche perché altrimenti la coppia va più lenta».
Le distanze delle gare sono comprese tra i 2,5 e i 7 km, a seconda delle temperature e del tipo di fondo, «ma comunque sempre su sentieri o prati, boschi, zone verdi». Il percorso viene adattato a seconda della temperatura: «È una disciplina che si pratica dall’autunno a inizio primavera, perché si evita di affaticare il cane con il caldo. È una disciplina sportiva in cui c’è sempre l’assistenza veterinaria e c’è un’età minima (18 mesi per la bici, 12 per la corsa a piedi) e massima».
Luongo ha sempre praticato il ciclismo e si è accostato man mano a questa anomala disciplina con il suo cane Rufio. «All’inizio mi sembrava un’attività strana, ma vedendo che si divertiva ci siamo dedicati». Ovviamente correre su sterrati con il cane davanti richiede che si formi una certa coordinazione tra uomo e animale, perché devono procedere insieme. «Il cane ha un imbrago ergonomico da traino studiato per la corsa e in caso di emergenza rapido da sfilare senza che il cane rischi aggrovigliamenti».
Tra un mese e mezzo Luongo e Rufio saranno al mondiale di canicross a Pledran, sulla Côtes-d’Armor, in Bretagna: per due giorni qui si sfideranno 830 “coppie” di atleti (uomo e cane) da diverse nazioni. Oltre al bikejoring esistono anche le discipline in cui l’uomo corre a piedi o in monopattino a spinta umana (Scooterjoring).
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