La società che si occupa della raccolta rifiuti a Samarate e Cardano finisce in un’inchiesta
Il 5 dicembre l'azienda siciliana Progitec, subentrata a giugno di quest'anno è stata affidata a un custode giudiziario nell'ambito di un'inchiesta a Catania. Ancora da risolvere alcuni problemi "operativi" nel Varesotto
Un commissario giudiziario nominato dal tribunale (che ha operato fino al 22 dicembre) e alcuni problemi ancora da risolvere: non è un fine anno facile per la Progitec, la società siciliana che assicura il servizio di igiene urbana a Samarate e a Cardano al Campo, oltre 30mila abitanti nella zona vicino a Malpensa.
L’azienda era subentrata a metà anno, dopo aver vinto l’appalto con un consistente ribasso e con la necessità di costruire una presenza operativa sul territorio. Nel frattempo però un terremoto giudiziario si è abbattuto sulla società: secondo Procura e Guardia di Finanza di Catania due cooperative, la Consorzio Re.e.co. e la Pulisud, sarebbero state “svuotate” (e fatte fallire) trasferendo i soldi in altre due società, la As Ambiente srl e la Progitec srl (tra i vertici arrestati a inizio dicembre c’è anche Angelo Lapiana).
Per questo gli interi beni della Progitec sono finiti sotto sequestro e amministrazione giudiziaria fino al 22 dicembre, decisione ribaltata dalla sentenza del Tribunale del Riesame di Catania che ha dissequestrato i beni. «Abbiamo ricevuto pochi giorni dopo la comunicazione della ordinanza» dice il sindaco di Samarate Enrico Puricelli. Amministratore e custode giudiziario della Progitec, per conto del tribunale, è stato nominato Luciano Modica, con lo scopo anche di assicurare la continuità aziendale.
E in effetti la Progitec sta continuando a operare. Anche se restano da risolvere alcune criticità già individuate e altre forse più legate a questa fase successiva al sequestro. Uno dei problemi riguarda le dotazioni di sicurezza e di salubrità dell’ambiente di lavoro nel capannone che Progitec ha acquistato come sede operativa in fondo a via Beata Giuliana, zona prevalentemente residenziale a Verghera.
«È da giugno che devono sistemare il magazzino» – racconta un lavoratore. «Mancano spogliatoi e bagni: avevano 90 giorni di tempo e li stanno facendo adesso» .
Secondo Eugenio Busellato, sindacalista dell’Al Cobas, si è comunque dentro a un percorso già avviato, seppur indubbiamente in ritardo: «Il 22 novembre avevamo firmato un accordo che definiva i tempi di pagamento degli stipendi e sulla ristrutturazione del capannone».
Ma ora a che punto siamo? Ci sono stati problemi di allacciamento al Servizio Elettrico Nazionale «in forte ritardo, per ragioni esterne che abbiamo effettivamente verificato» continua Busellato. «A gennaio dovrebbero ultimare tutti i lavori».
Nei mesi scorsi il pagamento degli stipendi è stato poco puntuale, ma appunto già prima dell’inchiesta si era arrivati a definire il rispetto di una scadenza. «Lo stipendio di novembre è arrivato regolarmente entro il giorno 15, come invece non era avvenuto nei mesi precedenti» dice il sindacalista di Al Cobas. Anche se qualche ulteriore ritardo c’è stato sulle tredicesime, come segnalato dai lavoratori: sarebbero state pagate solo in queste ore.
L’azienda aveva un referente che veniva in visita dalla Sicilia, ma che i lavoratori dicono di non vedore ormai da settimane. Anche su questo il sindacato ha comunque chiesto un passaggio al più presto: «Abbiamo chiesto di incontrare l’azienda e i due Comuni, Cardano ci ha anche risposto subito». Sul fronte del servizio invece, non si segnalano problemi particolari.
Raccolta rifiuti a Cardano e Samarate, la Progitec precisa: “Il Tribunale ha annullato il sequestro”
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