Crisi degli ospedali dell’Asst Valle Olona, ma “il Gallaratese non è zona disagiata”
Al Pirellone si è discussa una mozione di Samuele Astuti. Forse scontata la bocciatura, ma il documento di risposta di Bertolaso esclude esplicitamente una situazione emergenziale: "Ci sono difficoltà, le supereremo"
Al Pirellone non passa la proposta che riconosceva, tra i vari punti, anche il riconoscimento dello stato di emergenza esistente nell’area tra Varesotto e Alto Milanese, quella servita dall’Asst Valle Olona. «Non si ritiene che Gallaratese possa essere definito zona disagiata» ha risposto la giunta Fontana, pur riconoscendo «difficoltà» da affrontare «con la popolazione e i cittadini».
Dopo il lungo dibattito locale, il tema è passato in aula del consiglio regionale con una mozione – vale a dire una presa di posizione con impegni rivolti alla giunta di governo della Regione – presentata dal consigliere Samuele Astuti, del Pd.
Astuti ha ricordato che «nessuna Asst [in Lombardia] ha visto una fuga come dalla Valle Olona: personale che non va in pensione o nel privato, ma spesso va verso altre strutture pubbliche». Una crisi partita dal 2015, «quando è stato annunciato l’ospedale unico Gallarate-Busto», e che ha visto la riduzione dei servizi a Somma Lombardo e Saronno.
«L’assessore Bertolaso a Gallarate ha riconosciuto che c’è una situazione complicata e ha detto di voler riservare la massima attenzione, ma di concreto non abbiamo visto nulla» ha continuato Astuti. Alle richieste già espresse dalla mozione votata in consiglio comunale a Gallarate (favorevole il centrodestra, astenute le opposizione), il testo di Astuti aggiungeva poi anche la richiesta di «stipulare convenzioni con realtà universitarie», una idea che peraltro lo stesso assessore Bertolaso aveva messo sul piatto nella sua visita a Gallarate. Ma soprattutto puntava a rendere esplicita la situazione di “area disagiata” per Basso Varesotto e Alto Milanese.
Il dibattito sulla crisi di Asst Valle Olona e degli ospedali di Gallarate e Busto
La linea della maggioranza è stata tracciata subito dal consigliere leghista Emanuele Monti, che ha parlato di «un approccio strumentale che questa vicenda dell’ospedale sta avendo negli ultimi mesi, con la posizione del Partito Democratico» ha esordito. «Non dovremmo lanciare campagne elettorali. Ahimè devo constatare che siamo di fronte ad un atto che non vuole aggiungere nulla a quanto emerso nel dibattito a Gallarate. Cosa aggiunge questa mozione copia-incolla di quella in consiglio comunale?». Monti ha rivendicato che «Regione Lombardia ha destinato attenzione e tempo», comprese le visite di Bertolaso in cità.
«In questi mesi sono stato in silenzio ad osservare, non mi pare che la politica abbia portato niente rispetto a quanto già sta facendo Regione Lombardia». Monti ha proposto di riportare la proposta in commissione al Pirellone, invitando in audizione le associazioni dei malati. «Qui si divide la storia tra chi vuole ottenere risultati e chi vuole mettere l’etichetta alle proposte».
Ancora dalle file della maggioranza Luigi Zocchi (FdI) ha detto che«le origini di questo male è il progetto di un ospedale unico, un progetto sfilacciato che va avanti lentamente da anni». Di fronte all’empasse, il consigliere (medico) ha proposto l’alternativa netta: «O si investe su Gallarate fatiscente o su ospedale nuovo».
«Fatico a vedere strumentalità nella proposta» ha ribattuto a Monti Luca Ferrazzi (Lista Moratti), ricordando la ampiezza della mobilitazione sul territorio, sociale e delle forze politiche. «I provvedimenti tampone non bastano. Si è cominciato con un ridimensionamento di Gallarate in previsione di un nuovo ospedale per cui ci vorranno 8-10 anni». Ferrazzi ha ricordato poi che a Gallarate si era in parte superata la divisione politica di fronte alla grave crisi, «la mozione a Gallarate è stata votata anche dal consigliere Martignoni che fa parte anche di questo consesso».
Carlo Borghetti, consigliere dem del Rhodense, ha contestato alla giunta Fontana «la mancanza di programmazione chiara e univoca sulla rete ospedaliera, che oggi si sta sfaldando».
La replica della giunta e il voto
Per la giunta è intervenuto il sottosegretario Mauro Piazza che – riportando le risposte dell’assessore Bertolaso – ha ricordato le «difficoltà di reclutamento», con numerose rinunce all’incarico, ma anche gli investimenti e l’attivazione progressiva delle Case di Comunità e la prospettiva dell’hub d’emergenza al “Casermone”. Ha assicurato che è anche previsto anche ripristino dei progetti Dama interrotti con pandemia, che si sta procedendo sulla programmazione, anche con un’ipotesi di contratto integrativo aziendale con incremento delle indennità.
Fino alla valutazione strategica e sintetica: «Non si ritiene che Gallaratese possa essere definito zona disagiata» ha concluso il delegato di Fontana ai rapporti con il consiglio regionale, riportando sempre le risposte di Bertolaso. Che ha riconosciuto «difficoltà» ma si è detto sicuro che «con l’aiuto della popolazione e di cittadini riusciremo a completare la programmazione» degli interventi per mettere mano alla situazione.
Si è infine andati al voto, dopo che Astuti ha confermato la sua proposta: nel suo intervento conclusivo il consigliere dem ha usato la espressione «guidando a fari spenti nella notte» per descrivere la politica sanitaria regionale. Il leghista Monti invece ha ribattuto dicendo che il Pd ha «chiuso le porte in faccia alle associazioni» e che la Lega riporterà in audizione (Astuti: «Per noi nessun problema ad ascoltare, lo facciamo da mesi»).
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