Dopo l’aggressione a Gallarate non potrà più avvicinarsi ai parenti
Il giudice del tribunale di Busto ha disposto il provvedimento di allontanamento per il 32enne che ha picchiato la moglie e colpito con un coltello i famigliari intervenuti a difenderla
Il 32enne protagonista di una aggressione ai famigliari della moglie non potrà avvicinarsi a loro. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Busto Arsizio, nell’udienza per direttissima a carico dell’uomo, cittadino pakistano residente a Gallarate.
I fatti risalgono al fine settimana scorso. L’uomo aveva percosso la moglie, il padre e il fratello di lei erano intervenuti per sottrarre la donna alle botte e poi si erano rivolti alla Polizia.
La Squadra Volanti del Commissariato di Gallarate stava acquisendo il racconto della donna (anche lei cittadina pakistana) che aveva finalmente deciso di denunciare il proprio marito dopo anni di maltrattamenti subiti, anche alla presenza dei figli minori, quando la stessa donna è stata contattata dai parenti.
Il marito infatti si era presentato a casa dei genitori della donna armato di coltello. Gli agenti del commissariato diretto da Luigi Marsico sono intervenuti in forze nell’abitazione: hanno individuato il marito della donna nel cortile della casa mentre, con indumenti intrisi di sangue,
veniva trattenuto, con difficoltà, da quattro persone, alcune delle quali presentavano evidenti ferite.
L’uomo è stato pertanto immobilizzato e preso in consegna dagli agenti del Commissariato. Sul posto sono intervenute due ambulanze per trasportare i feriti in ospedale, tutti parenti della giovane pakistana, dimessi dall’ospedale due con 25 giorni di prognosi ciascuno per traumi, ferite lacero contuse e abrasioni multiple, uno con 5 giorni per contusione.
L’uomo non aveva assolutamente intenzione di accettare la decisione di separarsi presa dalla donna e contrariato dal comportamento dei suoi parenti che avevano creato una rete di protezione a difesa della vittima: dopo aver scavalcato la recinzione condominiale, aveva raggiunto i parenti della vittima, che nel frattempo erano scesi in cortile avendolo notato entrare, scagliandosi violentemente contro di loro con calci, pugni, coltellate e addirittura tentando di strangolare uno di loro.
Dopo alcuni minuti di violenta colluttazione, uno di loro era riuscito a disarmarlo ed a fatica, tutti insieme, son riusciti ad immobilizzarlo ed a placare la sua aggressività.
Gli agenti lo hanno tratto in arresto per i reati di lesioni aggravate e possesso ingiustificato di strumenti atti ad offendere. A fronte dei gravi reati, il giudice ha convalidato l’arresto e stabilito appunto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese.
L’aspetto positivo della vicenda si può cercare nell’atteggiamento dei parenti che non solo hanno difeso la ragazza, ma hanno anche affrontato correttamente la vicenda, rivolgendosi alla Polizia.
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