Malpensa, il Pd e il masterplan: “Sì allo sviluppo, ma che sia ordinato e sostenibile”
A Somma Lombardo il senatore Alfieri, gli amministratori locali e il consigliere regionale Astuti ribadiscono la linea del Pd. E la richiesta di una programmazione complessiva
Sì allo sviluppo di Malpensa, anche su nuove aree, ma deve essere uno sviluppo «sostenibile, condiviso e ordinato». Governato anche con strumenti di programmazione dell’intero territorio.
Il Pd varesino prova a tracciare così la linea, alla vigilia del nuovo round di confronto tra Regione Lombardia e sindaci del Cuv, in programma martedì, sul Masterplan di Malpensa.
«Sul Masterplan Stefano Bellaria è in prima linea ma siamo tutti presenti sul tema» dice il senatore Alessandro Alfieri, al fianco del sindaco di Somma Lombardo. «Noi siamo per lo sviluppo sostenibile dell’aeroporto. Sappiamo tutti quanti significa per l’occupazione, ma nell’espressionenon c’è solo la parola sviluppo, c’è anche l’aggettivo qualificativo sostenibile, che è decisivo».
Le richieste: infrastrutture e sostenibilità ambientale
Quindi? Favorevoli o contrari alla proposta del Masterplan? «Dipende da come ci arriva», dice Alfieri, che insieme al consigliere regionale Samuele Astuti è venuto a vedere da vicino le zone intorno a Malpensa, dalle aree delocalizzate alla strada Sempione-Malpensa, quella via Giusti che è trafficatissima, pericolosa e da anni in attesa di una messa in sicurezza.
«Primo punto: vogliamo capire le compensazioni ambientali. Secondo: ci sono opere attese da tempo. Prima di procedere vogliamo rassicurazioni su quanto era già previsto. Decisivo è il tema della tangenziale di Somma: come Pd vogliamo capire che impegno concreto vogliono assumere tutti i soggetti coinvolti, da Milano a Roma continua Alfieri.
Altra richiesta, quella sull’impatto ambientale a livello di rumore, che significa impegni (dal gestore aeroportuale e non solo) per rinnovare le flotte e «rendere penalizzante volare di notte». A vigilare su tutto viene chiesta anche una rete di centraline di misurazione, del rumore e degli inquinanti, «gestita da Arpa».
Alfieri difende la mediazione costruita dai sindaci negli anni: «Si era partiti dalla terza pista e dall’edificazione di un’enorme area, questo progetto è stato messo da parte grazie al lavoro dei sindaci»
L’attuale espansione prevista, che i sindaci vorrebbero venisse attuata “a step” (qui l’articolo)La mediazione sul Masterplan
La «mediazione» proposta ora secondo Bellaria è un punto d’incontro credibile: «I sindaci hanno tenuto una posizione responsabile nel fare sintesi tra le esigenze degli operatori economici e i comitati e le associazioni del territorio» dice il primo cittadino sommese. «Noi avevamo proposto il minor utilizzo possibile di aree esterne e al contrario l’uso di aree interne al sedime, che però Sea ed Enac hanno escluso. Ora ragioniamo su ipotesi ibride» (ipotesi comunque osteggiata da diverse voci ambientaliste e non solo).
Bellaria chiede «uno sviluppo condiviso», che non c’è stato fino ad oggi. Lo dice guardando alle infrastrutture mai realizzate e rimaste nel cassetto (come il progetto di rinnovo della via Giusti, la Statale 336Dir dal Sempione a Malpensa). Ma non solo, parla anche di programmazione più ampia.
La trafficatissima via Giusti di Somma Lombardo, che in realtà è la Statale 336 Dir, collegamento tra Sempione e MalpensaUno sviluppo ordinato. “Con un Piano d’area o almeno un Accordo di programma”
Lo ribadisce in questo anche il consigliere regionale Samuele Astuti, parlando di «uno sviluppo che deve essere ordinato, perché il rischio è di trovarsi di fronte problemi grandi nei prossimi anni».
Il tema torna ciclicamente: manca uno strumento di programmazione ampio, ogni Comune si muove da sé, alcune infrastrutture (si pensi ai parcheggi a lunga sosta) sembrano provvisorie, alcuni interventi nascono di gran fretta sull’onda delle esigenze del momento e poi a volte finiscono sottoutilizzati. «Già in passato abbiamo sostenuto l’idea di un Piano d’Area. Abbiamo corso rischio che ogni Comune si muovesse da solo, poi Cuv ha fatto un gran lavoro per tenere insieme le esigenze».
Il Pd aveva chiesto un Piano d’Area, che è uno strumento di ampia programmazione. Ma oggi è pronta a discutere anche di strumenti più compatti. «Magari non un Piano d’Area, ma almeno un accordo di programma».
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