Brughiera di Malpensa salvata dal cemento, “ma non basta, ora tocca ai sindaci”
Il commento dell'Unione Comitati Malpensa dopo il parere del ministero dell'Ambiente che ha dato il via libera al Masterplan Malpensa ma con prescrizione di evitare consumo di suolo su aree di pregio naturalistico
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Uni.Co.Mal dopo il parere del ministero dell’Ambiente che ha dato il via libera al Masterplan Malpensa ma con prescrizione di evitare consumo di suolo su aree di pregio naturalistico (la prevista espansione sulla brughiera)
Uni.Co.Mal. è un’associazione che da 25 anni si batte contro l’espansione incontrollata dell’aeroporto di Malpensa ed è sempre stata presente sul territorio nelle lotte per la salute dei cittadini e la difesa dell’ambiente anche se la nostra voce è stata a volte ignorata.
L’entusiasmo per il “no” alla crescita del sedime aeroportuale da parte degli ambientalisti è stato grande, tuttavia ci sono i “ma” uno dei quali noi segnaliamo. L’approvazione da parte della Commissione VIA del Masterplan 2035 non ha incontrato il nostro parere favorevole per quanto riguarda il riconoscimento di compatibilità ambientale all’aumento del numero di voli, con l’incremento dei problemi rumore e di salute pubblica, come ampiamente dimostrato da un’abbondante letteratura medicano. Nonostante ciò, SEA ha sempre fatto ciò che ha voluto, seguendo i suoi interessi aziendali; in precedenza l’aeroporto di Malpensa non aveva mai ottenuto la valutazione positiva all’aumento dei voli, adesso si accetta un aumento fino a 40 milioni di passeggeri.
Se il nostro parere è favorevole per quanto riguarda la rinuncia alla cementificazione di 44 ettari di brughiera, ciò non è sufficiente perché questa porzione di territorio venga salvaguardata. Per difenderla occorre che venga approvato un piano che lo riconosca come SIC (Sito di Importanza Comunitaria) per il suo pregio e la sua rarità botanica e faunistica e lo tuteli. Ci sono state diverse mobilitazioni di associazioni, comitati, sindaci dei Comuni e semplici cittadini per chiedere che ciò avvenga. Noi chiediamo che lo stesso Parco del Ticino con l’Assemblea dei suoi sindaci promuova la tutela della brughiera presso la Regione Lombardia rafforzando la domanda già presentata alle associazioni.
Cosa pensano i sindaci del CUV che dopo aver firmato un patto d’intesa con Regione Lombardia ENAC e SEA si ritrovano ora a ripensare la destinazione di questa brughiera? Saranno d’accordo ora dopo che è stata evitata la cementificazione di difendere questo luogo come SIC? Noi ci auguriamo che ripensino seriamente a quel patto di intesa già superato dei fatti e che riconoscano questa nuova area SIC come un patrimonio pregiato e insostituibile per il nostro territorio.
Infine chiediamo il passaggio di questo territorio dal demanio del Ministero delle Difesa a quello del Ministero dell’Ambiente e il suo conseguente affidamento alla tutela del Parco del Ticino.
Il Direttivo Uni.Co.Mal.
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