La peggior siccità da 80 anni, i canali e l’agricoltura di Lombardia sempre più a rischio
Già oggi il sistema di canali della Lombardia sta rispondendo con "manovre straordinarie", per cercare di garantire l'irrigazione. Ma crescono le preoccupazioni
Una situazione di emergenza sempre più grave, di fronte a una siccità mai vista negli ultimi ottant’anni. È lo scenario complicato con cui deve fare i conti la Lombardia e, in particolare, il sistema di canali irrigui che alimenta l’agricoltura lombarda, la più produttiva in Italia.
Il riso, i foraggi e il mais per le vacche, in alcuni casi anche l’orticoltura. Garantire l’acqua ai campi è quasi un gioco di tessere: riduci la portata da un lato per qualche settimana, recuperi poi da un’altra parte, tieni l’acqua oggi per garantirti sopravvivenza domani. È il lavoro del Consorzio ET Villoresi, che gestisce molti dei canali lombardi: “Per soddisfare le esigenze irrigue di inizio stagione irrigua, nonostante la severa situazione idro-meteorologica e i bassi afflussi al Lago di Como, la Giunta Tecnica del Consorzio dell’Adda ha disposto un temporaneo aumento delle portate derivate dagli utenti del fiume Adda – tra cui il Naviglio Martesana – all’80% della loro competenza.
Per quanto riguarda invece le derivazioni dal fiume Ticino, “il Canale Villoresi sta derivando il 60% della propria competenza”. Il Consorzio Est Ticino Villoresi ha disposto una turnazione tra le due macroaree occidentali, sfruttando le traverse di regolazione che ne permettono la “bacinizzazione”, creare bacini in grado di distribuire l’acqua da tutte le bocche.
Nel Naviglio Grande “è stato invece necessario incrementare temporaneamente la portata sino al 93% della competenza per rendere possibile una minima erogazione anche alle numerose “bocche alte”, finora fortemente penalizzate dai bassi livelli nel canale”, spiegano ancora dal Consorzio.
La regolazione con traverseLa situazione però rimane critica, per l’agricoltura. “Considerando che da quasi ottant’anni non si era mai registrato un periodo siccitoso così grave, appare evidente come i provvedimenti che si stanno assumendo nel tentativo di sostenere le aziende agricole in difficoltà rappresentino tutto quanto è possibile attuare in un simile scenario. Le attuali riserve idriche possono garantire solo un primo turno irriguo e nemmeno a pieno regime; se non avranno luogo a breve adeguate precipitazioni in grado di incrementare i livelli idrici, l’acqua invasata nei grandi laghi si esaurirà entro una ventina di giorni al massimo”.
Il naviglio Grande a Cuggiono lo scorso autunnoOvviamente i laghi non si “esauriscono”. Ma la possibilità di derivare acqua diventa minima: “Sarà allora necessario per forza di cose ridurre tutte le portate derivate dai fiumi. La situazione potrebbe quindi tornare – è bene ribadirlo – estremamente critica e senza ulteriori misure da poter attuare in soccorso”.
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