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Anarchici, preti, alpini: la Resistenza “plurale” raccontata dal Percorso della Memoria

Avviato nel 2019, è articolato su diversi pannelli che raccontano i fatti di allora. Lunedì 25 aprile 2022 previste nuove inaugurazione. Con il ricordo anche del sacrificio dei civili

Generica 2020

Anarchici e preti, partigiani con la penna nera e civili: la Resistenza italiana è stata un fenomeno plurale, di tante anime e forme di lotta diverse.
E con questa attenzione viene raccontata dal “Percorso della memoria” che dal 2019 tocca il territorio tra Magentino e Castanese e che anche quest’anno si arricchisce di nuovi pannelli che illustrano le vicende locali.

L’appuntamento per la posa dei nuovi pannelli è in diversi casi proprio lunedì 25 aprile, per la Festa della Liberazione (l’iniziative del ”Percorso della memoria” è promossa da Ecoistituto Valle del Ticino, sezioni Anpi della zona e la Fivl-Raggruppamento Di Dio, i “partigiani azzurri”). Ogni “stele” multimediale riporta foto, testi e codici QR che raccontano i diversi episodi: il sacrificio dei partigiani, le battaglie, ma anche la resistenza civile, non in armi.
(Nella foto di apertura: giorni della liberazione in un paese del Nord Milano)

A Buscate sarà inaugurato il pannello che racconta la storia di Adolfo Serafino, ufficiale degli alpini che faceva parte della Divisione Autonoma Val Chisone, una formazione fatta in gran parte di penne nere attiva appunto nella valle del Sestriere. Serafino era originario della provincia di Torino, ma quando scoppiò la guerra si trovava appunto a Buscate, perché il padre era direttore di una fabbrica locale: «La cerimonia di inaugurazione del pannello si terrà durante il corteo che parte alle 10: faremo una sosta in via Serafino, la via che lo ricorda» spiega Guglielmo Gaviani, dell’Anpi.
«Sarà presente anche il nipote, che si chiama Adolfo: è il figlio del fratello Ettore, anche lui comandante partigiano in Val Chisone».

Altra inaugurazione toccherà infine San Vittore Olona, con il pannello dedicato a Leopoldo Bozzi e Pietro Bruzzi, partigiani uccisi proprio nel paese lungo il Sempione a inizio 1945.
Il primo era un “garibaldino”, attivo nella zona dell’Alto Milanese che (molto industrializzata) era quasi una appendice della città di Milano. Pietro Bruzzi invece era una figura un po’ anomala: un anziano, per gli standard di allora (era del 1888 e aveva dunque 56 anni), ma soprattutto un anarchico, una componente poco ricordata della Resistenza.
Bruzzi fu una figura rilevante del mondo libertario e il suo nome fu affiancato a quello di Malatesta nella dedicazione della brigata anarchica milanese, la Bruzzi-Malatesta, appunto. Il pannello sarà posto lunedì 25 aprile, alle 10, con un intervento di Oreste Magni.

Come Bozzi e Bruzzi, fu detenuto e torturato nelle carceri di Legnano anche Pierino Beretta da Corbetta, che sarà ricordato anch’egli da un nuovo pannello.  A Inveruno un altro pannello ricorderà Martino Barni, giovane partigiano caduto a Montrigiasco nella zona del Mottarone, il 16 marzo 1945 (a lui è dedicata la sezione Anpi Inveruno-Cuggiono)

A Cuggiono lunedì è prevista l’inaugurazione di una targa in marmo per “quei giovani di Cuggiono che nel settembre del 1943 scelsero di resistere al fascismo”, spinti anche dall’insegnamento di don Giuseppe Albeni, prete antifascista.
A Cuggiono è previsto poi un altro pannello multimediale, che però sarà installato nella prossima estate. «Oggi c’è già una lapide che ricorda Rossetti nella via a lui dedicata» spiega Bruno Rainoldi. «Ma al di là del ricordo dei nomi è necessario fare memoria dei fatti che non possono essere dimenticati, come la battaglia di Arona del 14 aprile in cui perse la vita Rossetti». Ad Arona caddero quel giorno 14 partigiani che avevano tentato di liberare la città, in una zona presidiata dalle temibili SS Polizei. Furono le stesse truppe che negli ultimi giorni si resero protagoniste, nel Novarese, di altre uccisioni.

Anche a Vanzaghello il nuovo pannello sarà inaugurato il 25 aprile, la data che celebra l’insurrezione contro i nazifascisti. Furono giorni in cui si mescolarono la gioia della liberazione dall’occupante tedesco e dalla dittatura fascista, ma anche giorni di dolore: il 28 aprile 1945 a Vanzaghello la colonna tedesca in transito uccise tre uomini, tra cui il casellante delle Nord, e ne ferì un quarto.

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Le tre vittime di Vanzaghello e due momenti nei giorni della Liberazione, a Inveruno e alle porte di Busto (foto www.museopartigiano.it)

«Il pannello verrà collocato a Vanzaghello, a fianco del cippo della Resistenza e del castagno di Anna Frank, al pacchetto della memoria» spiega Piergiorgio Caretta, dell’Anpi di Vanzaghello.
Un omaggio al sacrificio dei civili, vittime incolpevoli anche in quegli ultimi giorni. I civili che ancora nei conflitti di oggi sono tra le prime vittime della follia della guerra.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 20 Aprile 2022
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