Approvato all’unanimità il Piano Cave della Città Metropolitana di Milano
Il presidente della Commissione Ambiente Riccardo Pase: “Un piano migliorativo che tiene insieme le esigenze ambientali con quelle della filiera estrattiva”
Minor consumo di suolo, riduzione degli ambiti estrattivi e dei volumi di inerti estratti, adeguate garanzie sulle compensazioni ambientali e sulla lotta alle infiltrazioni malavitose. Questi gli elementi salienti del “Nuovo Piano cave della Città Metropolitana di Milano per il settore merceologico della sabbia e ghiaia” approvato oggi all’unanimità dal Consiglio regionale su proposta del presidente della Commissione Ambiente Riccardo Pase.
Il Piano approvato oggi avrà validità di dieci anni ed è stato redatto tenendo conto sia del Piano adottato dalla Città Metropolitana risalente al 2019 sia della Legge Regionale 20/2021 “Disciplina della coltivazione sostenibile di sostanze minerali di cava e per la promozione del risparmio di materia prima e dell’utilizzo di materiali riciclati” che fissa criteri molto precisi e stringenti come ad esempio la minimizzazione del consumo di suolo, preferendo ove possibile ampliamenti di attività esistenti, ovvero favorire il ricorso a fonti alternative quali terre e rocce da scavo da materiali riciclati.
Il Documento di Piano, comprensivo della relazione tecnica, di quella normativa, di schede e cartografia degli Ambiti Territoriali Estrattivi (ATE) e delle cave di recupero, è stato redatto sulla base di una serie di elementi istruttori e di decine di audizioni svolte in Commissione Ambiente con i Comuni e gli operatori privati interessati. In particolare nelle aree ricadenti nel Parco Agricolo Sud Milano non sarà consentita l’apertura di nuove cave ma solo l’ampliamento di quelle esistenti.
«Sono particolarmente soddisfatto dell’unanimità ottenuta da questo provvedimento – ha dichiarato il presidente della Commissione Ambiente Riccardo Pase – segno di un lavoro importante svolto in sinergia con le diverse istituzioni interessate e dello spirito collaborativo e bipartisan che ha animato tutte le forze politiche. Si tratta di un provvedimento importante che tiene pienamente conto della dimensione ambientale e delle esigenze dell’economia circolare. Il provvedimento ha visto un iter lungo ma sono certo che possa offrire per i prossimi 10 anni le risposte necessarie al territorio in ordine all’approvvigionamento della materia prima nel pieno rispetto dell’ambiente».
Il fabbisogno di materiali escavati per il decennio 2019/2029 è stato fissato a 32 milioni di metri cubi con una riduzione di circa 25milioni di metri cubi rispetto al Piano del 2006 che prevedeva l’escavazione di 57.757.000 metri cubi. Gli ambiti estrattivi si riducono dai 33 del precedente piano ai 25 dell’attuale mentre le cave di recupero scendono da 12 a 7.
Le modifiche apportate durante i lavori in Commissione hanno interessato gli ambiti territoriali estrattivi ATE G4 nel Comune di Cuggiono in località Castelletto (nella foto), l’ ATE G18 a Vaprio d’Adda in località Cascina Stampa, ATEG32-C1 che insiste sui comuni di Gaggiano, Trezzano sul Naviglio e Zibido San Giacomo, l’ ATEG33-C1 a Bareggio, in tutti i casi prescrivendo soluzioni viabilistiche e ambientali migliorative.
Durante la discussione sono stati approvati due ordini del giorno. Quello proposto dalla Consigliera Monica Forte (Misto) relativo alle tutele nei confronti delle possibili infiltrazioni malavitose nelle attività estrattive è stato approvato all’unanimità così come quello proposto dalla Consigliera Elisabetta Strada (Civici Lombardi) sulle opere di mitigazione e recupero ambientale dei siti dismessi.
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