Sull’ospedale di Gallarate “serve una correzione di rotta”
Massimo Gnocchi, consigliere di Obiettivo Comune Gallarate, chiede un confronto sostanziale con la Regione. Come chiesto già a novembre dal consiglio comunale. "Senza alcuni reparti l'ospedale muore"
«Serve imprimere una significativa correzione di rotta». È passato un mese dalle elezioni regionali, si discute di giunta, ma l’ospedale di Gallarate rimane sempre in una situazione critica. E c’è bisogno di riprendere subito in mano il tema sanitario e della difesa del Sant’Antonio Abate, dice Massimo Gnocchi, consigliere comunale di Obiettivo Comune Gallarate, lista civica autonoma, sui banchi dell’opposizione.
«Oggi c’è una nuova maggioranza in consiglio regionale, vogliamo sperare che le promesse non rimangano tali. Purtroppo i segnali sono differenti, anche in queste settimane abbiamo assistito a un nuovo indebolimento del nostro ospedale. Voglio sperare che ora che FdI ha guadagnato una nuova importanza politica possa imprimere una significativa correzione di rotta».
Forse il riferimento non è diretto, ma in passato Fratelli d’Italia a Gallarate aveva mostrato una capacità di “smarcarsi” dalla difesa d’ufficio di Palazzo Lombardia. Come quando aveva a sorpresa fatto un’apertura(criticata dalle file della Lega) sulla mozione che chiedeva un incontro “entro 60 giorni” ai vertici politici e tecnici della Regione.
Quel limite, fissato a fine novembre, nella sostanza non era poi stato rispettato: le elezioni erano state convocate in tempi ristretti e la richiesta ai vertici di Regione è stata fatta “entro 60 giorni”, ma con l’effetto che la possibile audizione non c’è ancora.
«Io avevo segnalato ai capigruppo il vulnus che si era mio parere creato nel mancato rispetto del termine sostanziale, ma mi pare di capire che nessuno abbia considerato rilevante la questione» dice Gnocchi.«Da presidente della commissione vigilanza e controllo ho messo in luce che il consiglio ha preso una posizione chiara, con una richiesta precisa. Mi ha sorpreso che nessuno abbia detto nulla sul fatto che non si sia fatto fronte a quell’impegno: eppure non abbiamo scherzato quella sera di novembre in cui abbiamo votato. Quelle domande poste con un timing preciso e che oggi non hanno risposte».
Fatto sta che di Fontana o dell’assessore al welfare finora non si nulla. Mentre proseguono le notizie negative sulla qualità dell’offerta del Sant’Antonio Abate, da vari punti di vista: «Ho ascoltato le parole del direttore Porfido che dice che si deve fare i conti con un problema di specialisti e che si deve abituare che il servizio è in un unico luogo, che non si deve distinguere tra Busto e Gallarate, che un domani sarà così. Quando chiediamo che un presidio non debba essere essere dismesso del tutto ci si riferisce però proprio a servizi come cardiologia, che oggi fa i conti con enormi difficoltà: la cardiologia ad esempio è ciò che a volte fa la differenza, in termini di tempo, soprattutto per i territori e i Comuni che stanno appena a Nord della città e che si troverebbero molto lontani da Busto. Senza medicina o cardiologia l’ospedale muore».
Nel frattempo la Commissione Salute di Gallarate si è riunita, ma appunto ancora senza i vertici di Regione. Obiettivo Comune Gallarate non ha presenziato, con un gesto polemico: «Abbiamo avuto ragione a una protesta silenziosa. Se alla prossima commissione ci fossero le autorità regionali, non mancherà il nostro contributo. Ma ci vuole un fatto nuovo: non vogliamo ridiscutere osservazioni o progetti sulla carta, di fronte all’impoverimento e alle tragiche condizioni in cui si trovano centinaia di malati». Gnocchi sottolinea comunque come il suo gruppo ha sempre dato anche un contributo amministrativo: «Se non ci fossero state osservazioni alla prima Valutazione impatto, che tipo di relazione sarebbe stata fatta in seconda Valutazione? Non mi risulta altri avessero fatto: grazie a noi sono emersi problemi che poi sono stati riconosciuti anche nelle osservazioni presentate da amministrazione e altre forze politiche».
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