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28 senzatetto dormono a Malpensa, vertice in Prefettura per trovare una soluzione

Il punto lo ha fatto la cabina di regia presieduta dal prefetto di Varese Salvatore Pasquariello. Obiettivo studiare le iniziative per accompagnare il completamento della loro “presa in carico” da parte di enti, uffici e associazioni

Malpensa partenze terminal 1

Sono 28 le persone senza fissa dimora che dormono a Malpensa. Il punto lo ha fatto la cabina di regia presieduta dal prefetto di Varese Salvatore Pasquariello. Obiettivo studiare le iniziative per accompagnare il completamento della loro “presa in carico” da parte di enti, uffici e associazioni.

La riunione ha registrato la presenza dell’assessore della Regione Lombardia a “Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità” Elena Lucchini, dell’assessore a “Welfare e Salute” del Comune di Milano Lamberto Bertolè, del consigliere Michele Di Toro della Provincia di Varese, di sindaci o loro rappresentanti dei Comuni di Varese, Busto Arsizio, Somma Lombardo, Ferno, Cardano al Campo e Samarate, di rappresentanti dell’Agenzia di Tutela della Salute ATS dell’Insubria, della Azienda Socio Sanitaria Territoriale ASST Valle Olona, dell’Aler Varese, Como, Monza Brianza e Busto Arsizio, della Caritas Ambrosiana, dei Comitati locali di Gallarate e di Tradate della Croce Rossa Italiana, della cooperativa “Intrecci” di Rho e delle associazioni di volontariato “City Angels” di Gallarate e “Angeli Urbani Varese” di Varese. Presenti anche il direttore aeroportuale dell’ENAC, il questore di Varese, il comandante provinciale dei Carabinieri di Varese, il rappresentante del comandante provinciale della Guardia di Finanza di Varese, il drigente della Polizia di Frontiera Aerea di Malpensa e tre rappresentanti della SEA S.p.A., società che gestisce lo scalo.

Nella zona aeroportuale di Malpensa è stata registrata la presenza stabile di ventotto persone (di cui ventuno italiani), un numero che nella stagione invernale si stima possa arrivare sino a cento, con i conseguenti problemi di salute, dell’igiene personale e dei luoghi di fortuna ove si rifugiano, dell’accattonaggio, talora delle aggressioni a danno del personale o dei viaggiatori.

Attualmente se ne occupano alcuni volontari della Croce Rossa di Gallarate in convenzione con la Sea, spesso anche proponendo e/o fornendo un’alternativa alla loro permanenza in aeroporto.

Scopo della riunione è stato quello di favorire un secondo confronto delle istituzioni e delle associazioni sopra citate sull’argomento dopo quello del 29 giugno scorso, per fornire un quadro realistico della situazione dei senzatetto che si rifugiano nella zona aeroportuale e di ipotizzare delle soluzioni con la predisposizione di progetti per la “gestione” degli spazi aeroportuali e per l’accoglienza e l’assistenza dei senzatetto in altri luoghi, con un possibile inserimento degli stessi in un piano di recupero sociale.

Lo scorso giugno erano stati illustrati i problemi di convivenza tra i senza fissa dimora, i passeggeri e gli operatori addetti allo scalo ed erano state descritte le attività svolte per cercare di arginare il problema. I rappresentanti di Enac e di Sea avevano rappresentato che presso lo scalo sono presenti persone che, in aree poco frequentate dagli utenti e dal personale aeroportuale, hanno ricavato vere e proprie dimore e trasformato gli spazi pubblici in luoghi di deposito di oggetti personali. Nonostante i puntuali interventi del personale di sicurezza delle suddette società, il problema continua a persistere, poiché tali soggetti, dopo ogni intervento, liberano la zona occupata per trasferirsi in altre aree del medesimo scalo. I rappresentanti delle forze dell’ordine, in particolare della polizia di frontiera, avevano evidenziato come fossero stati emessi numerosi ordini di allontanamento e comminate numerose sanzioni amministrative, ma, a fronte di nullatenenti, tali provvedimenti si erano rilevati inefficaci.

Nell’ultima riunione tenuta il 28 luglio è stato rifatto il punto della situazione: è stato costituito un gruppo di lavoro ristretto, che si riunirà già il 2 agosto prossimo e che dovrà allestire un progetto con definizione di obiettivi e di competenze, con il duplice scopo dell’assistenza e del possibile reinserimento nel tessuto sociale delle persone senza fissa dimora e dell’eliminazione dei problemi di degrado dell’ambiente aeroportuale e di sensazione di insicurezza da parte del personale e dei viaggiatori in quell’ambito. Tra le ipotesi sul piatto, l’assessore Bertolè del Comune di Milano ha evidenziato la necessità di trovare una soluzione strutturale, in quanto non si tratta di una emergenza e di individuare un organismo che faccia da filtro e che al momento manca, mentre l’assessore regionale Lucchini ha illustrato le misure e i fondi nazionali e dell’Unione europea da utilizzare, evidenziando come tutti insieme si debba intervenire su questa fragilità per trovare una soluzione congiunta diretta ad accogliere queste persone e integrarle nella società.

Appuntamento per un terzo incontro che si terrà ad ottobre a Villa Recalcati per fare insieme il punto della situazione.

Pubblicato il 29 Luglio 2023
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