A Lonate e Cardano aprono i “Centri per la famiglia” dell’area di Malpensa
L'intervento, che prevede due diversi sportelli, è promosso dall’Ambito Distrettuale di Somma Lombardo, che riunisce quasi tutti i Comuni immediatamente intorno all'aeroporto. Un progetto per intercettare le fragilità prima che i problemi diventino insormontabili
I cittadini dei Comuni intorno a Malpensa hanno un nuovo, doppio strumento per orientarsi nei momenti di difficoltà: sono i due sportelli, a Lonate Pozzolo e Cardano al Campo, del servizio sperimentale dei Centri per la Famiglia, un progetto di monitoraggio e di presa in carico di famiglie in cui emergano problematiche di varia natura legate alla disabilità oppure alle diverse fasce della vita (infanzia, adolescenza e terza età). Un progetto dell’Ambito Distrettuale di Somma Lombardo, dal valore di 60mila euro in due anni, finanziato al 60% da Regione Lombardia e per il restante 40 % dall’Ambito che riunisce i Comuni di Arsago Seprio, Besnate, Cardano al Campo, Casorate Sempione, Ferno, Golasecca, Lonate Pozzolo, Somma Lombardo, Vizzola Ticino.
Il motto del progetto sperimentale “Famiglie al Centro”, la cui durata prevista è di due anni, “Ti accolgo ti accompagno e non ti abbandono”: un motto che racchiude proprio il concetto di un’assistenza che si fa prevenzione, cura e attenzione, finalizzata alla costruzione di una cultura di responsabilità e solidarietà, valorizzando il capitale sociale e relazionale entro cui emergono i bisogni.
L’Ambito Distrettuale porta avanti la visione dei Centri per la famiglia come finestre aperte sulla società, su bisogni spesso sommersi: un osservatorio attivo in grado di far emergere, conoscere e intercettare proprio questi bisogni. Accogliendo e accompagnando in particolare le persone sole e le famiglie che vivono o cadono in condizioni di fragilità per malattia, disabilità o criticità sociali.
Su di un territorio che comprende 9 comuni e una popolazione complessiva di poco superiore alle 70.000 persone, con un’età media che si aggira sui 46 anni, anche nel distretto si sta assistendo negli anni a un progressivo invecchiamento della popolazione residente.
Il fabbisogno emergente rilevato per le famiglie del territorio è quello di avere un punto di riferimento al quale rivolgersi per poter ottenere informazioni ed essere orientate nella rete dei servizi, spesso presenti ma poco conosciuti. Un punto di riferimento che non si limita a fornire le informazioni, ma verifica che effettivamente il sistema famiglia sia riuscito ad entrare nella rete dei servizi.
«L’obiettivo di questi sportelli gratuiti – aggiunge l’assessore alle Politiche Sociali e della Salute del Comune di Lonate Pozzolo, Melissa Derisi – è quello di agganciare fin dalle prime fasi del bisogno le famiglie, orientandole e dando sostegno, accompagnare in tutti gli stadi e le fasi evolutive. Intercettare i bisogni prima che si renda necessario un intervento emergenziale raggiungendo anche i nuclei famigliari che i servizi sociali comunali non intercettano poiché non ancora caratterizzati da condizioni di fragilità estreme».
«Rivolgendosi ai centri per la famiglia – concorda l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cardano al Campo, Enrica Buccelloni – il cittadino può trovare attraverso le attività proposte indicazioni e risposte in merito alle problematiche dell’anziano e della disabilità, affrontate ora con una visione di insieme, tenendo anche conto delle esigenze e ripercussioni della famiglia intera, nella prospettiva sempre più ampia di salute e di ben-essere di tutti i suoi componenti».
L’assessore di Somma Stefano Aliprandini sottolinea che il progetto è frutto di «buoni rapporti instaurati nell’Ambito distrettuale di Somma», che ha consentito di condividere la progettualità e offrire ai cittadini «una opportunità, la possibilità per le persone di chiedere e ottenere orientamento».
