Il complesso passaggio del Puccini alla gestione statizzata
La transizione era prevista, ma si è aggiunto un ulteriore elemento imprevisto: le immissioni in ruolo di molti docenti in giro per l’Italia. Alcune cattedre sono ancora scoperte
Si va completando il processo di “statizzazione” dell’istituto Puccini di Gallarate, un passaggio aperto ormai da un paio di anni e che è arrivato, quest’anno, ad un momento cruciale.
E in questa fase si registrano anche una serie di ritardi e difficoltà a comporre tutte le cattedre.
«Una situazione in itinere», l’ha definita il direttore del conservatorio, maestro Carlo Balzaretti, in conferenza stampa lunedì, a margine della presentazione della nuova stagione musicale al Teatro del Popolo.
Anche a fronte di sollecitazioni da parte di alcuni studenti, ci siamo chiesti: qual è il problema?
Il primo elemento sono le immissioni in ruolo di diversi docenti nei conservatori statali: «Alcuni nostri docenti hanno così assunto un ruolo dallo Stato grazie all’ampliamento degli organici» spiega Balzaretti. E hanno così lasciato l’incarico a Gallarate.
Di quanti docenti parliamo? «Al 1° novembre la cosa riguarda tre docenti».
Già questo passaggio ha un suo impatto, se si considera che la pianta organica del Puccini è di 18 cattedre statali, «a cui l’istituto con il proprio bilancio aggiunge altri 7-8 docenti».
L’altro elemento è il forte aumento di iscrizioni registrate dal conservatorio di Gallarate, unico in provincia di Varese: «Ci troviamo a coprire un numero crescente di docenti a contratto per coprire tutte le classi. Siamo l’unico conservatorio che ha numeri in crescita, con un +300% in due anni».
(foto d’archivio, nella sede di via DanteDa un lato questo rende «molto complessa» l’attività di programmazione didattica ed espone a problemi quando alcuni docenti lasciano, dall’altro Balzaretti registra che «evidentemente la provincia di Varese aveva bisogno di un conservatorio».
Ad anno accademico già iniziato, quando si potrà “stabilizzare” l’attività? «Per gennaio avremo risolto» dice il maestro Balzaretti.
Che comunque guarda anche al medio-lungo periodo: «Auspichiamo, e abbiamo quasi la certezza, che entro un anno avremo l’ampliamento dell’organico docenti sulla base delle classi attivate. Anche sul fronte del personale tecnico-amministrativo siamo fortemente sotto organico e auspichiamo nuove risorse».
Balzaretti non nasconde anche il forte stress di questa fase di programmazione in transizione: «Mi aspettavo questa fase di “turbolenza” legata alla statizzazione, forse non mi aspettavo una situazione così complessa a livello nazionale» dice il direttore. «È stata una fase molto impegnativa, rifletterò sui miei prossimi passi».
La previsione di “stabilizzare” l’attività con il 2023 è comunque concreta e consentirà di affinare anche la proposta più ampia, anche quella aperta alla città: «La stagione musicale proposta dal Conservatorio al Teatro del Popolo, che è nell’accordo con il Comune, non può che essere per ora un canovaccio, ma si andrà arricchendo», assicura il direttore (primo appuntamento con il cartellone “Back to Bach” è il 10 dicembre prossimo).
Oltre a questo il Puccini poi è anche riferimento per 44 scuole convenzionate, su un territorio molto ampio – fino a Porto Ceresio al confine con la Svizzera – in un programma di cui è responsabile il maestro Giacomo Mezzalira. E a questo si aggiungono anche i rapporti internazionali per esempio quelli con Honk Kong.
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