Pedopornografia, dalla Puglia al tribunale di Busto: “Così mi ha convinto a mandargli le foto hot”
All'epoca aveva appena 16 anni ed è una delle decine di vittime di un 48enne di Sumirago che, con un profilo falso sui social, avrebbe convinto le ragazze che adescava ad inviargli immagini osè
Una di loro ha dovuto affrontare il viaggio in aereo dalla Puglia per poter testimoniare questa mattina in tribunale nel processo a carico di G.G., 48enne di Sumirago che avrebbe adescato almeno una ventina di ragazzine tra i 14 e i 16 anni fingendo di essere anch’egli un sedicenne con un profilo falso sui social. L’indagine, condotta dal pubblico ministero Francesca Gentilini, risale al periodo 2019-2020.
La giovanissima vittima, classe 2004, (che tuttavia non è parte lesa nel procedimento ma solo teste dell’accusa, ndr) ha raccontato dello stato di ansia che le ha procurato il breve periodo in cui ha instaurato il rapporto con l’imputato: «Dopo i primi scambi di messaggi su Instagram ci siamo scambiati i numeri di telefono e abbiamo continuato su whatsapp. Qui ha iniziato a minacciarmi di tempestarmi di chiamate e videochiamate se non gli avessi mandato una mia foto hot. Questa cosa mi aveva messo in agitazione e io gliel’ho mandata dopodichè l’ho bloccato». Un’altra ragazza del Varesotto all’epoca dei contatti (2019-2020) aveva solo 12 anni: «Ricordo che lo bloccai quasi subito perchè non mi ispirava fiducia anche se non ricordo approcci di tipo sessuale». Nel pomeriggio è stata sentita anche la seconda vittima costituitasi parte civile, difesa dall’avvocato Anna Margherita Armandola.
Il quadro che ne emerge, come anche nelle altre udienze, è la capacità del 48enne di carpire la fiducia delle ragazze più fragili, selezionate (secondo l’accusa e le parti civili) dopo una sorta di “pesca a strascico” tra i profili ai quali scriveva frasi come “sei bellissima”, nascondendosi dietro le foto di un ragazzo giovane e di bella presenza. Tali inaspettate attenzioni da un coetaneo fascinoso accendeva nelle vittime la convinzione di poter vivere una storia d’amore che in realtà non arrivava mai all’incontro fisico (una delle testimoni, infatti, ha detto di averlo bloccato dopo che lui aveva rifiutato proposte di incontrarsi di persona, ndr) ma puntava solo a collezionare immagini di adolescenti in situazioni osè.
Conclusa la parte dedicata alle deposizioni dei testi, nella prossima udienza potrebbe svolgersi l’esame dell’imputato e le conclusioni delle parti prima della sentenza. L’uomo rischia una condanna da 6 a 12 anni di reclusione.
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