Malpensa, i sindaci “ribelli” rispondono a Fontana: “Non è vero che tutti i Comuni erano d’accordo”
I nove Comuni più vicini all'aeroporto avevano sottoscritto accordo sul Masterplan. Ma altri si erano mobilitati contro l'espansione dello scalo sulla brughiera, poi bocciata dal Ministero. "Le alternative esistono"
«Intorno a Malpensa c’era chi aveva detto No». I Comuni del Castanese (a Sud dell’aeroporto, in territorio della Città Metropolitana di Milano) e quelli più a Nord rispondono così al presidente della Regione Lombardia Fontana, che aveva difeso il lavoro di mediazione sul Masterplan, sottoscritto da nove Comuni della provincia di Varese, quelli riuniti del consorzio Cuv.
La mediazione c’era stata, ma fuori erano rimasti tanti altri Comuni interessati, che hanno promosso iniziative e anche in sede di Valutazione Ambientale del progetto hanno fatto sentire la loro voce (il parere della Commissione riprende anche altre osservazioni, da quelle della Provincia a quelle del Comune piemontese di Oleggio). Insomma: il territorio ricorda – in sostanza – che non bastano pochi Comuni per dire di aver costruito consenso.
D’altra parte, in altro passaggio, i Comuni intorno a Malpensa sottolineano che una mediazione diversa è possibile: è quella che prevede di costruire le nuove aree cargo dentro all’aeroporto, usando altre aree . Una soluzione «di minor impatto ambientale e senza compromissione del tasso di sviluppo chiesto da Sea)».
Qui sotto il testo completo del Coordinamento Comuni Alto milanese e del COR2 – Coordinamento dei Comuni di 2a Fascia Aeroporto di Malpensa:
La reazione di Confindustria Varese e di Regione Lombardia alla decisione del Ministero di non autorizzare Sea all’estensione, per attività Cargo, di nuovo territorio extrasedime nell’area di pregio della brughiera Gaggio è incomprensibile.
Queste le dichiarazioni del Presidente della Lombardia: “Una decisione che non ha minimamente tenuto conto delle necessità di sviluppo di questo grande aeroporto. E che, inoltre, non ha tenuto in considerazione le volontà dei sindaci di tutto il territorio”
No, presidente Attilio Fontana, non sono tutti i primi cittadini del territorio. C’è una parte importante dell’area attorno a Malpensa (quella del Castanese, per intenderci, e i Comuni del Cor2 di seconda fascia aeroportuale) che più e più volte in questi anni hanno espresso una “volontà” differente e che hanno continuato a far sentire la propria voce per difendere e salvaguardare la brughiera e i paesi che le stanno accanto, il territorio di seconda fascia aeroportuale. Non solo, da parte nostra c’è sempre stata la massima disponibilità e apertura al dialogo e al confronto con le varie parti direttamente interessate.
Cosa rimane? Un incontro o due con l’allora assessore Raffaele Cattaneo e alcuni rappresentanti delle realtà coinvolte e, poi, purtroppo più nulla.
Sia chiaro, ci teniamo a ripeterlo per l’ennesima volta, nessuno di noi è contrario allo sviluppo di Malpensa, eravamo e siamo contrari, invece, ad uno sviluppo che non sia realmente compatibile e sostenibile dal territorio già pesantemente compromesso dal punto di vista della salute e devastato dalle tante opere in assenza di una VAS Valutazione ambientale strategica e di una VIS Valutazione di Impatto sulla Salute.Si ritiene di vedere in questo atteggiamento il segno di un negazionismo ambientale per il quale il consumo di suolo deve cedere agli interessi ritenuti prioritari dell’industria. Un atteggiamento negazionista che è del tutto contrario agli insegnamenti che ci vengono ormai quotidianamente somministrati dal cambiamento climatico, dalle regole europee, dal buon senso.
Quello che, insomma, abbiamo cercato di porre all’attenzione è che l’espansione della Cargo City, qualora debba essere fatta, avvenga in Area 2 e 2A (ossia a sud ovest interna allo scalo aeroportuale, di minor impatto ambientale e senza compromissione del tasso di sviluppo chiesto da Sea). Che coincide con quanto è stato espresso nelle scorse ore dalla Commissione Valutazione Impatto Ambientale (approvata anche dalla firma del Ministero dell’Ambiente).
Su questo avremmo voluto e vorremmo confrontarci in maniera attenta e seria. Su questo avremmo voluto e vorremmo discuterne assieme a ciascun organo e istituzione coinvolti. Su questo avremmo voluto e vorremmo essere chiamati in causa, portando le nostre considerazioni, quelle del territorio e di quanti qui vivono o lavorano. Noi, comunque, l’abbiamo fatto ugualmente, affiancando le numerose associazioni, i comitati e i cittadini nei loro diversi appuntamenti organizzati e organizzandone, contemporaneamente, di nostri.
La nostra responsabilità civile e sociale ci impone di andare avanti, oltre tutti gli ostacoli, le reticenze, le omissioni. Siamo stati messi da parte, ma non ci siamo di certo fermati e mai ci fermeremo ogni volta che ci sarà da difendere la salute dei cittadini, le persone, l’ambiente, il presente e il futuro.
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