“Piani per chiudere il Punto nascite dell’ospedale di Gallarate”
Secondo il Pd gallaratese, che ha raccolto fonti qualificate, è imminente la chiusura di alcuni ambulatori. Ma allo studio, dopo febbraio, ci sarebbe anche lo spostamento del reparto "maternità"
All’ospedale di Gallarate è «imminente» la riduzione dei servizi ambulatoriali, «perché i medici che devono supplire a Pronto Soccorso» e c’è «una prospettiva di chiusura del Punto nascite».Lo denunciano Margherita Silvestrini e Michele Bisaccia, del centrosinistra di Gallarate.
Le fonti sono interne all’ospedale, precisano. E in effetti in passato il centrosinistra aveva fatto segnalazioni corrette sulle scelte – strategiche o più o meno obbligate – che hanno ridotto i servizi a Gallarate.
«Ci giungono voci chela riduzione dell’attività della cardiologia non sarà ultimo disagio». Nello specifico da un lato la riduzione dei servizi ambulatoriali e, in prospettiva, del Punto nascite.
Quando accadrebbe? Secondo Silvestrini le fonti riferirebbero di una chiusura della “maternità” sarebbe più in prospettiva, ma la chiusura degli ambulatori scatterebbe «a febbraio», specifica Silvestrini (Pd).
Il quadro generale è sempre quello della situazione di affanno dell’Asst Valle Olona, e dell’ospedale gallaratese in particolare, nel mezzo del guado dell’ospedale unico, che sarà pronto tra anni e su cui ci sono ancora incertezze sull’assetto complessivo.
L’indebolimento degli ambulatori di medicina ridurrebbe il ruolo dell’ospedale, tanto più se comportasse poi la riduzione delle visite in libera professione.
Segnali di debolezza che si accompagnano all’affanno dei servizi territoriali: «Sulla medicina territoriale si stanno creando case di comunità deserte, mentre c’è una totale assenza di tentativo di trattenere medici territoriali e ospedalieri» denuncia Michele Bisaccia, che è anche medico di medicina generale.
«Nella migliore delle ipotesi siamo di fronte ad una assenza di analisi e a una progettualità carente, nella peggiore assistiamo invece a un tentativo subdolo di spingere alla sanità privata. Perché oggi da Gallarate la migrazione degli utenti non è tanto su altri poli pubblici, ma per è più sul privato».
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