Volontari in carcere per costruire un Presepe con i detenuti
I volontari del Gruppo Presepi di Marnate hanno costruito un presepe in Carcere a Busto Arsizio insieme ai detenuti. Il prossimo 3 dicembre se ne parlerà in un incontro pubblico dal titolo "Chi è senza peccato"
Ci sono luoghi in cui l’atmosfera del Natale è coperta da un costante velo di tristezza: uno di questi è il carcere, dove durante gli incontri fra detenuti e familiari resta sempre il rimpianto per una distanza che le feste acuisce.
Quest’anno, però, nella Casa circondariale di Busto Arsizio, ci sarà spazio anche una novità, che potrà scaldare un pochino l’atmosfera degli incontri. Un nuovo presepe per gli spazi dedicati ai colloqui è stato infatti realizzato da alcuni detenuti, che hanno partecipato ad un laboratorio in collaborazione con l’associazione “Gruppo Presepi” di Marnate. Fianco a fianco, volontari e partecipanti al corso hanno lavorato negli ultimi mesi con costanza e curiosità, imparando tecniche realizzative, ma, sopratutto, impegnandosi in un progetto che ha permesso loro di dar vita ad un’opera ricca di significato.
Sono sei in totale i detenuti che hanno partecipato al laboratorio, con un impegno di oltre venti ore: a raccontarlo è don David Riboldi, cappellano della casa circondariale bustocco e responsabile del progetto “La valle di Ezechiele“, in cui si dà lavoro a chi esce dal carcere.
DON DAVID RIBOLDI, CHE PER PRIMO CI HA CREDUTO
«È stato un progetto importante, da tanti punti di vista. Si è cercato in primis di realizzare qualcosa per celebrare una nascita, la Nascita, ed è un augurio affinché per questi ragazzi ci possa essere un “Anno Zero”, che porti a nuove nascite interiori. Grazie davvero alla Direzione del Carcere che ha autorizzato qu’esti momenti di lavoro».
Don David ha osservato attento i due gruppi di ragazzi collaborare, settimana dopo settimana: «La bellezza e il significato di quanto realizzato é collegato anche al rapporto fra il “dentro e il fuori”, fra i detenuti che hanno partecipato al laboratorio e i volontari del “Gruppo Presepi” : I ragazzi hanno lavorato fianco a fianco e il gruppo esterno è stato ben accettato. Chi usciva dalla cella trovava qualcuno con cui mettersi in relazione, persone con cui instaurare un rapporto. E sarebbe bello che queste amicizie possano proseguire magari un domani, quando chi è in carcere adesso avrà scontato la sua pena e potrà uscire poi rincontrando i membri di un’associazione con cui proseguire queste attività. I ragazzi di Marnate sono pronti e volenterosi ad accogliere chi hanno conosciuto in carcere in queste settimane di lavoro fianco a fianco».
L’INCONTRO FRA I VOLONTARI E I DETENUTI
Un’esperienza che ha lasciato tracce profonde nei detenuti, ma anche nei volontari, che arrivarono al primo incontro carichi di aspettative, come ricorda Fabrizio Trigila, presidente del Gruppo Presepi Marnate:
«Il primo giorno di lavoro in carcere eravamo tesi, pensando a quelle alte mura intorno e al macro mondo che ci aspettava. Don David ce lo confessò dopo che l’aspettativa dei detenuti, sull’attività da svolgere, era alta. E non fu tradita, per nulla. Al primo impatto, ci accorgemmo che prima di tutto sono “persone”. Nei volti, negli occhi, non vedemmo qualcosa di brutto. Non c’erano quelle “facce da galera” che la retorica ti racconta. Non c’erano uomini differenti da me o da chi conosco “fuori”. Non si può parlare di carcerati, se non hai mai messo piede e parlato con qualcuno di loro» racconta Trigila.
«Introducemmo il Gruppo Presepi e noi stessi, presentammo il progetto e conoscemmo i nostri futuri sei colleghi di lavoro: Mauri, Ago, Chicco, Serafino, Giò e Thomas, un mix di età, di provenienza e di esperienze tutte diverse. Fin da subito, iniziammo a fare insieme, a disegnare, a progettare a raccontare le tecniche di costruzione. E così, per nove sabati, da settembre a ottobre, abbiamo lavorato sul presepio. Veder nascere la meraviglia negli occhi e far stupire le persone per quello che si può fare con del poliuretano, del gesso, delle garze, del polistirolo, della carta igienica… È sempre una soddisfazione».
Un lavoro di squadra che ha riempito di emozione l’ultimo giorno di laboratorio: «Quel giorno eravamo emozionati, ma di un’emozione diversa del primo giorno: avevamo lavorato fianco a fianco, ci eravamo raccontati un po’ delle rispettive vite e qualche sogno futuro. Avevamo riso e scherzato. Avevamo semplicemente condiviso del tempo insieme. L’obiettivo di questo corso era chiaro e condiviso: è stato fatto per i bambini, figli e figlie dei detenuti, che vengono a visitare i loro papà e parenti. E poter dire ai tuoi piccoli che “questa cosa (bella) l’ho fatta io” è un gesto che, per chi è in un posto dove raramente si parla di cose belle e buone, vale molto».
Adesso, concluso il laboratorio, Trigila e i suoi compagni ripensano a questa esperienza e al suo significato: «Non siamo stati certo lì per “rieducare” qualcuno, non spettava a noi. Siamo andati e, un po’ ci siamo ritrovati. Con le nostre esperienze e i nostri vissuti, abbiamo provato a far vedere ai nostri compagni di lavoro che un modo gentile per fare le cose esiste e che dalle loro mani possono ancora nascere cose buone e possono fare scelte buone, fatte con materiali semplici e gesti semplici, come nel fare un presepio».
UNA CONFERENZA PER PARLARE DI QUESTO PROGETTO
A fare da corollario a questa esperienza, il prossimo 3 dicembre Marnate sarà la protagonista di una serata speciale.
Dopo l’inaugurazione della mostra 2022 del Gruppo Presepi, il paese della valle Olona ospiterà un approfondimento dal titolo “Chi è senza peccato“.
Un incontro pubblico in cui don David Riboldi, ospitato nel paesino della valle Olona da don Alberto Dell’Acqua, parroco di Marnate, sarà uno dei relatori per discutere di volontariato, inclusione sociale e reinserimento.
Un’iniziativa che guarderà sicuramente alle ore di laboratorio in carcere che il Gruppo Presepi ha trascorso fianco a fianco ai detenuti, per realizzare qualcosa di bello, insieme.
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