“Ci ha chiamati ladri”. Le famiglie Sinti portano in tribunale il sindaco di Gallarate
Mercoledì la prima udienza, chiesti anche 250mila euro di danni. La causa avviata da alcune delle famiglie sinti cittadine, che sono tornate nel campo attrezzato di via Lazzaretto a Cedrate
Mercoledì 18 prende avvio al tribunale di Busto Arsizio la causa intentata contro il sindaco di Gallarate Andrea Cassani da alcune famiglie Sinti che abitano in città.
Le famiglie Sinti sono quelle protagoniste della battaglia (legale) per ritornare all’area attrezzata di via Lazzaretto, da cui erano state sgomberate e in cui sono tornate, dopo che il Tar di Milano ha anche imposto al Comune di ripristinare l’allaccio dell’acqua, del gas e della luce (utenze a carico delle famiglie).
Ma qui la questione gira intorno ad altro: secondo gli elementi presentati, le famiglie erano state additate dal sindaco in varie comunicazioni alla stampa e al Prefetto e Questore come autori di un furto d’acqua.
Sui social le parole volano e la polemica sul campo Sinti è sempre stata piuttosto accesa, ma le parole hanno anche un peso. E quel giudizio – secondo le famiglie e il legale che le assiste – non era accettabile: per questo hanno citato in giudizio per diffamazione il sindaco Cassani, come già annunciato nei mesi scorsi.
«Non possiamo tollerare che dei cittadini e residenti vengano infangati con accuse gravissime, pure
penalmente rilevanti» è stato il commento dell’avvocato Luca Bauccio, difensore delle famiglie Sinti.
«Gli stereotipi sono il cibo di cui si nutre il razzismo e l’odio: l’equazione sinti uguale ladro è falsa e diffamatoria. I miei clienti sono persone incensurate, oneste, lavoratrici. Non hanno mai rubato. Ci sono ragazzi che frequentano le scuole, come è stato possibile che il primo cittadino rendesse pubbliche queste affermazioni? Tutti conoscono a Gallarate la loro condotta, ed è inaccettabile che un sindaco li etichetti con beceri luoghi comuni» ha concluso il difensore.
Il sindaco è assistito dall’avvocato Samanta Mazzola, incaricata dal Comune.
Il Tribunale di Busto Arsizio dovrà valutare anche la richiesta danni pari a 250 mila euro e riguardante tutti i componenti delle famiglie che si sono ritenuti diffamati dalle affermazioni del sindaco
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