La Città Metropolitana e il Parco Agricolo Sud Milano hanno depositato due ricorsi contro la decisione del commissario governativo di procedere alla realizzazione della superstrada Vigevano Malpensa. I ricorsi sono contro il progetto Anas risalente al 2014 già più volte contestato dai due Enti. Il progetto prevede il collegamento tra Vigevano e la A4, connettendosi anche alla già esistente superstrada 336 per Malpensa

«È la conseguenza naturale della decisione di riproporre un progetto che da sempre abbiamo contestato e contrastato» afferma Francesco Vassallo, vice sindaco della Città Metropolitana, l’ex provincia di Milano. «Abbiamo avanzato proposte alternative che affrontavano i problemi di mobilità nel territorio dell’abbiatense-magentino. Si é preferito ancora una volta puntare su nuove strade piuttosto che investire nel trasporto pubblico, ad esempio col raddoppio della linea ferroviaria Milano – Mortara» continua Vassallo. Che conclude: «Il progetto ANAS non risolve nessuna delle attuali criticità che il territorio ha per raggiungere il capoluogo».

Contrario anche il presidente del Parco Sud, Daniele Del Ben che aggiunge: «Nel corso degli ultimi vent’anni il settore agricolo si è molto evoluto e numerose aziende si sono orientate verso l’agricoltura multifunzionale, offrendo servizi che spaziano dall’ospitalità rurale, alla ristorazione, all’educazione ambientale che sarebbero gravemente compromessi dalla realizzazione dell’intervento perché traggono forza proprio dai valori ambientali che il territorio esprime e che verrebbero persi con la realizzazione dell’infrastruttura».
Del Ben conclude evidenziando che «oltre al danno sul tessuto agricolo va considerato quello creato al sistema naturalistico dell’area che è strettamente connesso con il sistema agricolo tanto che la biodiversità dell’area si è significativamente accresciuta negli anni. Opporsi a questa inutile infrastruttura equivale a proteggere il nostro Parco».

Gli enti milanesi si sono sempre opposti alla nuova superstrada, spalleggiando diverse voci del mondo agricolo che da anni denunciano i danni che porterebbe in una delle aree più fertili e produttive d’Italia.