Lavorare in una fabbrica aeronautica nel 1913
“Passione, coscienza, sapere e capacità”. Le chiavi di un successo che parte da molto lontano
L’industria aeronautica fin dalle sue origini, superata la fase pionieristica, è da sempre un cocktail di innovazione, soluzioni tecniche applicate e di best practice che, uniti a professionalità, competenza, entusiasmo ed intraprendenza, rappresentano i fattori vincenti di un progetto. Sicuramente desta curiosità un articolo pubblicato più di cento anni fa quando, un anonimo cronista dopo aver visitato le officine Caproni di Vizzola Ticino, ha lasciato una sua preziosa testimonianza. (Foto in alto: Ing. Gianni Caproni, titolare delle omonime officine aeronautiche di Vizzola Ticino, ripreso nell’abitacolo di un suo monoplano in fase di completamento. Archivio Grampa)
Uno scritto che ben analizza l’ambiente di lavoro, la struttura e l’importanza dell’organizzazione interna, della logistica (supply chain compresa), delle capacità del management e le qualità del “capitale umano” per quella che, all’epoca, era una delle primarie aziende italiane del settore. Si legge infatti:
”Il gruppo grande di cinque hangar è rinchiuso in una palizzata con rete metallica. In una parte di essi stanno i magazzini delle materie prime e di quelle che, lavorate in officina, attendono di passare alla sezione montaggio; in altra parte sono riunite le macchine per la lavorazione del legname, per la fabbricazione delle eliche, per la tranciatura delle ossature e delle finissime centine di legno per le ali dell’aeroplano. Una sezione staccata riunisce tutti i banchi da meccanico e da fabbro, un’altra i tavolati ed i cavalletti per i verniciatori delle parti in legno e metallo; un riparto chiuso isolato è adibito alla nichelatura, un altro alla saldatura autogena, un terzo alle forge. Un vasto salone è riservato al montaggio delle fusoliere e degli aeroplani, ed in un locale attiguo sono raccolti i motori in prova e in montaggio, con tutti i loro complessi e delicati organi di ricambio ed accessori. Lungo una delle fiancate del grande gruppo di hangar stanno gli uffici della Società, piccoli ma raccolti e laboriosi: per chi lavora in aviazione e per chi vuole avere costante controllo sull’officina, sui montatori, sulla mise à point (messa a punto, n.d.a.) degli apparecchi e, finalmente, sull’andamento dei loro primi voli, è indispensabile una certa rinuncia a quella comodità ed al confort che offrono le città. A Vizzola tutto è semplice, tutto ha lo stile e il cachet della brughiera vasta e severa che si stende davanti alle officine; questo sia rilevato anche per fare pensare alle innumerevoli difficoltà che i direttori di una così delicata industria devono sormontare per organizzare e guidare tutto il complesso svolgimento dei lavori, dal momento in cui un abile disegnatore traccia tutte le tavole costruttive di un nuovo tipo di apparecchio Caproni, a quello in cui si distribuiscono le ordinazioni a tutti i fornitori delle svariatissime materie prime, a quello in cui si assegna a ciascun riparto la lavorazione dei diversi elementi, fino al momento in cui i montatori procedono alla costruzione della macchina completa che sarà subito dopo rizzata al primo volo dalla mano esercitata e sicura dei buoni piloti della società. Chi visita le officine vede nel reparto meccanici, una scelta squadra di modellatori di piastre, di fabbri intelligenti, di operai pazienti e scrupolosi che grazie alla pratica acquisita ed alla passione presa in queste lavorazioni, fanno miracoli di abilità e confermano una volta di più, che l’operaio italiano è un operaio eccezionale, intelligente, onesto, abile e sollecito. Nel capace reparto del montaggio, gli operai montatori devono essere esperti e coscienziosi e intelligenti quant’altri mai. La lunga esperienza del direttore tecnico ing.Caproni e dei suoi fedeli capi-squadra, quegli stessi che si accinsero con lui alla costruzione dei primi aeroplani italiani, ha suddiviso il personale in squadre, ed hanno assegnato a ciascuna squadra un apparecchio. I piloti, nelle ore in cui non si suole volare, assistono, aiutano, dirigono i montatori: poi s’affaccendano a dare gli ultimi tocchi ai tiranti, alle manovre, ai comandi; i piloti controllano che ogni aeroplano sia messo a punto, equilibrato, perfettamente finito…. spiano che gli scoppi del motore siano giusti e completi e bene uniformi, e poi partono per la prima brevissima rulletta sulla brughiera, ritornano, si staccano da terra e volano sicuri come se il nuovo apparecchio in prova fosse già loro amico di lunga data“.
L’articolo fa sicuramente un po’ sorridere vista l’evoluzione tecnologica avvenuta in tutti questi anni, ma ci permette di conoscere ed approfondire qual’era il clima e come si lavorava in un’azienda aeronautica nel 1913 dove già allora venivano applicate quelle peculiarità ancora oggi fondamentali per avere “successo” e che si chiamano: “passione, coscienza, sapere e capacità”.
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