Reguzzoni replica a Cazzullo: “Italo Balbo uno dei più autorevoli esponenti dell’Aeronautica militare italiana”
Marco Reguzzoni, presidente di Volandia, risponde ad Aldo Cazzullo che nei giorni scorsi sulle pagine del Corriere della Sera aveva espresso la sua opinione in merito alla decisione del ministero di togliere il nome di Balbo da uno dei velivoli dell’Aeronautica militare
Marco Reguzzoni, presidente di Volandia, risponde ad Aldo Cazzullo che nei giorni scorsi sulle pagine del Corriere della Sera aveva espresso la sua opinione in merito alla decisione del ministero di togliere il nome di Balbo da uno dei velivoli dell’Aeronautica militare.
Signor Cazzullo,
non voglio esprimere alcun giudizio sulle sue considerazioni in merito alla figura di Italo Balbo, perché sono le sue considerazioni, ma mi limito a entrare nel merito della sua affermazione “a me della transvolata atlantica non importa nulla”: O è una provocazione – e come tale merita una risposta – o è testimonianza di ignoranza assoluta della storia.Propendo per la prima ipotesi, e pertanto mi limito a rappresentarle che il ruolo storico di Italo Balbo che non può essere negato, né come uomo di governo, né come aviatore, né come oppositore al regime.
Quale uomo di governo – fondatore dell’Aeronautica Militare e costruttore del Palazzo dell’Aeronautica, ancora oggi bell’esempio dell’architettura dell’epoca – fu il primo a pianificare e attuare una politica industriale che portò il nostro Paese all’avanguardia della tecnologia aerea.Come aviatore fu il più osannato nella storia del volo, secondo solo agli astronauti che per primi calpestarono il suolo lunare.
La sua personalità forte e il suo anteporsi a Mussolini (sia alle leggi razziali, sia all’alleanza con Hitler, sia all’entrata in guerra) lo resero inviso al ceto dominante, tanto da avvalorare l’ipotesi di ordini ben precisi alla base del “fuoco amico” che concluse la sua vita.La storia non si può e non si deve cancellare, e quella dell’aeronautica ha in Balbo – che le piaccia o no – uno dei suoi più autorevoli esponenti che sosteneva in ogni suo dire che “l’aviazione può e deve essere un mezzo di espansione e intensificazione della vita pacifica, di acceleramento degli scambi tra i popoli”.
Sono fatti innegabili, come innegabile che la città di Chicago – e non solo – conserva ancora vie e monumenti in memoria di Balbo, cosa che Lei ritiene “non si dovrebbe neppure discutere in un Paese europeo e moderno”: una affermazione triste e antidemocratica, non degna neppure di replica ma forse adatta – ahinoi – a un Paese che toglie i nomi di chi ha fatto la storia dell’aviazione e mette sugli aerei quello di Francesco Totti.
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