Armi, boss e cocaina. Tre grosse operazioni in provincia di Varese tra boschi, case e capannoni
Nel giro di 24 ore sono maturate tre operazioni distinte di Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia che hanno portato all'arresto di oltre 50 persone e al sequestro di armi e droga
Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza in azione per contrastare il traffico di stupefacenti dal sud America fino ai boschi del Varesotto. Nella giornata di oggi, mercoledì, sono state comunicate dai vari comandi tre importanti operazioni che in una sola volta hanno acceso un enorme faro sulla provincia di Varese come centro logistico della grande criminalità organizzata, territorio di spaccio all’interno delle aree boschive così come anche negli appartamenti delle vecchie corti un tempo abitate da operai e contadini e oggi da stranieri che non hanno altra strada che l’illegalità.
GERENZANO HUB DELLA COCAINA
L’operazione principale è quella portata a termine dalla direzione distrettuale antimafia di Milano insieme alla Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di 40 persone delle quali cinque residenti in provincia di Varese, il sequestro di un capannone dentro il quale entravano carichi di cocaina da almeno 100 kg alla volta. Il tutto era gestito da affiliati ai clan di Africo (Morabito-Bruzzaniti) e dai due broker campani della cocaina Raffaele Imperatore e Bruno Carbone (oggi pentiti).
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25 KG DI DROGA SOTTO IL LETTO A GORLA MINORE
L’operazione della Polizia di Busto Arsizio, invece, ha fatto luce su uno straniero che aveva appena finito di scontare una lunga pena detentiva per spaccio di droga ma che in casa (un piccolo appartamento in una corte di via Durini a Gorla Minore) aveva 25 kg tra hashish, marijuana e cocaina che si era rimesso a spacciare. Non a caso l’uomo, disoccupato, aveva con sé anche 4300 euro in contanti.
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ARMI, DROGA E SPACCIATORI NEI BOSCHI DI SESTO CALENDE
La terza operazione è quella portata a termine dai Carabinieri di Gallarate che hanno messo fine ad una possibile faida a colpi di armi da guerra nei boschi di Sesto Calende. Una decina le persone finite in manette e diverse le armi sequestrate, pronte ad essere usate per un regolamento di conti tra bande di marocchini rivali nel controllo delle piazze di spaccio.
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