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“Basta cementificare il suolo”. L’appello di Legambiente ai sindaci della zona di Malpensa

I comuni intorno all'aeroporto sono cresciuti ognuno pensando al singolo territorio, dice il circolo gallaratese dell'associazione ambientalista. "Ma i problemi sono sovracomunali: serve una revisione corale"

Generica 2020

Secondo Legambiente nel territorio di Malpensa manca «una valutazione ecologica e socio-ambientale del CUV a carattere sovracomunale, a fronte di un impatto che è invece di natura collettiva e sovracomunale». Il Cuv è il Consorzio Urbanistico Volontario di nove Comuni intorno all’aeroporto. E proprio ai sindaci dei nove Comuni si rivolge Legambiente Gallarate, chiedendo un approccio territoriale che vada oltre gli stretti confini di ogni singolo ente.

Il punto di partenza della riflessione è «l’avvio della procedura per la revisione del PGT nel Comune di Casorate Sempione», per questo il circolo gallaratese del Cigno Verde ha scritto un documento rivolto ai sindaci.
«I Comuni dell’area dovranno misurarsi anch’essi con i cambiamenti avvenuti in questi anni e con quelli previsti nei piani di sviluppo oggi in discussione (Masterplan SEA) o già in corso di attuazione (nuovo tratto di linea ferroviaria Malpensa-Gallarate). Constatiamo l’insufficienza di un approccio esclusivamente racchiuso nel perimetro dei confini comunali che non tenga conto delle relazioni con il sistema territoriale che ruota attorno all’aeroporto che lo contiene e delle relazioni che si instaurano tra la vita urbana di queste comunità e le attività dirette o indirette indotte dall’aeroporto.
Dall’ apertura di Malpensa 2000 ad oggi sono ormai passati circa 25 anni. E’ auspicabile che Comuni del CUV operino ora una revisione corale».

Riflessione necessaria, secondo Legambiente, partendo da nove punti:

1 Andamento demografico della popolazione e delle attività economiche riferito agli ultimi 25 anni (1997 – 2022).
2 Acquisizione di informazioni aggiornate su patologie riconducibili alle attività aeroportuali.
3 Dinamiche assunte dalla conurbazione / immobili dismessi rimasti inoccupati.
4 Sistema dei servizi comunali e sovracomunali aggiornato e sue possibili integrazioni. Presenza residua di negozi di vicinato e di centri commerciali di diversa natura rapportata al potenziale bacino territoriale servito.
5 Aree dove è avvenuta la crescita del verde conteggiate in mq.
6 Consumo di suolo nei 25 anni (1997 – 2022) in termini di superficie, ubicazione e qualità delle aree utilizzate.
7Rendiconto delle misure compensative attuate/non attuate, previste dal Piano d’Area del 1999 e delle disposizioni fornite dall’Allegato del DPCM 13.12.1999.
8 Nuove aree e/o potenziamento delle esistenti a conservazione della biodiversità, ricognizione delle aree occupate da essenze invasive.
9 Sistema della mobilità e funzioni riferite al carico indotto dalle attività aeroportuali e delle necessità della cittadinanza in particolare nelle sue fasce più deboli.

«Già la Regione Lombardia con la propria Delibera del 18 luglio 2007 – n. 8/5125 aveva individuato la necessità di intervenire a contrasto degli impatti aeroportuali, favorendo in primo luogo l’ambiente (vedi estratto allegato). Dopo appena qualche anno R.L. ha cambiato completamente parere, abbandonando ogni proposito di governo dell’eco-sistema. Si è limitata quindi a considerare esclusivamente il fattore economico e ha tralasciato del tutto l’ambiente. Questo non deve capitare ai primi responsabili della salute dei cittadini, i Sindaci, i quali si devono affrancare dalla posizione unilaterale di R.L».

Legambiente osserva che «in questi 25 anni non è stata mai realizzata, né tanto meno pubblicata, una valutazione ecologica e socio-ambientale del CUV a carattere sovracomunale, a fronte di un impatto che è invece di natura collettiva e sovracomunale. Da parte dei sindaci si è visto solo qualche dichiarazione di stampa che, a dire il vero, mette in luce più l’approssimazione e l’occasionalità dell’approccio in assenza di una seria programmazione di interventi di largo respiro che coinvolgano l’insieme dei comuni interessati dalle attività aeroportuali».

«Per quanto riguarda il PGT, auspichiamo che non ci si fermi alla vecchia mentalità di incamerare gli oneri d’urbanizzazione per la cementificazione del suolo del proprio comune, un modo di operare che è stato fino ad oggi preminente. Si chiede quindi la volontà d’integrare i progetti tra Comuni, per il bene complessivo dell’area».

È questa una critica che viene spesso anche dall’esterno del territorio: se da un lato notevole è l’impatto delle opere legate all’aeroporto, dall’altro la crescita delle cittadine intorno allo scalo appare disordinata, tra zone residenziali a bassa intensità (le “villettopoli”), aree dismesse mai rigenerate, parcheggi a lunga sosta recuperati nei modi più creativi (persino dentro ai boschi del Parco del Ticino, anche se qui parliamo di illegalità), persino quartieri costruiti vicini all’aeroporto e poi dichiarati inabitabili, le famose “zone delocalizzate”.

La richiesta di Legambiente ai Comuni del territorio arriva anche in un momento in cui si sta anche discutendo nuovamente della necessità di un Piano d’Area, lo strumento – che manca da anni – di programmazione complessiva dell’aeroporto e della sua area circostante.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 28 Luglio 2023
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