L’influencer Imenjane e la polemica sulla (difficile) sepoltura del padre
Dopo la scomparsa del padre, l'influencer di Cassano Magnago ha sollevato il tema della difficoltà per i musulmani italiani di ottenere la sepoltura secondo regole religiose. Ne è nata una polemica anche politica, con interventi da Lega e Sinistra Italiana
Sepoltura difficile in Italia, se si è musulmani osservanti: è un problema con cui le comunità straniere insediate in Italia convivono da tempo e che è ora al centro di una ampia polemica nata da una denuncia di ImenJane, al secolo Imen Boulahrajane, da Cassano Magnago. L’influencer – nota anche come volto televisivo e per un paio di scivoloni mediatici – ha sollevato la questione perché toccata nel profondo dalla vicenda del padre, appena scomparso (nell’immagine di apertura: ImenJane nell’ultima foto con il padrE).
«Avrei voluto con tutto il mio cuore che papà fosse seppellito qui, vicino a me, in Italia. Invece mi tocca l’umiliazione di fargli prendere un volo per portarlo in un altro Paese, perché il mio è insensibile perfino ai diritti post mortem». La famiglia è insediata a Cassano da anni e anni, sente una appartenenza per il luogo, avrebbe voluto seppellire il capofamiglia qui, secondo le regole musulmane.
Il punto è che la sepoltura musulmana richiede campi separati da altre religioni, avvolti da sudario e in terra nuda, senza possibilità di essere riesumati (come anche nel caso dei defunti ebrei), come invece è accettabile nella religione cattolica. Condizioni che sono difficili da assicurare in condizioni normali che per questo richiedono opportuna programmazione, che è stata forse un po’ sottovalutata nel tempo, almeno nelle città più grandi ma non solo. ««Abbiamo trovato grande disponibilità da parte dell’assessore Rocco Dabraio. Ha spiegato che adibire il cimitero in città per i riti musulmani è tra i progetti futuri. Ma ora non ci sono le condizioni».
Non polemica locale, ma più sulla concezione generale: «L’Italia è un Paese laico e aconfessionale: prevedere spazi per confessioni diverse da quella dominante non è solo un atto di civiltà, è un diritto di tutti i cittadini» ha sottolineato Bolahrajane. «Eppure c’è qualche partito che in questi anni ha portato avanti campagne d’odio perfino contro i morti “diversi”, colpevoli di snaturare il cimitero “tradizionale”».
La critica anche politica ha infiammato la Lega Nord cassanese. «Ricordiamo anche che il cimitero di Cassano Magnago non è ad uso esclusivo di una confessione religiosa e, pagando come tutti la relativa tassa comunale, è libera anch’essa di acquistare una tomba o un loculo per il povero padre. Riteniamo fuorviante e fuori luogo il suo sfogo sulla stampa usando politicamente la morte del padre per polemizzare col paese che ha accolto la sua famiglia e che le permette, democraticamente, anche spazi politici sui mass media locali e nazionali».
A favore di ImenJane si è invece schierata Sinistra Italiana-Europa Verde: «La Lega cassanese ha scritto un comunicato aberrante da diversi punti di vista» attacca il partito della sinistra. «Vogliamo ricordare, anche noi, come l’art 8 della nostra Costituzione dica che “Tutte le confessioni religiose sono eguali davanti la legge” e che, di conseguenza, il fatto che l’Italia sia a maggioranza cristiano-cattolica non dovrebbe implicare differenze di trattamento, accesso ai servizi e disponibilità degli stessi. Purtroppo, invece, le differenze ci sono eccome, dato che, come denunciato da Imen, non ci sono luoghi in tutta la Regione dove, ad esempio i musulmani, possano seppellire i propri cari».
«Questo è un’impedimento sostanziale, per il cittadino, del diritto a professare la propria religione, pensate: Come vi sentireste se vi obbligassero a seppellire il vostro caro in un cimitero di una diversa religione? Qui, per noi, la questione è chiara: si sta negando un diritto sancito dalla Costituzione e si sta, per di più, tentando di far passare il nostro Stato, laico, per uno Stato confessionale. Rimandiamo al mittente questo tentativo, come molti altri, ad esempio il presidenzialismo, di cambiare la Costituzione ed è per questo che ci siamo uniti, per difendere la legge più alta della Nazione».
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