Poliseno boccia l’operato di Colombo: “Bilancio in negativo e pieno di incertezze”
Dalla ferrovia Gallarate-Malpensa, alla vicenda giudiziaria che ha investito Progitec che si occupa del servizio rifiuti: il consigliere di Cardano è Massimo Poliseno traccia un bilancio negativo sul 2022 dell'amministrazione Colombo
«Il 2022 sta per concludersi ma lascia aperti alcuni interrogativi ai quali, a mio avviso, l’amministrazione guidata dal sindaco Maurizio Colombo dovrà dare una risposta fin dai primi giorni del nuovo anno»: il consigliere d’opposizione Massimo Poliseno traccia un bilancio in negativo pieno di dubbi e incertezze riguardo all’anno appena trascorso e all’operato dell’amministrazione Colombo a Cardano al Campo.
Gli interrogativi che si pone riguardano «tre grandi aree tematiche»: la gestione dell’appalto rifiuti (l’azienda incaricata, Progitec, è interessata da una vicenda giudiziaria), i costi di alcuni errori amministrativi e le connesse responsabilità e le compensazioni ambientali relative alla realizzazione del collegamento ferroviario Gallarate–Malpensa T2.
La vicenda di Progitec
L’azienda era subentrata a metà anno, dopo aver vinto l’appalto con un consistente ribasso e con la necessità di costruire una presenza operativa sul territorio. Nel frattempo però un terremoto giudiziario si è abbattuta sulla società: secondo Procura e Guardia di Finanza di Catania due cooperative, la Consorzio Re.e.co. e la Pulisud, sarebbero state “svuotate” (e fatte fallire) trasferendo i soldi in altre due società, la As Ambiente srl e la Progitec srl (tra i vertici arrestati a inizio dicembre c’è anche Angelo Lapiana).
Per questo gli interi beni della Progitec sono finiti sotto sequestro e amministrazione giudiziaria. Progitec aveva in gestione la raccolta a Cardano e Samarate.
«Non può passare sottotraccia l’arresto di quattro persone – commenta Poliseno – alle quali è riconducibile la società Progitec srl che da giugno 2022 si occupa del servizio rifiuti nel nostro comune».
«Le indagini faranno il loro corso. Attualmente, da quanto si è potuto apprendere da articoli di stampa, i quattro sarebbero indagati per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio; ma è inaccettabile che non ci sia stata ancora una presa di posizione da parte dell’assessore alla partita o del sindaco, volta a chiarire i contorni di questa vicenda e a rassicurare la cittadinanza, posto che i beni dell’azienda sarebbero finiti sotto sequestro e affidati ad un amministratore giudiziario».
«Mi piacerebbe che il sindaco chiarisse la situazione ai cittadini quanto prima, magari illustrando sinteticamente anche le ragioni economiche e tecniche che a maggio hanno portato l’Ente ad affidare l’appalto in oggetto alla società menzionata, nonché rassicurando noi e i cittadini tutti sulla completezza della documentazione presentata in sede di appalto dalla Progitec, comprensiva della documentazione antimafia che la legge richiede per appalti che superano determinati importi».
Dalla duplice festa natalizia all’area feste: “Sprechi”
Il secondo punto che dovrebbe essere oggetto di attenta riflessione riguarda i costi che in questi anni il Comune si è trovato a dover sostenere «per errori evitabili o mancanza di dialogo e comunicazione fra assessorati».
Ha citato tre esempi che hanno rappresentato un cattivo utilizzo di soldi pubblici «o comunque una spesa che, con maggior attenzione e controllo, non si sarebbe dovuto sostenere».
In primo luogo, c’è la questione area feste che, «dopo essere stata praticamente desertificata nel 2020, resta ancora oggi inutilizzabile». «L’area richiederà esborsi economici per poter tornare fruibile da parte dei cittadini e, anche ora – nonostante l’impossibilità di accedervi – richiede interventi di manutenzione del verde. Tutte spese che gravano sul bilancio comunale e, quindi, sui cittadini».
«Mi pare sia evidente a tutti il danno erariale subito dal nostro comune a causa di quell’intervento di “manutenzione arborea” del 2020 che, in realtà, ha reso l’area inservibile e regalato alla città di Cardano al Campo uno strano primato: essere l’unica città della provincia di Varese al cui interno insiste un piccolo Sahara che pian piano si sta trasformando in Jungla. Ciò che, invece, non è altrettanto chiaro – o almeno non sembra esserlo per chi guida l’Ente comunale – è che a pagare questo danno non dovrebbero essere i cittadini di Cardano, ma chi, non controllando adeguatamente, lo ha consentito. Perché ciò avvenga occorrerebbe prima di tutto ammettere l’errore commesso e cercare di individuare i connessi profili di responsabilità».
Al secondo posto nella classifica degli sprechi si colloca la duplice festa natalizia, organizzata da due assessorati differenti «per la modica cifra complessiva di 10mila euro. Il problema qui non è tanto aver organizzato due feste, ben vengano momenti di aggregazione, ma averle calendarizzate lo stesso giorno e in due posti differenti facendosi concorrenza da soli. Sarebbe stato preferibile che la giunta cardanese fosse riuscita a comporre i propri dissapori interni, senza che questi malumori e disaccordi si traducessero in una spesa di bilancio di oltre 10.000 euro».
Infine, il gradino più basso del podio secondo il consigliere: «Nell’ultimo consiglio comunale abbiamo appreso che il Comune dovrà risarcire 1000 euro ad un privato, a seguito dell’annullamento di un provvedimento amministrativo per vizi di legittimità. Insomma, che si tratti di esborsi dovuti ad errori o a dissidi interni, due cose non sembrano cambiare mai: nessuna assunzione di responsabilità e di conseguenza relativi costi che vanno a gravare sui cittadini».
La ferrovia Gallarate-Malpensa
L’ultimo punto su cui invita l’amministrazione comunale a prestare massima attenzione è quello delle compensazioni ambientali spettanti al Comune di Cardano a fronte del collegamento ferroviario Gallarate – Malpensa T2.
«Sarebbe interessante capire quanti dei 3,4 milioni di euro ottenuti dal Parco del Ticino potranno essere utilizzati per realizzare delle opere di compensazione sul nostro territorio cittadino – continua il consigliere – il Comune dovrà individuare delle aree da riqualificare a verde e sarebbe il caso di coinvolgere i cittadini in questo iter o quantomeno tenerli informati.
«Sarebbe, inoltre, interessante valutare la possibilità di acquisire anche delle aree private dismesse per realizzare lì le compensazioni ambientali. Penso, ad esempio, a tutta la zona dell’ex cotonificio Bonomi, in pieno centro cittadino. Mi piacerebbe che il comune quantomeno valutasse la fattibilità economica di un’acquisizione dell’area e di una sua riqualificazione a verde pubblico utilizzando i fondi delle compensazioni. Sarebbe, infine, utile creare un gruppo composto da amministratori/funzionari delle amministrazioni interessate dalle compensazioni che si occupi di controllare l’evoluzione dei lavori e che queste opere che ci spettano di diritto vengano realizzate spendendo fino all’ultimo questi 3,4 milioni».
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