La nuova Cargo City di Malpensa? “Facciamola al posto del Terminal 2”
La proposta lanciata da Dario Balotta al convegno ambientalista a Somma Lombardo. Per evitare l'espansione dello scalo e l'erosione di 44 ettari di brughiera
La nuova Cargo City di Malpensa? «Facciamola al posto del Terminal 2».
La proposta, dirompente, la fa Dario Balotta, presidente di Onlit, ex sindacalista ed esperto di trasporti di Legambiente. Un’idea messa sul piatto al convegno di sabato scorso a Somma Lombardo, “stati generali” convocati da associazioni ambientaliste e comitati.
Al centro della mobilitazione c’è la preoccupazione per l’espansione dell’aeroporto – prevista dal Masterplan 2035 – fuori dall’attuale sedime, con l’erosione di 44 ettari di bosco e brughiera nella pregiata (e molto frequentata) zona del Gaggio, in territorio del Comune di Lonate Pozzolo.
«Il Master Plan 2035 non fa tesoro degli errori fatti da SEA nella programmazione e gestione di Malpensa 2000 da quando l’aeroporto è nato nel 1999» attacca Balotta, che ritiene che «la futura domanda di traffico è stata sovrastimata per giustificare l’investimento», come già avvenuto in passato. In che senso? «Nel 2000 si erano previste un milione di tonnellate merci/anno per il 2007 che chiuse l’anno con 486 mil/tonn, nemmeno la metà rispetto alle aspettative» accusa Balotta.
E di fronte al sacrificio ambientale viene chiesta – come hanno fatto i sindaci del territorio, almeno in una prima fase – una soluzione che resti dentro al sedime. Ed è qui che Balotta cala la proposta radicale: «L’unica seria e sostenibile possibilità per realizzare una seconda Cargo City a Malpensa è quella di costruirla sull’attuale sedime aeroportuale, senza cioè consumare nuovo suolo e invadere l’area del parco del Ticino o le aree verdi circostanti. Si tratterebbe di abbattere l’attuale Terminal 2 adibito ai soli passeggeri, che è obsoleto e non più funzionale».
Dal giugno 2020 il T2 è chiuso al traffico passeggeri mentre una parte degli spazi (e delle piazzole aeromobili) è oggi al servizio di Amazon. Per certi versi già oggi è un po’ una propagine di Cargo City, al capo opposto dello scalo rispetto agli altri magazzini. «Trasformare in scalo cargo il T2 di Malpensa ottimizzerebbe l’uso dell’area, peraltro posta in un sito ottimo per i movimenti a terra degli aerei e per l’accesso alle piste».
«Nelle intenzioni di noi tutti c’era la forte volontà di confrontarsi e dialogare con gli amministratori locali, infatti l’invito a partecipare è stato rivolto ad oltre quaranta enti pubblici, anche perché ai tavoli decisionali non ci è consentito di partecipare ed esporre le nostre proposte, pur supportate da studi tecnici e scientifici» spiegano quelli dell’UniCoMal, l’Unione die Comitati di Malpensa. «Il convegno è stato solo l’ultimo passaggio di un percorso che vogliamo portare avanti. Infatti è nostra intenzione organizzare un altro convegno con studiosi e ricercatori legato alle ricadute sanitarie di un aeroporto così impattante sul territorio».
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