I centri per la famiglia sono sportelli gratuiti a cui il cittadino può rivolgersi per ottenere informazioni e indicazioni circa i servizi e le prestazioni presenti sul territorio e anche per iniziare un tempestivo percorso di supporto. Uno strumento che intende radicarsi sul territorio, in grado di interloquire con tutte le realtà del terzo settore per garantire una assistenza a 360° dalla prima infanzia fino alla terza età.
L’esempio tipico è il caregiver di un anziano con patologie degenerative. Spesso la richiesta di aiuto emerge solo quando la malattia è arrivata ad un punto di non ritorno. Ma l’assistenza può iniziare ben prima, e può declinarsi in diversi aspetti, sia pratici sia psicologici. Molto spesso non si è a conoscenza delle detrazioni fiscali connesse con la malattia o la possibilità di fare richiesta di certificazioni per l’invalidità.
Nel caso di diagnosi in età precoce, invece, il rischio è che la famiglia si senta sopraffatta. In questi casi il sostegno del centro per la famiglia è duplice, riferito sia al soggetto della diagnosi, sia ai suoi cari. Negli ultimi anni si è assistito ad un crescendo di diagnosi precoci che da un lato sono un risultato positivo perché prima si interviene maggiori sono le possibilità di riuscita delle terapie, dall’altro però il SSN non sembra in grado di assorbire tutte le richieste e le liste d’attesa sono infinite.
Due sportelli per fragilità diverse
Da qualche mese è possibile rivolgersi ai due Centri per la Famiglia: uno al Seme Società Cooperativa Sociale per tematiche relative all’area FAMIGLIE E DISABILITÀ, e alla Fondazione Centro di Accoglienza per Anziani – Onlus per tematiche relative all’Area PERSONE ANZIANE.
«Cuore del progetto sono i due sportelli informativi gratuiti» dice Maddalena Mainini del Centro di Accoglienza Anziani. La logica prioritaria è quella di «intercettare tempestivamente bisogno già in fase iniziale ed emergenti», con un’ottica «preventiva e non riparativa»
«A volte ci rendiamo conto che non è sufficiente informare» prosegue Sonia Panfili del Seme. Per questo sono state previste azioni specifiche di formazione (con atre incontri dedicati a 0-3 annni, fascia preadolescenti e adolescenti, fascia anziani e persone con patologie di demenza) ma anche «spazio di ascolto tempestivo» distinti per due categorie diverse, le famiglie in cui emergono problemi legati ai figli e famiglie dove invece si deve affrontare le fragiilità degli anziani.
Già in questa prima fase sono state prese in carico 30 persone /famiglie al Centro Anziani e 32 al Seme. «Decisamente di più di quante ce ne aspettavamo» spiegano i responsabili.
Le azioni del progetto
1 – Sportello informativo: per ascolto, informazione e orientamento nell’utilizzo dei servizi e prestazioni a sostegno della genitorialità e della cura familiare, invio ed accompagnamento ai servizi esistenti.
2 – Eventi e incontri: per sensibilizzare e informare su tematiche di interesse per le famiglie, sui temi dell’educazione, dei rapporti intergenerazionali e sulla gestione e assistenza degli anziani con patologie degenerative.
3 – Spazio di ascolto tempestivo: per la consulenza psico-pedagogica finalizzata ad implementare le competenze educative e relazionali in particolare per i genitori con figli pre e adolescenti. Percorsi di massimo 5 incontri.
4 – Supervisione e formazione degli operatori: per un costante aggiornamento sui temi della famiglia e dei suoi bisogni, sul lavoro di rete e d’equipe, per una maggiore circolarità delle informazioni, e per garantire una mappatura dei servizi presenti
5 – Attività di sostegno alle famiglie: per garantire un supporto alle famiglie in momenti critici della vita come l’esordio di una malattia o la perdita di un familiare.
6 – attività di comunicazione: per la promozione e diffusione del progetto, dei risultati e degli eventi tramite canali social, giornali locali, newsletter.
* Programma realizzato nell’ambito dell’iniziativa “Attuazione Linee Guida per la Sperimentazione dei Centri per la Famiglia D.G.R. 5955/2022” promossa e finanziata da Regione Lombardia.
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