Si è conclusa con una condanna tutto sommato lieve – rispetto al primo grado – per Antonio Rosati e con due assoluzioni per Vincenzo Montemurro e Bruno Limido il processo di Appello sul caso “Expo Job”, ovvero una presunta maxi frode fiscale che vedeva coinvolto l’ex proprietario del Varese 1910 (e attuale patron del Città di Varese) e i suoi stretti collaboratori. (foto in alto, da sinistra, Montemurro e Rosati su un campo da calcio)

La condanna per Rosati è stata di 2 anni e 4 mesi e fa riferimento a un capo d’imputazione (per frode fiscale) distinto rispetto al filone principale, una riduzione notevole rispetto ai nove anni che gli erano stati comminati in primo grado.

La Corte d’Appello di Milano ha invece assolto dalle accuse sia Montemurro – che era il braccio destro di Rosati negli anni del Varese in Serie B – sia Limido, ex calciatore di ottimo livello (anche in Serie A, con Avellino e Juventus), oggi impegnato nella società giovanile Accademia Varese.

Va ricordato che il processo non aveva nulla a che fare con gli interessi in ambito calcistico di Rosati, Montemurro e Limido ma faceva riferimento a vicende fiscali legate alle aziende dell’imprenditore e attive all’interno dell’aeroporto di Malpensa.

Il giudice ha disposto anche la restituzione agli imputati di tutti i beni che erano stati loro sequestrati nell’ambito dell’indagine.